VALENTINE 02

«Sai che non lo sopporto, ma come pensi di farti notare da lui altrimenti? Solo guardandolo? Sei così bello che verrà direttamente da te mandando a fanculo tutti e la sua reputazione?» Aveva ragione, Michael aveva quasi sempre ragione

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«Sai che non lo sopporto, ma come pensi di farti notare da lui altrimenti? Solo guardandolo? Sei così bello che verrà direttamente da te mandando a fanculo tutti e la sua reputazione?» Aveva ragione, Michael aveva quasi sempre ragione. Non potevo certo pretendere che fosse lui venire da me per farmi una proposta di matrimonio. Eppure sapevo che non saremmo mai stati una coppia, Calum non era il tipo di ragazzo che ha un compagno di vita. Era sempre solo, se non per i suoi amici con cui non passava molto tempo.

«Mike io odio le feste» sbuffai passandomi una mano nei capelli biondi, avrei davvero dovuto tagliarli, ma per qualche motivo pensavo che mi stessero meglio.

«E' arrivato il momento di lasciare quel guscio, chioccia» sbuffai una risata «andata?» Mi mostrò il pugno e io vi scontrai il mio. In fin dei conti una festa non aveva mai ucciso nessuno, vero?

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Quando arrivammo a casa Hood non fu il proprietario ad aprirci, bensì il suo migliore amico. «Ehi» sembrava sorpreso «lo strano e lo sfigato, che bella coppia» Michael mostrò il dito medio a Irwin, che ricambiò con un sorriso. Il mio amico si fece spazio, io rimasi interdetto a osservare Ashton, il quale si passò una mano nei ricci ribelli e mi lanciò un'occhiata quasi divertita.

«Dì al tuo amico che si calmi» sorrise appena, lasciandomi passare. Annuii anche se non gliel'avrei mai detto; venni subito rapito dalla musica anni ottanta e dalle luci, sicuramente comprate su Amazon in svendita. La casa non era piena, ma c'era comunque troppa gente per i miei standard, tutte coppie che si spalmavano sui muri incuranti degli occhi indiscreti.

«Ti ha fatto storie quel cretino?» Chiese Michael porgendomi una birra che non esitai a bere; scossi il capo, ma non feci in tempo a rispondergli meglio, perchè la mia attenzione venne rapita dalla stella della stanza in cui eravamo appena entrati.

Tutti erano seduti scomposti sui piani di marmo di Carrara, fatto sicuramente venire dall'Italia dai genitori ricchi, di modo che potessero osservare Calum Hood. Seduto su uno sgabello indossava una camicia bianca con alcuni bottoni aperti che lasciavano intravedere il corpo muscoloso. Sopra di essa un giubbotto di pelle nera e dei jeans neri, teneva in mano una birra e appena entrammo puntò lo sguardo scuro su di noi, sorrise in segno di saluto. Era perfetto.

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Non volevo giocare a delle stronzate come obbligo o verità, ma quando proprio quest'ultimo venne proposto non potei non accettare. Harry mi aveva praticamente costretto a sedermi nel cerchio, Calum avrebbe giocato e Ashton aveva insistito affinché 'il santarellino' giocasse.

«Che ne pensi di Calum?» Per un momento mi sentii paralizzato, mi avevano davvero chiesto questo? Perché? Qualcuno aveva scoperto qualcosa?

«Cosa devo pensare» lottai contro me stesso e l'alcol che avevo in corpo per non sputare fuori tutto. «Che è uno dei ragazzi più famosi della scuola, che piace a tutte» quel tutte aveva uno scopo ben preciso.

«Non pensi nient'altro? Ti sembra bello, simpatico, piacevole?» Insistette Ashton guardandomi con quel sorrisino impertinente che non sopportavo.

«Fanculo Ash lascialo perdere, se non pensa niente di me cosa deve fare, inventare?» Hood era stato stranamente aggressivo nel fermare il suo amico, che gli aveva risposto a tono. Il gioco era continuato senza troppa fatica, ma io avevo deciso di andarmene dopo pochi altri turni. Ero seduto lì solo per ammirare Calum da vicino, e perché Michael mi ci aveva fatto sedere, ma non di certo per farmi deridere dai suoi amici.

«Com'è andata?» Chiese Harry non appena mi sedetti accanto a lui sul piccolo divano in pelle nero.

«Una merda» sbuffai e abbandonai la testa all'indietro. Possibile che tutto fosse un problema quando di mezzo c'era Calum?

«Una merda merdina o una merda galattica?» Mi strappò un sorriso, dandomi una leggera gomitata «sai vero che ci sono altri ragazzi oltre a quel tenebroso?» Si intromise Mike, avrei voluto fargli notare che lui era ancora più criptico ed emo di Hood, ma non sarebbe servito detto da me, che lo conoscevo meglio di sua madre.

«Certo, che ne dici di bere qualcosa e poi levare le tende?» Annuì, alzandosi e aiutandomi a fare lo stesso. Dopo due drink 'offerti dalla casa', a detta del barista, riuscimmo a raggiungere la porta.

Appena la aprimmo però, trovammo una sorpresa sullo zerbino: Calum.

«Hemmings, Clifford» lanciò uno sguardo sprezzante a entrambi, per poi appoggiarsi allo stipite. Era talmente ubriaco che faticava a tenersi in piedi, eppure non aveva perso la sua aplomb.

«Ve ne andate già?» Per un momento fissò Michael, poi spostò lo sguardo sui miei occhi e io mi sentii spezzato in due. No, restiamo, tutto quello che vuoi basta chiedere, avrei voluto rispondere.

«Già» il mio amico lo spinse appena per passare. «Grazie degli shot» disse incamminandosi nel vialetto che portava alla strada. Io rimasi imbambolato ancora una manciata di secondi ad ammirare Calum.

«Tu non vai?» Chiese lui alzando un sopracciglio.

«Certo, grazie di tutto Cal...Hood» mi corressi subito, temendo che lui mi avrebbe rimproverato per il mio essere informale.

«Niente Hemmings» una pacca sulla spalla e me ne andai, ancora con il suo sguardo scuro e tagliente impresso nella mente.

§  §  §

«Che testa di cazzo» si lagnò Michael sdraiato sul letto accanto a me.

«Chi?» Sapevo benissimo a chi si riferiva, ma volevo sentire quel nome uscire dalle sue labbra. Amavo sentir parlare di lui.

«Calum Hood, ogni volta mi guarda come se fossi uno schifoso sputo sul marciapiede» aveva ragione, non c'erano scuse per quello sguardo.

«Lo fa con tutti» mentii per sdrammatizzare. Anche se pochi se ne accorgevano Calum aveva uno sguardo diverso per ogni persona. Per Ashton era pieno di fiducia, Michael solo perplessità, la ragazza che lo seguiva ovunque attrazione. Eppure non ero ancora riuscito a capire come guardava me, quelle poche volte che lo faceva. Cosa c'era in quelle iridi scure? Odio? Schifo? Disinteresse totale?

Probabilmente nessuna di queste.

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dopo una vita e mezza, ecco il secondo capitolo! fatemi sapere che ne pensate nei commenti :)

Want you back // CakeWhere stories live. Discover now