Cap 3 | Pantaloncini e maglioni.

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Ieri sera sono andata al cinema con le mie amiche. Pantaloncini corti e maglione a maniche lunghe. Ma dico io, nessuno si chiede perché a metà settembre metto i maglioni? Le mie amiche non sanno che mi taglio, lo so solo io. E mia mamma non sospetta nulla, oppure non vuole affrontare la verità, perché io non li ho mai coperti più di tanto i tagli. Lei ultimamente mi sta buttando giù più di tutti gli altri; prima mi sosteneva, ma ora forse è peggio lei di mio padre. Sa che ascolto Demi praticamente tutto il giorno, e non fa che prendermi in giro o mi dice che devo smetterla di guardare video del primo deficiente che capita e guardare cose furbe. Non sopporta che io sia una Lovatic. Ma se solo sapesse... Se solo sapesse che sua figlia si taglia e che deve la vita di sua figlia a quella cantante che odia tanto... Ma per lei le autolesioniste sono tutte solo delle pazze da rinchiudere in psichiatria, o almeno così mi ha detto. Bella mamma, eh?

Comunque dicevo, ieri siamo andate al cinema e c'erano anche i miei amati compagni di scuola. Nella fila dietro di noi. Non mi hanno nemmeno parlato, stranamente, ma mi è venuto una specie di attacco di panico solo a vederli. Davvero, non respiravo più. E' odioso come tre persone possano condizionarmi così la vita.

Prima dell'inizio del film, mi sono meravigliata nel vedere pubblicità svariate: un supermercato, cereali, un film, un concerto di Demi... Aspetta. UN CONCERTO DI DEMI? IN ITALIA? Cazzo. Va beh calmati ora, tanto non ci potrai andare. Ok, mi è passata, non ci andrò, non lo chiederò nemmeno a mia mamma, tanto so già la risposta.

Tornata a casa vado subito ad informarmi sul concerto, anche se avevo detto che mi era passata. Trovo una città incredibilmente vicino alla mia, e non mi sembra vero. Ok, al concerto non ci andrò, ma almeno i soldi del treno potrei trovarli. E non ho bisogno del permesso di quella là per prendere un treno, tanto lei lavora tutto il giorno. Bene, se sono fortunata posso sentire il casino da fuori almeno. 

Che poi io non chiedo tanto, solo ringraziarla. Ringraziarla per la promessa che non conosce nemmeno.

Mi rendo conto di essere rimasta imbambolata a fissare il PC. Mia mamma arriva da dietro e legge tutto. Cazzo.

"Scordatelo."

"Grazie mamma, ma lo sapevo già."

"Davvero, guardami: non ci andrai."

"Lo so cazzo, lasciami in pace!"

Corro in bagno, come sempre con le lacrime agli occhi. Lo so, me la prendo per nulla, ma non mi arrabbio, al contrario di quello che pensano tutti. Sono solo fatta di tristezza, e tutto quello che mi dicono mi rende ancora più triste.

Abbasso la manica, prendo la lametta e mi taglio. Due, tre, quattro volte.

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