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Quando ho scoperto che in realtà non sarebbe partito per il tour ma che era ospite al concerto di Venditti, Niccolò pregava dio che non lo uccidessi

-Tu! Uomo di poca fede. Vieni subito qui!- gli dico guardandolo dall'altra parte del tavolo

-Diceva così anche mia madre quando più piccolo- risponde divertito

-Non scherzare con me Moriconi- dico con aria minacciosa, per quanto minacciosa potevo essere dal momento in cui quel cretino mi faceva ridere

-E dai amò, è stata una bugia a fin di bene- si sposta dal tavolo e si nasconde dietro il divano, eravamo a casa mia ed Elena e Marco guardavano la scena piegati in due dalle risate. I due finalmente si erano messi assieme, inutile dire che se Marco avesse fatto piangere Elena gli avrei spaccato la faccia e non sarei stata buona come lo era stata Elena con Niccolò

-A fin di bene? Ma se mi hai lasciata per questo- gli rispondo incredula, mi guarda per un istante e non riuscii a decifrare la sua espressione

-Si ma..- tentò di parlare ma gli arriva un cuscino in piena faccia

-Ma niente, e ringrazia dio che non ti ho ucciso. Sono troppo giovane e bella per la galera- gli dico con finta modestia riportandomi i capelli dietro le spalle.

-Mi devi una birra bello- sento la voce di Elena, mi giro verso di loro e potevo vedere sul volto di Marco un espressione divertita, quando io e Niccolò facevamo questi siparietti loro scommettevano su chi ne uscisse vincitore.

In questi mesi le cose con Niccolò si erano sistemate al meglio, finalmente aveva fatto chiarezza dentro di se e viveva la nostra storia al meglio cercando di non pensare a quando realmente sarebbe partito per il tour, discutevamo sempre anche per le cose più banali ma riusciva sempre a trovare un modo per farsi perdonare. Eravamo a tavola che ci gustavamo il buon pranzo preparato accuratamente dai due ragazzi, tenevo il broncio a Niccolò ovviamente per la piccola bugia che mi aveva detto ma mi divertivo a vederlo che cercava in tutti i modi per spiegarmi i suoi motivi

-Dai Giuliè, non tenermi il broncio- ride di gusto divertito

-Che tu possa strozzarti Moriconi- rispondo divertita. Niccolò in risposta fece finta di strozzarsi davvero iniziando a tossire e fare facce buffe - non verrò in tuo soccorso-

-Non mi lasceresti mai morire donna- fa un sorriso e poi mettersi una forchettata di pasta in bocca continuando a pranzare e a punzecchiarci a vicenda.

Nel pomeriggio eravamo chiusi in camera e stesi sul letto facendo una specie di lotta: con le sue mani mi aveva bloccato le gambe poiché cercavo in tutti i modi di buttarlo giù dal letto

-Io avrei un altro tipo di lotta da poter fare- dice con un sorrisetto malizioso

-Niccolò!- lo richiamo un tantino imbarazzata

-Che c'è? Le altre volte mica ti sei lamentata- rise alla sua stessa affermazione

-Non ho assolutamente intenzione di venire a letto con te- rido anch'io, aveva la risata contagiosa

-Hai detto così anche ieri sera e invece..- sbarro gli occhi lanciandogli un cuscino in faccia facendolo ridere ancora di più

-Sei insaziabile- mi alzo dal letto cercando di scappare, Niccolò si alza dal letto venendomi incontro. Erano poche le volte che scherzavamo così: nonostante fossi stata con lui tante volte sapeva quanto mi imbarazzava e ogni volta non perdeva occasione per prendermi in giro. Ero in trappola, non potevo scappare più poiché mi aveva messa all'angolo. Ridevo supplicandolo di lasciarmi in pace ma come sempre ogni tentativo era inutile e alla fine cedo lasciandomi andare sotto i suoi tocchi dolci.

Il mattino seguente mi trovo in cucina con Elena, preparavamo la colazione e aspettavamo che i ragazzi si svegliassero, Marco così come Niccolò dormivano spesso da noi, e lo stesso facevamo noi. Erano un po' di giorni che mi sentivo strana, avevo la pancia e il seno dolorante ma nessun segno del ciclo. So che magari dovrei ancora allarmarmi infondo erano solamente tre giorni di ritardo e Niccolò non sapeva ancora nulla, l'unica a saperlo ovviamente era Elena

-Niente ancora?- mi chiede e io in risposta sbuffo un no

-Sono solo tre giorni- le dico restando calma, agitarmi non sarebbe servito a niente

-Che diventeranno mesi- mette le brioches sul tavolo - neanche i conigli Giulia, e non voglio andare oltre- fece una risatina e mi aggiunsi anche io a lei, in effetti Niccolò era davvero esagerato in questo sembrava non si accontentasse mai

-Elena ti prego- dico continuando a ridere

-Bhe scusami tanto ma non voglio un baby Niccolò in giro per casa- risponde ancora ridacchiando, continuiamo a parlare ancora un po' lei convinta che io dovessi parlare con Niccolò mentre io sostenevo il contrario che forse era solo un falso allarme

Eravamo a tavola, al momento seduto con noi c'era solo Marco poiché Niccolò era chiuso in bagno da un po'

-Secondo me si è addormentato- afferma Marco addentando una brioches scatenando le nostre risate, avevamo iniziato a fare colazione anche perché se aspettavamo Niccolò sarebbe diventato un pranzo, io ed Elena continuavamo a discutere sul fatto che dovessi parlare a Niccolò: io sostenevo di no mentre lei continuava a dire e sostenere fermamente che dovessi farlo

-Elena piantala- le dico fermando il gioco continuo del si e del no

-Piantala tu- faccio un verso di frustrazione e Marco rideva divertito - Marco ti prego partecipa anche tu a questa fantastica conversazione- gli dice poi

-No grazie, a quanto ho capito so cose da femmina- continua a ridere

-Si ma comunque potresti esprimere una tua opinione- tenta di convincerlo

-Mi astengo dal rispondere- batto il cinque a Marco guadagnando entrambi un dito medio da parte della mia migliore amica che riprese il suo discorso continuando a mangiare la brioche e a dirmi che avrei dovuto parlare con lui

-Elena no, non lo dirò ancora a Niccolò- sbotto in ultimo non riuscendo più a sopportare quelle parole, per quanto le volessi bene Elena aveva la capacita di farmi irritare più di chiunque altro

-Dirmi cosa?-

Cercami dove il mare finisce-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora