8.

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Christopher:

Esco dalla sua stanza pieno di rabbia.
Quel bastardo del mio fratellino mi sta ostacolando tutto e in più quei due imbecilli di Kevin e Ester non sanno fare manco il loro lavoro. Pensandoci, passerò da loro, dopo andrò a fare visita alla mia cara zietta che non vedo da tanto tempo. Prendo la felpa e le chiavi di casa poi esco ignorando la domanda di Malory. Sbatto la porta e scendo le scale, evitando l'ascensore per non incontrare mia zia o suo nipote.
Esco dall'edificio e prendo il telefono cercando il nome di Kevin nella rubrica. Una volta trovato schiaccio il tasto per chiamare e collego le cuffiette al telefono aspettando che risponda.
Dopo quattro squilli risponde.

《Pronto》sento Kevin.
《Pronto deficiente, perché ci metti così tanto a rispondere》rispondo.
《Stavo cercando il telefono dentro lo zaino, scusami》replica.
《Vabbè non mi interessa, ci dobbiamo vedere urgentemente tutti e tre, quindi contatta Ester e dille di venire》dico mettendo le chiavi di casa nella tasca del pantalone.
《Okay》risponde.
《Non accetto ritardi, ci vediamo nello stesso posto》dico alzando il cappuccio della felpa.
《Capito a tra poco》dice.
《Muoviti》rispondo.
Chiudo la chiamata e tolgo le cuffiette, dirigendomi verso il solito parco dove ci incontriamo sempre. Non è tanto lontano da casa ed è un parco abbandonato ormai, è per questo che è il nostro punto d'incontro.
Arrivato mi dirigo verso una vecchia panchina e mi siedo aspettando che gli altri arrivino.
Quando li intravedo in lontananza mi alzo e vado verso la loro direzione.
《Ciao Lucas》mi saluta Ester.
《Ester quante volte ti ho detto di non chiamarmi così》rispondo riproverandola.
《Okay scusami》si scusa.
《Allora non ho tempo da perdere quindi dovete essere più efficaci. Tu Kevin devi allontanare Lèa da Mathias sennò rischia di sapere chi siamo veramente. Invece tu mia cara professoressa non devi perderlo d'occhio. Il vostro compito è quello di intimorirlo e controllarlo affinché non scopre la nostra vera identità》dico guardando bene negli occhi i due che stanno davanti a me.
《Tranquillo ci sto pensando io. L'ho minacciato dicendogli che so tutto su di lui e che, se non fa quello che voglio, dirò la verità a tutti.》dice Kevin con tono deciso e fiero.
《COSA HAI FATTO DEFICIENTE CHE NON SEI ALTRO!》urlo.
《Ma Chris ce l'ho in pugno. Non è questo il nostro obiettivo?》 chiede Kevin perplesso.
《SÌ IMBECILE, PERÒ ORA INIZIERÀ A SOSPETTARE E A CHIEDERSI COME FAI A CONOSCERLO. IDIOTA!》urlo infuriato.
《Ma non lo farà. Ha troppa paura per iniziare a cercare la verità》 dice Kevin divertito.
《Ascoltami grandissima testa di cazzo, con quello che hai fatto, ci stai mettendo tutti in pericolo》si intromette Ester.
《Tutti che ve la prendete con me. Lucas non hai visto lei, mancava poco che la riconosceva. Avevo proposto  le lenti a contatto ma nessuno mi ha ascoltato》dice Kevin quasi offeso.
Ester si gira verso la sua direzione e lo guarda male.
《Allora imbecilli, avete un semplice compito da eseguire e nemmeno riuscite a concluderlo. Trovate un rimedio ai vostri danni, o vi assicuro che non tornerete più a casa e sapete di cosa sono capace. CHIARO?》dico marcando poi sull'ultima parola.
《S-Sì》rispondono al unisco Ester e Kevin.
《Bene adesso sparite prima che vi faccia sparire io dalla faccia della terra per sempre》dico.

Kevin e Ester si girano per andarsene però Ester si volta e mi guarda.
《Chris tuo padre è qui lo sai》dice.
《Sì, lo so. Voglio che arrivi a trovare Mathias, così che riesca a sbarazzarmi per sempre di lui》dico con un sorrisino.
《Perché lo odi così tanto?》chiede lei con quasi con tono di tenerezza.
《Ester cara mia, occupati del tuo lavoro per il quale ti pago e non degli affari miei》dico intanto che prendo una sigaretta e l'accendino.
《Adesso vado che devo far visita ad una persona. Ci teniamo in contatto.》dico mettendo la sigaretta in bocca e accendendola.
《Okay》rispondono Ester e Kevin.

Dopo ciò mi giro e me ne vado uscendo dal parco.
Mi dirigo verso il mio appartamento.
La giornata oggi è piuttosto bella, cielo limpido e sole splendente.
Questa giornata mi porta indietro di qualche anno . Esattamente a quando giocavo con mio fratello, nel giardino dietro casa nostra, a nascondino, con la mamma sorridente a cucire, come era solita fare.
Ero, o meglio eravamo, rinchiusi nel nostro piccolo mondo felice, nel quale c'eravamo solo noi senza alcun male.
Scuoto la testa per scacciare via questi pensieri. È inutile ricordare qualcosa che non tornerà mai più; che è stata perduta per sempre. È come piangere sul latte già versato. Inutile.
Arrivato, vedo Mathias uscire, così mi nascondo dietro un cespuglio.Sembra che vada a correre.
Questo è a mio favore. Mi darà il tempo necessario per fare una bella chiacchierata con mia zia.
Esco dal mio nascondiglio, entro e prendo l'ascensore fino al decimo piano. Arrivato, esco e vado davanti la porta della signora Marin. Mi fermo a guardare la porta davanti a me e sento delle voci provenire dall'interno. Sembra che la zietta non sia sola.
Ad un certo punto la porta si apre ed esce un uomo con tutta velocità e arrabbiato.
Dopo che se n'è andato, entro senza neanche chiedere il permesso. Lei è seduta sul divano, con le mani fra i capelli e i gomiti sulle ginocchia.
Povera zia, naturalmente sono ironico.
Entro in salotto e mi siedo vicino a lei. Il mio movimento brusco la fa sobbalzare e finalmente si accorge della mia presenza.
Si gira nella mia direzione e mi guarda dritto negli occhi, perplessa.
《L-Lucas》 balbetta
《In carne ed ossa, ma preferisco essere chiamato Christopher. Però, per te zia, va anche bene Chris》rispondo entusiasto e con un bel sorriso stampato sul viso.
Immagino che non voleva mai più vedermi ma il destino mi ha portato a vivere al piano inferiore al suo da ormai cinque anni.
《Siamo una famiglia così legata e unita, che finiamo sempre per ritrovarci. Vero zia?》dico avvicinandomi a lei.
È terrorizzata dalla mia presenza, lo leggo nei suoi occhi. Forse pensava che io fossi morto, ma, purtroppo per lei, sono vivo e vegeto. Pronto per rendere la sua vita un inferno.
Mi hanno sempre detto che assomiglio a mio padre, però nessuno ha ancora capito che io so essere anche peggio. So far soffrire le persone, sino ad ucciderle senza sporcarmi le mani del loro sangue. Il mio segreto? Lascio fare tutto a loro.

LA MIA LUCE NEI TUOI OCCHI (In Revisione)Место, где живут истории. Откройте их для себя