Capitolo 19

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Mi svegliai al suono della sveglia con la sensazione di avere almeno due chilometri di occhiaie. Avevo rivissuto quel dolore terrificante per non sapevo quante volte, molte delle quali mi avevano anche fatto svegliare di soprassalto.

Rick, dimostrandosi quel migliore amico che non avevo mai avuto, mi era stato accanto tutto il tempo, e sono certo che l'unica cosa che mi impedì di avere reazioni anche peggiori furono le sue braccia a tenermi attaccato a lui.

Di sicuro nessuno ne avrebbe fatto parola con Jeff. Dopo tutto quel dolore non intendevo farmi ammazzare.

Ero ancora nelle braccia di Rick quando mi svegliai. Spensi la sveglia con un colpo a caso e aprii gli occhi, riuscendo a distinguere il ragazzo abbastanza nitidamente. Vedevo ancora un po' sfocato, ma almeno ora ci vedevo.

Il ragazzo aprì gli occhi a sua volta e mi guardò a sua volta.

"Thomas... i tuoi occhi hanno qualcosa di strano", sussurrò.

Corsi in bagno e mi specchiai, facendo fatica a vedere il mio riflesso ma comunque riuscendo nell'intento.

I miei occhi non erano più verdi. Erano diventati argentati.

"Diamine", feci allontanandomi e facendo sfocare l'immagine. Avevo bisogno di un paio di occhiali per poter andare al lavoro, quel giorno.

La figura di Rick mi raggiunse e mi girò per vedermi negli occhi.

"Va detto che l'argento ti dona. Comunque non si nota tanto la differenza", disse mentre anche Judge ci raggiungeva.

"Non parlava di questo il libro", disse lei.

"Non parlava nemmeno della miopia, eppure ho anche quella. Spero sia per colpa del colore degli occhi".

"Ma tu intendi anche andare al lavoro?", chiese Rick.

"Decisamente sì".

"Beh, buona fortuna".

Appena misi piede nella caserma capii che era stata una pessima idea. Non capivo neanche chi erano quelli che mi passavano davanti. Potevo fingere di dare la colpa agli occhiali da sole che mascheravano il colore delle mie iridi, ma non avrebbe comunque funzionato.

Il capo - lo riconobbi per la voce -, mi convocò immediatamente. Io lo seguii, stando attento a non schiantarmi contro qualcosa.

Non appena chiusi la porta dell'ufficio venni inchiodato contro il muro per l'ennesima volta.

"Non saprei se classificare questa come stupidità o astuzia. Sei umano e ti sei fatto guarire pur rischiando di morire... pensi davvero di sopravvivere dopo quell'incantesimo? Nessun umano può sopravvivere all'energia che ora ti scorre nelle vene. Gli occhi argentati e la cecità sono solo l'inizio".

"Io non sono cieco. Sono miope, il che fa una gran bella differenza. Ora se mi lascia andare, avrei del lavoro da svolgere", dissi senza fiato.

Il suo ghigno lo vidi chiaramente. Mi lasciò andare, ridendo della mia stupidità, probabilmente. Io uscii senza battere ciglio e andai nel mio ufficio per vedere chi mi mancava da interrogare.

Clockwork, Nina the Killer, Offenderman e The Puppeteer. Solo loro mancavano da interrogare e io non avrei saputo dire chi tra loro fosse il meno peggio.

Decisi di interrogare per prima Clockwork, che da quel che ricordavo era pazza ma non pericolosa.

La solita guardia mi fece entrare con un sorriso di scherno sul volto. Ora i miei occhi erano visibili a tutti, quindi doveva essere per quello.

Quella che mi si presentò davanti non aveva l'aspetto di una cella. Sembrava piuttosto un'opera d'arte.

Clockwork stava dipingendo in un angolo. Non si girò a guardarmi né altro, continuò solo a dipingere.

Quelle pareti sembravano raccontare una storia. Una storia triste e violenta, o almeno io così interpretai il fatto che ci fosse quasi solo rosso e grigio sulle pareti.

La mia vista pareva essere tornata, osservai guardando la ragazza e riuscendo a vederla come prima.

"Un vero pittore sa andare oltre l'arte che produce. La mia pare abbia proprietà curative, anche se su di me non funziona".

Clockwork si alzò e mi venne davanti, squadrandomi con l'unico occhio sano. La sua faccia era una maschera di pietra, e lo rimase anche quando mi disse: "Begli occhi".

"Grazie. Anche a me piace il tuo. È molto verde, mi ricorda uno smeraldo", risposi con un lieve sorriso.

"Sei un poliziotto. Che vuoi da me?".

"Solo sapere degli omicidi che hai compiuto".

"Ne ho compiuti solo agli inizi. Il dottore, la mia famiglia... cosa importava loro se mi ero cucita la bocca? Ho vissuto come un'estranea nella mia stessa casa, cosa poteva importare loro?!".

La sua voce aumentò di scatto e io mi misi sull'attenti. Ero dell'idea che non mi avrebbe ucciso, ma meglio essere sicuri.

"L'immagine importa a molti, per quanto sbagliato. Ma mi sembra inutile stare a rimurginarci sopra ora, no? Loro sono morti e tu hai trovato un'altra famiglia".

"Per quel che vale, sì, è vero. Non sono felice quanto vorrei, ma almeno non sono più sola".

Mi chiesi se si stava rendendo conto di avermi parlato di sé stessa e di ciò che peovava. Per quel che riuscivo a ricordare, a lei non piaceva mostrare a qualcuno i propri sentimenti.

"C'è altro che mi devi chiedere?".

"Temo di no".

"Peccato, sei la prima persona con cui parlo senza arrabbiarmi in tutta la vita".

Sorrisi e le diedi un abbraccio che la lasciò di stucco.

"Mi dispiace di doverti lasciare di nuovo sola. Prometto che tornerò".

Lei sorrise leggermente e mi permise di uscire.

Avevo ancora tempo per un altro interrogatorio, mi dissi per togliermi dalla testa il sorriso della ragazza. Un sorriso veramente raro, non si poteva che affermarlo.

Decisi di dedicarmi ad Offenderman, sebbene conscio che rischiavo grosso. Se non altro non ero una donna, o quello sarebbe potuto essere un bel problema.

"Vado ad interrogare Offenderman", dissi alla guardia.

"No, non ci vai. Slenderman e Offenderman la tua energia magica possono sfruttarla comodamente. Non te lo permetto".

Mi accigliai e dissi: "Devo interrogare anche lui".

"No, non devi. A lui non devi avvicinarti, o non avrai più amici con cui parlare".

Sbuffai e dissi: "Allora vado in ufficio a sbrigare faccende".

La questione si stava complicando. In silenzio, feci un riassunto chiaro di ogni cosa che c'entrava in quella faccenda.

Pensai alla magia che Zalgo mi aveva detto che avevo acquisito. Potevo forse sfruttarla? Così potevo liberarmene e magari evitare di morire.

Dovevo fare delle prove. Se questo era possibile, allora avevo un piano.

-

Ci credete se vi dico che ad occhio mancano tipo 5 o 6 capitoli alla fine?
Ad occhio vuol dire che non so di preciso quanti ne servono. Lo scoprirò anche io scrivendo.
Spero il caputolo vi sia piaciuto. Per togliere dubbi, Rick NON sta tradendo Jeff con Thomas.
Giuro.
Beh bye~
- Aly

Io vi Salverò || CreepypastaWhere stories live. Discover now