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Dopo alcuni giorni dalla sua morte sentivo la sua mancanza più di quanto ne abbia sentita per qualsiasi altra persona al mondo.
È stato l'amore della mia vita e, anche se dovessi trovare un altro amore, non riuscirà mai a sostituire l'amore avversato di stelle della mia vita.
Non facevo altro che andare al gruppo di sostegno e piangere, era diventata una cosa monotona oramai. Mia madre cercava sempre di tirarmi su il morale, ma sapeva bene che non ci sarebbe mai riuscita. Rileggevo la sua lettera, al buio, sul prato, solo con la luce delle migliaia di stelle che mi ricordavano Augustus Waters, l'unica persona che mi abbia mai fatto sorridere e piangere allo stesso tempo; l'unica persona che abbia mai dato un senso a quest'inutile e invivibile vita e l'unica persona che abbia mai amato.
Sorridere in quel periodo era piuttosto difficile, dato che l'unica ragione per cui sorridevo si era spenta, come si spegne una stella dopo il suo ciclo vitale, perché sì, anche le stelle muoiono.
È tutta colpa delle stelle, ognuna di esse mi ricorda una parte di lui.
Quella più luminosa mi ricorda il suo sorriso, che non si è mai spento nonostante tutto quello che avesse passato.
Quella meno luminosa, era la sua finta, ma bellissima gamba, perché ogni qualvolta la toccassi, lui arrossiva. E diamine, se lo amavo. Quando arrossiva mi piaceva ancora di più. Quando arrossiva, c'era un bellissimo contrasto tra i suoi occhi azzurri, quasi trasparenti, in cui ci si poteva vedere oltre, e le guance colorate di un rosa acceso. Mi faceva rabbrividire.
Guardarlo era diventata un'arte.
Guardarlo era diventata una passione.
Quel mercoledì, a quasi due settimane dalla sua morte, Isaac aveva deciso di non portarmi al gruppo di sostegno. Diceva che non ce l'avrei fatta, e aveva ragione. Ero così triste che non avrei retto un altro istante e sarei scoppiata a piangere. Come ho fatto per tutto il resto del tempo, perché mi mancava così tanto, che non saprei cosa sarei potuta arrivare a fare pur di vederlo sorridere un altro istante.
Mi mancavano i suoi baci.
Mi mancavano i suoi sorrisi costanti.
Mi mancavano le sue battute.
Mi mancava tutto di lui, come tuttora mi manca.
Isaac voleva farmi sorridere, cercava di riuscirci e io apprezzavo ogni suo sforzo.
Mi mancava così tanto.
Mi sento così vuota e inutile. I miei polmoni, stavano giungendo al termine. Stava arrivando anche la mia ora, mi mi ero promessa, davanti la tomba del mio Gus, che avrei retto e lottato fino all'ultimo, anche per lui, che non ha potuto lottare per il suo "ultimo". Tutto per me era diventato così buio.
Tutti i posti che avevo calpestato insieme al mio Gus, quando li calpestavo ancora, sentivo che mi mancasse qualcosa. Ma non era qualcosa.
Era lui.
Isaac era l'unico che mi conoscesse bene e che riuscisse a farmi dimenticare per un momento tutti i miei problemi perché cercava in qualsiasi modo di farmi sorridere. Sapeva che sarebbe stato difficile, eppure continuava a provarci, perché sapeva che un giorno ci sarebbe riuscito. Mi avrebbe fatto sorridere.

Colpa delle stelle 2Where stories live. Discover now