I'm sorry • Sebastian Stan

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La porta sbatté con forza facendo quasi tremare le mura di casa. La ragazza ci si poggiò contro prendendosi la testa fra le mani, cercando di non scoppiare in un pianto nervoso. Le gambe le tremavano, il respiro pure.

Non erano delle novità le litigate di questo genere, anzi, nelle ultime settimane erano aumentate più del dovuto. Forse era per questo che la ragazza si sentiva così sconfortata.

Chiusa in quella camera, abbandonata a se stessa, non riusciva a smettere di pensare al ragazzo a pochi metri di distanza da lei, divisi solo da porte di legno e mura di cemento.

Prese un respiro profondo e tolse le mani dal viso, guardando la camera da letto illuminata solo dalla luce di un lampione proveniente da fuori.

Cercò di togliersi di dosso la tristezza che ormai aveva preso il posto alla rabbia e si diresse verso il letto, sdraiandosi nella parte di materasso su cui dormiva di solito, stringendosi le gambe al petto e circondandosi il busto con le braccia, in un silenzioso e triste abbraccio. 

Il corpo era molto vicino al bordo del letto, così vicino che se Sebastian, il suo Sebastian, fosse tornato in camera per stendersi sul letto anche lui, non l'avrebbe toccata nemmeno per sbaglio. Quel pensiero però non fece altro che renderla più triste.

Chiuse gli occhi e cercò di rilassare i muscoli del corpo, senza alcun successo.

Dopo una giornata stancante e una litigata di quel genere l'unica cosa che voleva fare era dormire. Ma i minuti passarono e seppur lei sembrasse addormentata la sua mente era più che sveglia, vigile, che continuava riprodurre le immagini di poco prima.

Mentre la notte si fece sempre più buia, quella casa divenne sempre più silenziosa, fredda e vuota.

Quando la ragazza perse ormai il conto dei minuti che passavano, sentì dei passi farsi sempre più vicini per poi smettere tutt'a un tratto. Il suo respiro si fermò sapendo che era proprio il suo ragazzo quello dietro la porta. Se lo immaginò fermo, con la mano incerta a toccare la maniglia, riuscì quasi a sentirlo mentre faceva un respiro profondo, incoraggiando se stesso.

La ragazza serrò gli occhi pensando fra se e se che avrebbe preferito trovarsi già nel mondo dei sogni. Prese un respiro profondo ma silenzioso e decise di fingersi addormentata, per paura di iniziare un'altra discussione. Subito dopo sentì la porta aprirsi e dei passi farsi ora ancora più vicini.

Si aspettò di sentire il materasso sprofondare accanto a lei ma questo non accadde. Sentì solo un lieve tintinnio molto vicino a lei, poi una voce calda e sussurrata.

-Amore... so' che non stai dormendo.

Il cuore le si fermò nel petto e si dovette trattenere dal sussultare per la vicinanza.

-Non volevo alzare la voce.- lo sentì sospirare -È stata una giornata molto stancante.- ed era vero, poteva sentirlo dal tono basso e rauco della sua voce. 

Passarono alcuni secondi in completo silenzio, poi si sentì un lieve "Mi dispiace", ma non era stato lui a parlare questa volta.

Lei ora poteva vederlo: si era seduto a terra, con le spalle al muro, il viso illuminato dalla luce che veniva dal corridoio. Aveva il viso stanco, affranto, ma non voleva andare a dormire con quel peso sul petto che lo avrebbe tormentato tutta la notte.

-Non ti devi scusare di nulla, piccola.- detto ciò si sporse verso di lei e le portò una mano sula guancia. Nonostante non riuscisse a vederle il viso poteva comunque distinguerne i contorni. 

Lei strinse gli occhi cercando di non piengere mentre il peso sul petto le si alleggeriva. Un sorriso si formò sulle sue labbra sentendo la mano calda sulla guancia. Subito la accarezzò con la propria.

-Ti ho fatto un thè caldo,- disse il ragazzo. -quello con i frutti di bosco che ti piace tanto.

Il sorriso si fece ancora più grande sul viso di lei che sussurrò un ringraziamento e li accarezzò ancora una volta la mano.

Rimasero qualche secondo a guardarsi nella penombra della stanza, sorridendosi a vicenda.

-Vieni quì con me?-  disse lei sussurrando.

Lui sorrise e annuì. Le coperte accanto alla ragazza si sollevarono ed il corpo caldo del ragazzo combaciò con quello minuto di lei che si rilassò all'istante.

-Ti amo, Seb.

La ragazza sentì un baciò depositarsi sulla propria fronte e le braccia muscolose la avvolsero ancora di più, accarezzandole la schiena.

-Anche io ti amo.

I minuti passarono e i loro corpi si scaldarono sempre di più, grazie alla presenza l'uno dell'altro. I loro respiri si fecero più pesanti ed entrambi si addormentarono senza più il peso sul petto.

 I loro respiri si fecero più pesanti ed entrambi si addormentarono senza più il peso sul petto

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Hello readers!

Sì, sono ancora viva ma so' che ormai non vi sorprendete più.

Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Spero di riuscire presto ad aggiornare l'ff sulla Marvel e magari scrivere un capitolo decente!

Byee 

MARVEL - One-shotWhere stories live. Discover now