Capitolo 44

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Arriviamo a casa e io corro in camera chiudendomi dentro.
Appoggio l'arco e le frecce sul letto mentre la freccia "misteriosa" la butto nel cestino pensando che ormai non fossero necessarie tutte le ricerche sulla sua storia e da dove provenisse.
Non si fideranno e non mi crederanno mai.
Sento bussare alla porta, mi giro e vedo Scott sorridermi e avvicinarsi a me.
«Vedrai che risolveremo tutto.» Mi rassicura e io scuoto la testa.
«Non serve. Non voglio ritornare in quel branco.» Rispondo e lui annuisce.
«Voglio solo che si fidino di te e voglio che pensino che non sei la solita cacciatrice di lupi mannari ma che sei diversa.»
Sorrido e lui mi appoggia una mano sul viso accarezzandomi la guancia con il pollice.
«Dobbiamo solo cercare delle prove concrete.» Aggiunge.
«Si ma come? Abbiamo solo una stupida freccia con sopra una data.»
«E anche un simbolo.» Mi ricorda lui.
Il simbolo.
Mi alzo dal letto e prendo la freccia che ho buttato nel cestino poco fa.
«Dove vai?»
«Devo andare dai miei genitori.» Rispondo infilandomi le scarpe e la giacca.
«Arrivo subito.»
Li lascio un bacio a stampo e corro di sotto uscendo.
Tengo stretta la freccia nella mano destra mentre con la sinistra busso ripetutamente sulla porta di casa dei miei genitori.
«Dai aprite.» Dico tra me e me prima che mia madre aprisse la porta.
«Che ci fai qui?» Chiede guardandomi dal basso verso l'alto.
«Ciao mamma, anche io sono felice di vederti.» Rispondo entrando e cercando mio padre che trovo nel suo ufficio con Gerard e con altri cacciatori, credo.
«Uscite.» Dice Gerard e loro escono chiudendo la porta.
«Volevo chiederti una cosa.» Dico e mio padre fa cenno di sedermi.
«Riconosci questa?» Domando appoggiando la freccia sulla scrivania davanti a lui.
La prende e la guarda attentamente per poi appoggiarla e scuotere la testa.
«Non l'ho mai vista.»
«Ma il simbolo è il nostro.» Dico mostrandoli il simbolo inciso nella freccia.
Gerard si avvicina e la prende mentre io guardo mio padre.
«Sarà il nostro simbolo ma quella freccia non è nostra. Allison, lo sai anche tu che noi non usiamo quelle frecce.» Dice mio padre poggiando sulla scrivania tre frecce.
«Si lo so perfettamente. Ci sono altri cacciatori qui a Beacon Hills?» Domando.
«No, siamo solo noi.» Risponde rimettendo le frecce al loro posto.
«Allora come può aver colpito la Jeep di Stiles?»
«Non lo so, Allison. Potresti riparlarmene dopo? Ho da fare ora.» Risponde ricaricando una pistola.
«No, non posso.» Dico rimanendo seduta.
«Ha ragione tua figlia, Chris.» Ci ferma Gerard e io mi giro guardandolo.
«Non siamo gli unici.» Aggiunge.
«Quindi ci sono altri cacciatori?» Domanda lui.
«Si, solo uno.» Risponde ridandomi la freccia.
«Potrebbe centrare con le creature?» Chiedo.
«Non credo.»
Resto in silenzio guardando la freccia e lui aggiunge qualcos'altro.
«Lei non c'entra con questi esseri.»
Alzo lo sguardo aggrottando le sopracciglia e guardo mio padre che anche lui sembra confuso.
«Lei?» Domando.
«Marie Jeanne Valet. Solo lei usava quel tipo di frecce. È stata lei ad uccidere "la bête du Gévaudan"»
«La bestia del Gévaudan.» Sussurro.
«Esattamente.» Dice Gerard cercando un libro nella libreria.
«Quindi potrebbe essere lei?» Chiedo.
«Non lo so, non credo sia ritornata in vita.» Risponde lui aprendo un libro davanti a me e mostrandomi l'immagine di lei mentre trafigge la bestia.
«E se fosse ritornata in vita?»
«Allison è un'antica leggenda.» Dice mio padre scuotendo la testa.
«Anche i lupi mannari dovrebbero essere una leggenda, non è così Chris?» Domanda Gerard e lui rimane zitto guardandomi.
«Lei cerca solo una cosa, Allison.» Aggiunge e io lo guardo.
«La bestia.» Sussurro riguardando l'immagine.

Ti odio ma ti amo Where stories live. Discover now