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iii.
two years later


Millie

Il vento era ormai solo un lontano ricordo: la brezza Californiana aveva preso il suo posto da un paio di giorni, e la cosa non mi dispiaceva affatto.

A Sadie sarebbe piaciuto quel posto, pensai. Perché la realtà era che, per quanto potesse essere bella la nuova abitazione, non riuscivo a smettere di pensare a lei.

Avevamo da poco terminato la videochiamata, e forse era quello il motivo per cui mi sentivo così nostalgica.

La mia prima amica, e senza ombra di dubbio la migliore. Non avrei mai pensato potessimo venire separate da una banalità simile, e adesso tutto quello che ci univa era uno schermo.

Il nostro ultimo addio era stato tragico, ma la rossa sembrava felice per me. Diceva che un giorno si sarebbe trasferita nella casa accanto alla mia, e saremmo tornate inseparabili.

Accennai un sorriso nostalgico, rivolgendo uno sguardo verso il cielo notturno.
La mia camera possedeva un balconcino della quale mi ero innamorata: a Londra era difficile scorgere le stelle tra i mille edifici e le nubi grigie, e adesso che riuscivo ad ammirare il cielo in tutta la sua bellezza mi sentivo libera.

Perdendo lo sguardo nelle costellazioni perdevo anche la concezione del tempo, ed era come se tutto si fermasse e riuscissi a fluttuare, insieme a loro, in quella serena penombra.

L'unico impedimento era una palazzina dotata di un terrazzo sulla quale mi affacciavo perfettamente, ma cercai di non farci troppo caso, chiedendomi semplicemente chi ci potesse abitare.

Solo il suono della porta spalancarsi riuscì a risvegliarmi dal mio stato di trance.

«Mills, sei ancora sveglia?» la familiare vocina di mia sorella, Ava, bastò per farmi roteare gli occhi.

«Ava, è tardi, vai a dormire» senza nemmeno voltarmi, la freddai, infastidita a causa della brusca interruzione.

«Non dovresti andare a dormire anche tu, Millie? Ti ricordo che domani la sveglia non ti risparmierà» questa volta fu mia madre a parlare, allora mi voltai. Prendendo mia sorella in braccio, Kelly mi aveva portato alla mente un pensiero che avrei preferito non ricordare.

Sbuffai in risposta mentre le due lasciavano la mia camera, e chiusi violentemente la porta non appena furono fuori.

Sciolsi i capelli legati in un lento raccolto spettinato e, prima di andare a letto, mi avvicinai alla finestra con l'intenzione di chiuderla: il mio sguardo si posò nuovamente su quel terrazzo deserto.

Sospirai, stringendo ancora la tenda tra le mani, come se sperassi di, aspettando un altro po', poter scoprire il mistero del terrazzo.

Scossi la testa, lasciando la presa: il tessuto chiaro oscurò la vetrata. Fu allora che mi sdraiai, già consapevole del fatto che non sarei riuscita a prendere sonno nemmeno quella notte.

🌙

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where the lanters end up [fillie] Donde viven las historias. Descúbrelo ahora