Capitolo 11

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"Tanto poi,ti toglierò i vestiti"
-Irama,Vuoi sposarmi?-
















Tivoli,5 novembre.
16:34
















































Capitolo dedicato a questa splendida anima di ElenaPenna98.
Sei così tante cose messe insieme che non posso descriverti,non ci riesco.
Ma con certezza posso dire che sei speciale,positiva e semplicemente te.
Ti voglio bene,davvero.
Non abbatterti per coloro che non meritano le tue lacrime🌹









































Due giorni dopo,Beatrice si era ritrovata nell'enorme salotto di Francesco.
Suo padre da due giorni a quella parte,stava peggiorando il suo comportamento.
Aveva cercato di toccarla.
E lei,era scappata dapprima da sua nonna,e poi da Francesco,con una scusa.

<<Quindi per quanto dura questo trasloco?>>
<<Un paio di giorni....niente di che>>
<<E fino a venerdì dove starai?>>
<<Non lo so....devo vedere>>
<<Guarda,la Rossini ci ha detto che entro venerdì dobbiamo finire il lavoro di arte.....cogli l'occasione per stare qui?>>
<<Ma sei impazzito? In casa tua,con la tua routine e i tuoi genitori? Sarò solo d'intralcio>>
<<Non ho nessuno che durante il pomeriggio mi faccia compagnia....dai,non fare complimenti davvero>>
<<Non posso....>>
<<Almeno fino a domani>>
<<Va bene....ma dopo la scuola torno a casa>>

Lei era rimasta seduta sul divano,ad osservare i movimenti di Francesco che stava cercando un bel libro dalla sua immensa libreria.
<<Mh.... sì,questo è il mio preferito>>aveva detto,tirando fuori un libro ormai impolverato.
<<Platone:citazioni e aforismi>>aveva recitato Francesco per poi sedersi accanto a Beatrice e iniziare a sfogliare il libro.
Lei curiosa,si era messa più vicina a Francesco,per cercare di leggere qualcosa.
Lui aveva sorriso,e dopo aver girato varie pagine,si era fermato.

















"L'amore è una grave malattia mentale"
















Beatrice aveva alzato lo sguardo su Francesco,ritrovandolo a studiarla.
<<Che c'è?>>aveva domandato lei,e lui le aveva sorriso,scuotendo la testa.
<<Niente,niente di niente>>aveva risposto lui,continuando a sfogliare il libro.
Un'altra citazione.




















"Il giusto altro non è che l'utile del più forte"






























Questa volta erano gli occhi di Beatrice ad essere stati incatenati fra le caratteristiche di Francesco.
Lui si era voltato e l'aveva guardata.
La luce del tramonto faceva brillare gli occhi di Beatrice,e mille sfumature diverse la stavano attraversando.
<<Stai ferma così .....>>aveva detto lui per poi correre a prendere la tela.
Era tornato e Beatrice,non si era mossa di un millimetro.

Ma qualcosa dentro lei, sì.



















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La sera,Francesco aveva comunicato che Beatrice sarebbe rimasta a dormire da loro, così da non creare disguidi.
Ora i due giovani si trovavano in cucina.
<<Allora....io non so niente di te,raccontami qualcosa>>aveva chiesto Francesco curioso.
Beatrice aveva sorriso e aveva messo il piatto nel lavandino.
<<Ho paura che i tuoi ci sentano>>aveva risposto lei,smettendo di sorridere.
Francesco aveva capito che dietro quel sorriso,c'era una storia che meritava di essere ascoltata.
Ma non in quel momento.
Forse Beatrice non se la sentiva.

Ma inaspettatamente Beatrice aveva insistito.
Lui l'aveva portata in camera sua.
<<Che bella.... è colorata>>aveva detto Beatrice,osservando la stanza.
I dipinti precedenti li avevano fatti in salotto,non aprendo mai il mondo di Francesco.
<<Scusa il disordine......sai questo weekend non ho alzato un dito>>aveva detto Francesco,imbarazzato.
Lei aveva sorriso ed era rimasta in piedi,ad osservare ogni minimo dettaglio di quella stanza.
<<Siediti pure>>aveva detto lui e lei aveva scosso il capo.
Lui si era seduto ai bordi del letto,osservandola prendere in mano un altro libro.
Un anno per un giorno di Massimo Bisotti.



















La cosa triste è che la maggior parte degli uomini non nasce per vivere in pace e soprattutto, più non trova la sua pace, più prova piacere nel toglierla agli altri.























<<É una frase importante>>
<<A volte, è la triste realtà>>
<<In che senso? Non sei nata in pace?>>
<<Non so cosa significhi vivere in pace>>
<<Cosa ti blocca dal farlo? Prendi un aereo e parti,fai un bel viaggio no?>>
<<A te risulta sempre tutto un gioco. Prendere e partire per destinazioni mozzafiato,laurearsi e mettere su famiglia....ma ti meraviglio:ci sono persone più sfortunate di te che non hanno tutto questo.
Non hanno un pranzo sereno,una festa serena in cui tutti ridono.
Ci sono persone che non sanno cosa voglia dire essere in pace,caro Francesco>>

E con quelle parole,ancora una volta,Beatrice aveva lasciato la stanza vuota.
Con un ragazzo pieno di pensieri,un libro sul pavimento e un dipinto terminato.

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