Mama's Jam

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11. 
Pain is on the outside

We will not let it in

Wavin' from the windows

Breezin' in the wind

Cryin' at the rainbow

You locked the door again


"Dean," disse John Winchester. "Ciao."

Dean avrebbe riconosciuto la sua voce ovunque, e suo padre era proprio lì, di fronte a lui. Un po' stropicciato, la barba non fatta da giorni, un sorriso teso e gli occhi nascosti da un paio di spessi occhiali neri. Dean si ritrasse istintivamente, cozzando con le spalle lo schienale della sedia. "Cos-"

John non si prese la briga di aggiungere altro o chiedere il permesso prima di afferrare una sedia e aggiungersi al loro tavolo, una nota di tensione a fare a pugni con la finta tranquillità che mise nel gesto.

Dean lo guardò continuando a battere le palpebre, una marea di domande che gli si formavano nel petto. 'Cosa ci fai qui', 'Dove sei stato tutto questo tempo', 'Perché mi hai abbandonato'.

"Come mi hai trovato?", fu quella che trovò l'uscita giusta fuori dalla gola.

John sorrise, l'implicazione che per lui fosse difficile trovare chicchessia semplicemente divertente. Si schiarì la voce, si voltò verso Castiel ed allungò la mano. "John, piacere di conoscerti."

Si scambiarono una stretta veloce prima che John lo escludesse completamente dal suo campo visivo, voltandogli le spalle. Dean si soffermò sugli occhi spalancati di Cas, che doveva aver capito chi si trovava davanti ed era stupefatto tanto quanto lui. Beh, almeno non era solo.

John adesso lo stava guardando con un'espressione strana, come se stesse aspettando qualcosa, quella tensione ancora più palpabile nell'aria. Dean si guardò intorno furtivamente, colpito da un'improvvisa realizzazione, e si avvicinò chinandosi in avanti. "Sei a caccia?", sussurrò. Era un motivo più che plausibile per rispuntare così dal nulla. E per chiedere che Dean lo aiutasse a finire il lavoro, come tutte le altre volte. Ma le cose non stavano più così, non per Dean almeno.

"No," John ridacchiò di nuovo. "Sono qui per vedere te."

Si allacciò le mani in grembo e continuò a guardarlo con quel sorriso spiazzante, e quella strana espressione di attesa.

"Me?", riuscì a chiedergli.

John si strofinò brevemente il naso con le dita. "Sei sempre mio figlio, Dean. Sei davvero così sorpreso?"

"Oh, andiamo. Smettila con la recita e dimmi cosa cazzo sei venuto a fare. Non mi bevo la sceneggiata paterna, signore."

John contrasse la mascella. Un gesto che Dean conosceva bene, e che gli mandò delle immediate scariche di paura e senso di colpa giù nello stomaco. Se papà era arrabbiato era un male, il suo compito era quello di obbedire e compiacerlo, nient'altro. Ricacciò tutto indietro, stringendo i pugni.

"Io, uh...", John perse d'improvviso tutta la sua patina di invincibilità. "Sono venuto... a chiederti scusa, a dire il vero."

Dean mandò a volare le ciglia su e giù un altro paio di volte. "A chiedermi scusa?"

I Got Demons Inside My HeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora