Capitolo 5.

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Newt sentiva che più le giornate andavano avanti più il mondo intorno a lui si spegneva.
Tutto era buio e insolitamente noioso. Mancava qualcosa che riuscisse a suscitare il suo interesse per davvero.
Solo le sue creature riuscivano a distogliergli la mente da certi pensieri.
Aveva bisogno di qualcuno, pensava.
E la sua mente ricadeva inesorabilmente al suo pensiero. Pensava ancora a lei, ma al contempo cercava di togliersela dalla testa, come se fosse un orrendo virus, un battere, una malattia mortale.
Mortale, si. Newt pensava che prima o poi sarebbe morto se fosse andato avanti così.

Più ci pensava, più quella che era solo la mancanza di una persona si tramutava lentamente in depressione.

Sentiva il costante bisogno di rivederla, di risentirne il profumo di caffè, di toccarla, anche solo sfiorarla, di nuovo.
E tutto questo provocava in lui un senso di vuoto, un vuoto pesante, che gli colmava il petto bloccandogli il respiro.

Newt Scamander era ormai barricato in quella che lui stesso reputava una vita a sua volta  barricata fra i suoi pensieri.
Aveva bisogno di qualcosa che scuotesse la monotonia delle sue giornate dipinte ormai solo dai colori degli habitat magici delle sue creature.

Questa normalità fu, un giorno, per sua immensa e irricompensabile fortuna, scossa.

Saliva stanco dalla sua valigia, tornato dopo l'ora di pranzo dei suoi animali con le mani sporche di mangime, Pickett appiccicato alla sua camicia distrattamente sbottonata.

Sul tavolo della cucina, ad aspettarlo, vi era un piccolo e goffo gufetto, con legata ad una zampa una lettera ingiallita.
Newt mise da parte la lettera e, come prima cosa, diede una ricompensa al gufetto, uno spicchio di mela.
Il volatile se ne stava tranquillo e pacifico sul tavolo. Newt prese la lettera in mano e fece per aprirla.
Sul lato dell'apertura vi era il nome del mittente.

Un colpo al cuore, un respiro mancato.
Il nome sulla lettera era tutto ciò che Newt aveva desiderato di vedere da una settimana a quella parte.
- Tina... - sussurrò piano fra sé e sé.

Le mani gli tremavano, a fatica tratteneva le lacrime. Non gl'importava minimamente cosa avesse scritto. Tina si ricordava di lui, di quello che era stato.
Aprì la lettera e la lesse.

DIETRO L'ANGOLO

si anche questo fa pena ma sono contenta che stia facendo LEGGEREMENTE un po' più letture quindi sussurra a se stessa va bene così
cooooomunque ho un'altra storia in sospeso che mi andrebbe di pubblicare😔👊🏻 nonostante sappiamo tutti che non la completerei nemmeno sotto tortura
sputa a terra ENTSCHULDIGUNG
MI DILEGUO A SCLERARE SU CLAIRE DEARING ADDIO

Salamander's Eyes - NewtinaOnde histórias criam vida. Descubra agora