𝐈𝐈𝐈 ー 𝐖𝐇𝐄𝐍 𝐓𝐇𝐄 𝐑𝐀𝐈𝐍 𝐒𝐓𝐎𝐏𝐒

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" eri come l'estate nel freddo inverno nel quale continuavo a sopravvivere, scioglievi le mie certezze, mi rendevi schiavo, senza far nulla

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" eri come l'estate nel freddo inverno nel quale continuavo a sopravvivere, scioglievi le mie certezze, mi rendevi schiavo, senza far nulla. "
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𝟸𝟶𝟸𝟼
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Insopportabile, era la luce che al mattino filtrava dalle tende per avvisare dell'arrivo di un nuovo giorno, accompagnata dalla sveglia impostata che non lasciava scampo neanche al sonno più pesante. Mi svegliai strizzando le palpebre per il fastidio, sbadigliando ed allungando un braccio per spegnerla con un leggero tocco sullo schermo dello smartphone. Il solito odore di disinfettante e candeggina fece capolino fra le mie narici, costringendomi in quel modo a tirar su col naso. Dormivo spesso in ospedale in quel periodo, era il terzo anno di specialistica in chirurgia toracica e capitava che durante il turno di notte fossi chiamato ad assistere il medico che mi era stato assegnato, quindi trovarmi già sul posto non mi sembrò un'idea così malsana. Non lamentavo sintomi di stanchezza, più che altro il pensiero di te da solo nel nostro appartamento mi lasciava sempre con l'amaro in bocca. Non dicevi mai niente, mi sorridevi e baciavi le labbra per incoraggiarmi ogni volta che potevi e questo, davvero, era un fattore più che rilevante per la mia stessa permanenza in quell'ospedale.

— hey wong, il dottor. kang ti cerca, dice che ha bisogno di te. —  disse uno dei miei colleghi del dipartimento di chirurgia, mentre mi alzavo dal letto a castello sul quale presto si arrampicò e sdraiò stanco.

Le mie giornate erano divenute più frenetiche dalla laurea, non avevo molto tempo a disposizione come prima e non vedevo l'ora di terminare anche quel ciclo di studi. Molte volte mi capitava di pensare di lasciare quella strada così tortuosa, ma averti al mio fianco durante le sere in cui studiavo fino a tardi mi aveva dato la giusta forza per non farlo. Fingevi di non avere sonno nella maggior parte dei casi, crollando col capo su una mia spalla o sulle mie gambe. Mi piaceva la tua presenza nonostante sapessi che anche tu, dal canto tuo, non stessi con le mani in mano. Dopo l'università eri riuscito ad aprire una tua galleria d'arte nella quale allestivi mostre per trovare, nel mentre, anche committenti interessati alle tue opere. Ero fiero del fatto che dopo tanti sforzi fossi riuscito nel tuo intento di crearti il tuo piccolo mondo ed ero felice di entrarvici ogni qual volta tu organizzassi un evento o semplicemente volessi mostrarmi qualcosa di nuovo. 

— cos'è che la fa sorridere così tanto, wong? — la voce del mio superiore fece si dal farmi rinvenire dai miei pensieri su di te, costringendomi a prestargli attenzione quando nominò il mio nome.
— nulla, signore. il collega park mi ha detto che mi stavate cercando, c'è qualche problema? — cambiai velocemente argomento, conoscendo bene l'uomo che mi stava davanti; non perdeva mai l'occasione di chiedere della mia vita privata, senza ovviamente ricavare mai nulla più di un semplice: - sono occupato.
— nessun problema, prima che tu vada a casa oggi sei richiesto nel reparto pediatria per una visita di controllo ad una bambina di otto anni, a quanto pare le sei rimasto impresso da quando nel periodo di tirocinio le sei stato accanto durante i suoi primi esami. puoi farlo, no? dovrai solo affiancare il suo medico di base, il dottor. jung ho-seok, poi potrai andare. —

𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐁𝐄𝐓𝐖𝐄𝐄𝐍 𝐋𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒Where stories live. Discover now