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"È possibile una rosa rossa, signorina?"
Come al solito appena sento la sua voce sorrido come un ebete e corro ad abbracciarlo.
"Sei tornato finalmente" gli dico mentre lo bacio dietro al solito muro nel negozio.
"Sei tu che ti sei fatta attendere in realtà" annuisco perché ha ragione, lui è a Napoli già da un bel po' io invece sono tornata ieri sera dalle vacanze.
"Che mi racconti, novità?" Mi chiede.
"Niente di nuovo, sono solo più abbronzata" mi indico e lui annuisce.
"Nera e bellissima, quando avrai un po' di tempo per me?" Mi domanda tirandomi a lui.
"Stasera passi da me?"
"Mhmh, affare fatto" mi bacia ancora sulle labbra e poi si allontana di qualche passo "la rosa rossa posso averla?" Mi fa l'occhiolino e mi mette l'euro sul bancone.
"Ecco a te e grazie"
"Grazie a te" mi sorride e camminando all'indietro si avvicina all'uscita.
"Kevin, Kevin.." cerco di metterlo in guardia ma non ci riesco, sbatte rovinosamente contro mio fratello che stava entrando nel negozio.
"Kevin, scusa" Davide lo aiuta a sistemarsi e lui se la ride.
"Non fa niente, sono io lo stupido" si gratta la testa in imbarazzo "vado, ciao ragazzi" ci saluta ed esce.
"Il primo cliente del nuovo anno lavorativo?" Mi chiede mio fratello maliziosamente.
"Casualità" rispondo solo, continuando a fare ciò che stavo facendo.
"Non ti mettere nei guai Rosà, mi raccomando"
"Ancora con questa storia? E basta.."
"Si io la smetto, poi non venire a piangere da me quando sceglierà la moglie e non te" mi dice, onesto come mai prima. Le sue parole mi colpiscono e mi sento bloccata. So che è uno scenario possibile ma detto così e poi da lui, è come una coltellata al cuore. Per un secondo mi immagino la scena e so che se succedesse potrei morire.
"Non c'è nulla da scegliere, te lo ripeto"
"Va bene allora, meglio così" annuisce "dammi l'ordine per Castaldo che sto andando da lui"
"Tieni" gli passo dei fogli con gli ordini e lui se ne va.

So che sto rischiando molto con Kevin, so che mi farò male ma purtroppo non so allontanarmi da lui. Il massimo che posso fare è far rimanere il tutto nel campo sessuale. Ho detto che deve essere solo sesso e così sarà.

Dopo il lavoro torno a casa e preparo tutto per l'arrivo di Kevin. Mi metto un completino in pizzo nero che so che adora, sciolgo i capelli e mi trucco leggermente.
Alle nove e mezza precise è da me. Entra in casa e sento i suoi passi, mi cerca in tutte le stanze. La mia camera da letto è in fondo al corridoio, quindi l'ultima. C'è un silenzio profondo quindi sento anche quando poggia la mano sulla maniglia e poi la abbassa. La porta cigola leggermente e poco dopo i suoi occhi sono su di me. Sono seduta sul letto che lo aspetto, niente pose sensuali perché non ne sono capace, sembrerei una foca spiaggiata. Gli sorrido e lui fa lo stesso con me.
"Speravo fossi qui" mi dice avvicinandosi e fiondandosi subito sulle mie labbra. Si libera dei vestiti e dopo essersi goduto un po' la mia lingerie, me la sfila.
Passiamo qualche ora così aggrovigliati uno all'altro. Alla fine soddisfatti e stanchi ci sdraiamo a letto.
"Era troppo tempo che non ti facevo mia, ci voleva" dice con gli occhi chiusi "però vorrei che prendessi la pillola, così sarebbe ancora più bello" appoggia la testa sul palmo della mano e si volta verso di me, puntellandosi sul gomito.
"Non lo so Kev.. magari ci penso, okay?"
"Va bene pensaci" mi bacia la fronte e torna a sdraiarsi.
"Cos'è?" Indico della pellicola che ha intorno al braccio. Anche mentre facevamo sesso sentivo un rumore strano e non riuscivo a capire di che si trattasse.
"Un nuovo tatuaggio" sorride abbassando leggermente la pellicola e mostrandomelo "è una rosa, l'ho fatta per te" mi dice.
Appena me lo dice vado nel panico più totale. Si è tatuato per me. Non doveva farlo, i patti non erano questi.
"Non era necessario, tra di noi è solo sesso ricordi?" Gli chiedo alzandomi dal letto. Mi ferma un braccio e mi fa voltare verso di lui.
"Pensa ciò che vuoi, ma la rosa è per te" mi ripete.
"Come vuoi" fingo indifferenza e vado in bagno dove scoppio a piangere silenziosamente. Mi faccio una doccia per scrollarmi l'ansia di dosso e poi torno da lui.
"Andiamo a fare una passeggiata?" Mi domanda, già vestito e pronto.
"Kev.." mi stringo nel mio accappatoio "fuori dal letto con te non vengo da nessuna parte, mi dispiace" gli rispondo, sperando che il concetto sia chiaro.
"Allora me ne vado" il cellulare gli squilla tra le mani e sia io che lui sappiamo chi è.
"Va bene" annuisco "quando vuoi divertirti, sai dove sono" termino.
Il suo sguardo diventa freddo come il ghiaccio e senza aggiungere altro se ne va. Appena chiude la porta scoppio di nuovo in lacrime sul mio letto.
Non vorrei comportarmi così, non è da me ma so che è l'unico modo per non perderlo.
E io non voglio perderlo.

'Na rosa cient spine'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora