ᴬᵐᵇʳᵃᵗᵃ ˡᵘᶜᵉ

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Due porte che stavo ormai fissando da ore si spalancarono mostrando dietro di loro un uomo basso coi capelli color pece.


Si avvicinò lentamente verso di me.


Il camice tinto di sangue.


Le mani tremanti e il passo incerto.



Lo osservai con l'ultimo barlume di speranza in me pregandolo con gli occhi di non fermarsi davanti a me..




Invece..






«Jeon Jeongguk..?»




Chiese esitante.




Annuii guardandolo negli occhi.




Abbassò lo sguardo pieno di tristezza e rammarico, ma che chiedeva perdono.




«Lei è qui per.. k-kim taehyung giusto?»


Balbettò col viso sempre rivolto al pavimento.


«..si»



Dopo questa conferma si accasciò a terra, mettendosi in ginocchio.


Il suo corpo venne scosso da forti singhiozzi mentre lacrime amare scendevano dai suoi occhi.


«la prego.. mi perdoni.. abbiamo fatto io possibile..»



Lo guardai attonito.



«Cosa intende dire con questo?»


Chiesi.


Un sorriso ansioso si formò sulle mie labbra.




«T-taehyung è-»


Lo interruppe bruscamente.




«no.. no no no no no no no, NO!
Non è vero! Lei mi sta dicendo che taehyung.. il m-mio piccolo taehyung.. dev'essere uno scherzo di cattivo gusto.. si, dev'esserlo»




Dissi cercando di convincere me stesso.




«signore.. la prego.. io-»




«TAEHYUNG!»



Urlai a squarcia gola alzandomi e correndo verso le stanze dei pazienti.

Paramedici e infermiere mi inseguivano intimandomi di fermarmi ma io non potevo.




Dovevo trovare taehyung.



«TAE!! TAE DOVE SEI?!»





Chiesi con lacrime che sgorgavano dai miei occhi.





Le urla erano tantissime ma non ne sentivo nessuna.


Sentivo solo sa tua voce chiamarmi, intimandomi di sbrigarmi.




Correvo quanto potevo ma non ero abbasta veloce.


Rividi tutti i momenti passati insieme, gli sguardi fugaci, come se i nostri occhi si bramassero, bisognosi di vedersi, i sorrisi e le lacrime, il calore che emanavi mentre piangevi sul mio petto in quella monotona classe.



E poi ti vidi sfocato, sempre di più finché non vidi solo che nero.




Sbattei le palpebre più volte prima di riacquistare la vista, che si soffermò sulla porta davanti alla quale mi ero fermato.


Sentii di nuovo le urla quindi mi affrettai ad entrare.


La stanza era buia ma una luce ambrata rifletteva su una barella.



Sotto un lenzuolo si poteva vedere la sagoma di un uomo.



Mi avvicinai fermandomi davanti a quella figura a me sconosciuta.



Qualcosa mi invitava a scoprire la persona sotto il lenzuolo.


Deglutii e piano avvicinai le mani al bordo del lenzuolo che piano abbassai rivelando lo, non tanto, sconosciuto.






«t-tae..»

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..-1..

comunque seriamente ceh non ci posso credere..
sono due giorni dentro l'esame (oggi ho inglese e spagnolo) e mi deve tornare quella specie di depressione che ho avuto un po' di tempo fa solo perché ne ho parlato con un'amica e ora mi sento di merda??????? ma dai!

𝐆𝐨𝐨𝐝𝐁𝐲𝐞|| ʲʲᵏ⁻ᵏᵗʰDove le storie prendono vita. Scoprilo ora