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Ho fatto una doccia calda, mi sono vestita e mi sono preparata: sto aspettando Luca che scenda per andare a scuola, l'autobus non mi va più di prenderlo, né di camminare a piedi, perché la mattina sembro uno zombie e non capisco niente.

Appena alzo la testa lo vedo scendere lentamente le scale, incrocio il suo sguardo e avverto una forte scossa nel petto, che mi provoca dei brividi.

-Nemmeno il buongiorno si dà?- domanda freddo.

-Non iniziare a rompere le palle- sbotto acida, faccio per andarmene, ma lui mi afferra per il polso e si posiziona davanti a me.

-Rispetto, sorellina. Rispetto- sbotta guardandomi le labbra in una maniera unica.

-Sorellina niente, coso. Andiamo che facciamo tardi!- esclamo mollando la presa.

-E comunque da stanotte in poi dormirò io nella mia camera, capito? Il divano è scomodo per dormire e poi è la mia camera, non è tua. Quello è il mio letto e non ci può dormire chiunque- puntualizzo incrociando le braccia al petto.

-Dopo che mi hai infilato la lingua in bocca mi definisci "chiunque?"- ridacchia nervoso.

-Poi sarei io lo stronzo di turno che usa le ragazze, certo- ironizza.

-Ormai ho cancellato tutto, non mi interessa minimamente ciò che è successo tra noi due, forse non ti è chiaro- ringhio acida guardandolo negli occhi, lui si limita ad annuire.

-Non sono un mostro- scuote la testa.

-Ho dovuto per forza farlo, credimi. Anche perché altrimenti i ragazzi del mio gruppo, quelli più grandi, insomma, mi menevano- spiega ed io resto zitta per qualche secondo, dopo di che sospiro e apro bocca.

-Ti fai comandare da loro?- domando.

-Tutto questo fa parte della mia vita privata ma dirtelo è uno sfogo perciò te ne sto parlando. Non lo sa nessuno cosa faccio nella mia vita, dopo la musica ovviamente. Tutti pensano che io sia il classico ragazzino con la testa montata che scrive due rime su una merda di foglio, che usa l'autotune e che parli su delle basi rap del cazzo, la gente dall'esterno mi giudica come uno che se la tira, come uno che fa la bella vita, senza sapere veramente cosa racchiude la mia vita a pieno. E probabilmente è per questo che ho l'aria da bad boy che mi fa sembrare un tipo tenebroso ed è per questo che attiro ragazze a non finire- sospira.

-Credimi ho provato più volte ad uscirne, ma l'erba mi fa bene. Quando fumo sto bene, non penso a niente, mi rilasso. Ho iniziato per puro caso e non sono riuscito più a smettere- mi dice.

Scrollo le spalle.

-Senza che fai la vittima, Luca. Ho già i miei problemi, non è per fare l'egosita, ma è veramente così. Ora andiamo che facciamo tardi- espongo con aria fredda, per poi aggiustarmi lo zaino sulle spalle e recarmi verso la porta d'ingresso.

***

Entriamo in classe, subito mi accorgo che stanno borbottando qualcosa su me e Luca, ciò mi dà fastidio, ma lui passa davanti a tutti e va a sedersi con indifferenza: certo lui è abituato a sentirsi parlare dietro, ma io no, a me dà fastidio.

Di me ne hanno già sparlato quando James mi lasciò, basta così.

In questo momento il biondo ha i suoi occhi puntati su di me.

-Sentite!- esclamo, ma nessuno mi dà retta.

-Oh!- esclamo con un tono più alto e tutti mi guardano con aria perplessa.

-Sentite avete rotto le palle. Sono giorni ormai che quando arrivo in classe mi sento sparlare dietro, fino ad ora sono stata zitta per non sembrara la bambina della situazione, ma adesso mi sono stancata. Mettetevi in testa che io e Luca non abbiamo fatto nulla insieme, okay? Non è successo niente tra me e lui, perciò non rompete più la palle con queste stronzate, ho già altri problemi e non posso mettermi a pensare pure a voi. Questo è tutto- spiego.

-Come no, fai la santarellina di turno adesso- interviene Marika, la poco di buono della classe.

-È solo che non vuoi passare per una...- Luca la interrompe.

-Marika non rompere la palle, stai al posto tuo. Sono cazzi miei e di Aurora, tu non c'entri niente- sbotta acido Luca.

-Non rompere le palle tu!- esclama Marika, la moretta perfettina.

-Pure se fosse che abbiamo fatto qualcosa...- dice il moro alzandosi e si avvicina a me.

-Non sono fatti che vi riguardano, okay? Ma non avete una cazzo di vita sociale? Dovete rompere sempre ad altra gente?- domanda lui a raffica ed io sospiro.

-Aurora non vuole infangarsi, perché sa che sei un tossico del cazzo e che vorresti solo passare tutti i tuoi sfizi con lei in un letto- Luca lo guarda male.

-Tappati la bocca, James- ringhia Luca infastidito.

-Ah perché lei non ne sa niente?- James finge di fare il finto tonto.

-Cosa dovrei sapere?- intervengo, il moro mi guarda e scuote la testa.

-Niente, sta sparando soltanto cazzate- mi dice, ma ho un brutto presentimento.

James si alza e tira fuori il suo iPhone.

-Se non mi credi che è soltanto uno stronzo ed un tossico, piccola, ascolta questo- il biondo fa partire un audio.

"Oh Fra', la figlia del compagno di mia madre è proprio bona, dammi un tre settimane e la faccio cadere ai miei piedi, mi passo un po' tutti gli sfizi con lei, fingo di essere innamorato e poi succede quel che deve succedere. La vinciamo noi la scommessa, Giacomo. Già pende dalle mie labbra. Ci vediamo dopo al locale."

Non ci credo.

Luca da un pugno all'aggeggio che va a finire sul pavimento: lo schermo si graffia, James si abbassa, lo afferra e si rialza con un sorrisetto stampato sul volto.

-Che c'è, ora non parli più?- ironizza il biondo mentre la classe è in religioso silenzio ed i miei occhi pizzicano più che mai.

Luca si gira verso di me e scuote la testa.

-Non è come credi, ti giuro- cerca di difendersi.

-È inutile, Luca. È inutile. Non puoi difendere l'indifendile- dico con un filo di voce.

Mi afferra per il polso ma mollo immediatamente la presa.

-Vaffanculo, mi fai schifo- sbotto, per poi girarmi e andare verso la porta.

-Brutto stronzo!- ringhia il moro, per poi colpire James in pieno viso, ma io scappo via, il più lontano possibile da qui.

Dopo una corsa veloce, mi rifugio nello spogliatoio femminile in palestra: non voglio sapere più niente di nessuno.

Voglio restare sola.

Intanto le lacrime iniziano ad inondare le mie gote pallide e i singhiozzi cominciano a riempire le quattro pareti.

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Where stories live. Discover now