prologo

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Amore....Rabbia....Tristezza....Paura...

"Che cosa si prova?"

Vedere persone che si baciano, che litigano, che piangono....

Ma io no. Non ho mai provato nessuna emozione...o almeno, l'ultima volta è stata così tanto tempo fa che non mi ricordo più

La stessa volta in cui io persi tutto ció che avevo...

Flashback
Mia madre aveva da sempre avuto un disturbo mentale, che le faceva avere delle visioni.
A quel tempo andavo in seconda media e ogni giorno era normale che mia madre urlasse e tentasse di colpire qualcosa che nella realtà non c'era. Un mostro, diceva lei. Un mostro che voleva portarle via tutto.
A volte capitava che colpisse qualche passante mentre eravamo in giro, perché nella sua testa loro si manifestavano come "il Mostro", e mio padre ogni volta doveva farla calmare, mentre io assistevo a tutta la scena.

Ma il destino volle che quel giorno il mostro fosse proprio mio padre...

Ero in camera mia a fare i compiti. Sentivo le urla di mia madre di sotto, mescolate a quelle di mio padre che tentava inutilmente di calmarla per l'ennesima volta. Tutto questo durò per mezz'ora, concludendosi con un grande urlo e poi niente. Silenzio.

Non era normale tutto quel silenzio...
Decisi di scendere le scale per vedere cosa fosse successo...avrei dovuto farlo prima...

Arrivata al penultimo gradino, la scena che mi si presentò davanti fu come un masso che mi schiacciò di colpo a suolo.
Mia madre era seduta a cavalcioni sul corpo pieno di sangue di mio padre, teneva un coltello tra le mani e i suoi occhi erano rivolti verso l'alto, spenti, privi di espressione. Mio padre aveva il gli occhi e la bocca spalancati dalla paura, ma non si muoveva di un muscolo.

Era come vedere una fotografia...
Una fotografia sporca di rosso.

Non so esattamente come mi sia mossa.
Il mio cervello non funzionava più e il mio corpo si mosse da solo verso mia madre, e una volta arrivata li, presi il coltello dalle sue mani, risvegliandola dal suo stato di trance.

Mi abbracciò. Un abbraccio caldo ma sofferente. Tremava e cercava di non piangere. Mi disse solo una cosa
"uccidimi".
E così feci...conficcai il coltello nella sua schiena, e il suo corpo si accasciò contro di me, senza un ben che minimo urlo, solo un sospiro di libertà.
Posato il corpo di mia madre vicino a quello di mio padre l'unica cosa che mi mancava era di mettere fine alla mia vita.
Presi il coltello e, con lentezza, mi preparai a compiere il mio ultimo atto.
Un forte rumore della porta che si spalancò, mi fece fermare, con la lama del coltello a un centimetro di distanza dal petto. La polizia irruppe nella stanza, probabilmente chiamata dai vicini che avevano sentito le urla.
Mi fecero domande su domande ma io non ne risposi neanche una. Ero come un bambola, ferma immobile a guardare il vuoto.

Il caso della mia famiglia venne chiuso ed io venni portata in quello che per i due anni successivi sarebbe stata la mia casa. O meglio, la mia "prigione"

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Hey ragazzi!
Ecco il prologo della mia nuova storia
Ringrazio molto PrettyLilCandy , perché mi ha molto aiutata nella costruzione della storia
Ditemi se vi piace.

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