Una serie di sfortunati eventi

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CUORI IN TEMPESTA

Una serie di sfortunati eventi

Amare è fraintendersi.
(Fernando Pessoa)

Vedere il nonno appoggiato alla sua auto, con le braccia conserte, la sua aria fiera e una delle sue tipiche camicie a quadretti, mi riporta alla mente il primo giorno che misi piede a Torre Bella. La lite con Giordana, il suo "Ti odio più di tutti gli altri, bla, bla, bla.", il viaggio nella navetta con le cuffiette nelle orecchie e una delle passeggere che blaterava di cibo.

Da allora sono passate poche settimane, eppure i cambiamenti che ci sono stati hanno avuto un impatto che non avrei mai immaginato ci sarebbe stato. Se penso che Giordana si è anche scusato per il modo in cui mi parlò proprio quel giorno, mi viene da sorridere.

E mi viene da sorridere anche quando vedo che il nonno non è solo. C'è infatti anche il suo amico Pietro, più goffo nella postura, pronto a regalarmi uno dei suoi abbracci insieme ad uno dei suoi mega sorrisoni che non fanno altro che rendergli più scarlatte le guance paffute.

Dopo che anche il nonno mi ha salutato con un bacio sulla fronte e un abbraccio al profumo di arance e di talco, ci mettiamo in macchina e il viaggio ha inizio.

Man mano che il paesaggio mi si staglia di fronte, penso a come mi fosse mancato questo posto, seppur ne sia stata lontana per soli due giorni. I suoi colori, la sua natura, i suoi profumi.  Anche se a mancarmi, adesso che sono qui, sono Matteo e Penelope.

Ieri è stata una bella giornata in loro compagnia. Dall'inizio un po' imbarazzante per via di Matteo che si è mostrato più mortificato del dovuto,- sicuramente, grazie anche allo zampino della sua ragazza,- per il suo atteggiamento della sera prima, ma che è proseguita nel migliore dei modi. Siamo andati in spiaggia , abbiamo giocato con la palla e con un materassino a forma di balena, poi siamo andati in un locale e abbiamo fatto karaoke. Sebbene adesso siano una coppia, si sono comportati come sempre, con la differenza che si tenevano per mano durante le passeggiate.

-Beh, come sono andati questi due giorni? Ti sei divertita? – mi domanda il nonno.

È seduto sul sedile anteriore. Pietro è alla guida.

-Sono andati benissimo!- rispondo, felice.- La mia amica Penelope ha partecipato alla gara regionale di ginnastica artistica ed è arrivata prima. È stata una bella soddisfazione vederla vincitrice, conoscendola da tanti anni. Per il resto, ho passato il resto del tempo con lei e Matteo, l'altro mio migliore amico. Ieri siamo andati in spiaggia e poi abbiamo fatto qualche giretto per la città.- riassumo.

-Che bellezza! Sono contento per te e per la tua amica.- fa Pietro, sorridendomi dallo specchietto retrovisore.

-E i tuoi genitori e tuo fratello? Stanno bene?- continua il nonno.

-Sì, tutto bene, nonno. Se la passano tutti alla grande.

Vedo il nonno annuire.

Lui e la mamma non si vedono tanto spesso. La causa è un po' la lontananza, un po' la frenesia della quotidianità di entrambi e un po' il carattere del nonno che, soprattutto gli anni precedenti, si è mostrato sempre restio ad accettare gli inviti di mia madre o le sue proposte di andare a trovarlo. In cuor mio ho sempre pensato che la sua sia sempre stata una sorta di difesa: vedere la mamma sarebbe per il nonno un modo per vedere, in parte, la nonna. Questa cosa sarebbe un'arma a doppio taglio per il suo cuore e credo che non si sia mai sentito abbastanza pronto per affrontarla.  So bene, però, che entrambi si vogliono molto bene,- lo si vede dai loro occhi così uguali, nella profondità e nella malinconia.- e spero che abbiano modo di abbracciarsi quanto prima.

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