Provare

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Sebastian

La gara è andata uno schifo, ma non mi importa. Grazie alla richiesta di Alexandra, nessuno mi ha attribuito nessun tipo di penalità.
Il mio compagno di squadra fa di tutto per evitarmi.
Maurizio e Mattia mi trattano con indifferenza,
Hamilton mi deride. Tutti lo fanno.
Il Paddok è diventato monotono e silenzioso, nessuno parla mai di qualcosa di diverso dalle auto. Nessuno da importunare. Nessuno da prendere in giro.
Mi manca, cazzo se mi manca. Ma lei è in Germania, a casa sua. È andata via il giorno stesso dell'intervista. Volevo dirlo tante di quelle cose. Volevo dire tante di quelle cose anche a quelle facce di cazzo... ma sono rimasto zitto e immobile. Le parole mi morivano in gola. Adesso siamo a casa di Maurizio, a Monza. Non ho più nessun tipo di contatto con lei. Provo a chiamarla ma è come se non esistesse. Come se tutto quello successo fino ad ora fosse stato solo uno stupido e terribile sogno. Sono perso. Nessuna gara mi va bene. Non trovo più nemmeno quella voglia di entrare in macchina e superare tutti. Sono peggio di Kubica. Su tutti i giornali si parla ancora di quel bacio tra me e Alex. A volte i giornalisti sono dei gran bugiardi e infami. Mentre Maurizio è in bagno ho la brillante idea di prendergli il telefono e chiamare Alexandra.
Risponde dopo pochi squilli.

《Mauro?》 Domanda, sorpresa.
《Alex.》

Non parla, ma sento che è in linea. Sento il suo respiro pesante, è agitata o nervosa. Mi mancava la sua voce.

《Sebastian?》 Sussurra.
《Il solo e unico.》 Sbuffo una risata.
《Cosa c'è?》
《Volevo sentirti. Mi hai tolto ogni possibilità di contatto con te.》
《Non possiamo più sentirci.》
《Non è vero!》
《Sebastian, ti prego, riattacca.》
《Alex, mi manchi. Manchi a me, manchi al team, manchi a Maurizio, a Mattia, manchi persino a Kimi!》
《Seb, per favore.》
《Te lo sto chiedendo io il favore.》
《Non posso. Non possiamo.》
《Ale-》
《Addio Sebastian.》

Chiude la chiamata. Fisso il display nero, con il mio riflesso. In questo momento vorrei solo urlare o spaccare tutto.

《Era lei?》
Mi giro verso Maurizio. 《Sì.》
《Seb-》
《Scusa, non dovevo. Volevo solo sentirla.》

Poso il telefono dov'era prima ed esco di casa. Vado sul retro, dove c'è la mia auto. Non appena salgo, inizio a picchiare fortissimo il volante. Sbatto la schiena contro il sedile, ed infine, passo una mano tra i miei capelli. Li stringo, li tiro, per poi sbraitare in tedesco.

《È tutta colpa mia...》 Continuo a sussurrare.
《Così romperai solo la tua macchina.》

Mi giro di scatto e mi ritrovo Maurizio. Avrà visto tutta la scena. Scendo dalla macchina e lo guardo. È più alto di me... è quasi odiosa la cosa.

《Cosa c'è?》
《Lo so come ti senti?》
《No che non lo sai! Smettila di ripeterlo!》
《Secondo te, a me, ha fatto piacere?》 Alza il tono.
Non rispondo.
《Sai bene che non posso fare niente.》 Aggiunge.
《Una cosa ci sarebbe.》
《E cioè?》
《Puoi farla tornare.》 Lo guardo.

Quel Tedesco Bastardo 《VETTEL》Where stories live. Discover now