XI

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Vestita del suo lungo abito rosso, in cui sembrava non proprio essere a proprio agio data la sua aderenza e quasi trasparenza, Liz maledisse mentalmente Sasha per averla quasi costretta a comperare quell'abito. Avrebbe potuto scegliere un classico tubino nero, dopotutto era soltanto una festa di laurea e non di certo un red carpet. Le aveva addirittura chiesto di tingere i capelli, il biondo avrebbe risaltato ancor più i suoi lineamenti dolci, secondo la sua amica. Ma le sarebbe dovuto bastare quell'abito quella sera, Liz andava fiera dei suoi capelli castani e della frangia sbarazzina che invece Sasha odiava e criticava in continuazione.


Tutti gli amici e i parenti l'avevano raggiunta, il piccolo appartamento a stento conteneva le trenta persone che si erano affrettate ad augurarle una buona carriera. I complimenti di sua madre non si erano fatti attendere, neanche l'apprezzamento per la scelta dell'abito. Anche Jeb era riuscito a raggiungerla, amico d'infanzia ed ottimo fotografo. Neanche quella sera si era allontanato dalla macchina fotografica, sempre pronto a scattare e ad imprimere su un foglio di carta, che si sarebbe sbiadito nel tempo, i momenti più belli della vita. Estroverso e logorroico, Liz sapeva, a differenza di tutti gli altri, che Jeb in realtà aveva imparato ad amare se stesso e gli uomini. Spesso risultava anche troppo evidente, e si domandava come le persone davvero non riuscissero a rendersene conto. Forse perchè lei era l'unica a tentare di conoscere una persona sino in fondo, scrutandone l'anima e il cuore. A guastarle la festa c'era anche Bob; Liz aveva sperato che quella sera fosse impegnato per il lavoro, ma a quanto pare Sasha aveva insistito tanto per la sua presenza. Pregava soltanto affinchè non si ubriacasse, come accadeva la maggior parte delle volte a quegli incontri.



I vestiti che Reneè le aveva cordialmente prestato erano ancora lì, gettati alla rinfusa nell'armadio, nell'angolo più buio e stretto, quasi a volersene dimenticare. Aveva deciso di non tornare, a quale scopo? Aveva trascorso la restante giornata con le cuffie del suo walkman a tutto volume. L'avevano aiutata ad estraniarsi dal mondo che la circondava; seduta sul suo letto si era immersa nella lettura di Cime Tempestose, era già la quarta volta che leggeva quel capolavoro. Con i capelli raccolti in una treccia morbida e leggera, che le ricadeva sulle spalle, e solo una larga t-shirt indosso, Liz aveva pianto un po'. Forse per il libro, forse per qualcos'altro. Le maniche larghe della maglia le arrivavano quasi al gomito, lasciando le spalle scoperte: per tutta la notte non era uscita dalla sua camera, non aveva parlato con nessun'altro se non con Sasha, per accennarle quello che le era accaduto. Le cuffie la cullavano in un mondo tutto suo, dove nessuno aveva accesso. Gli occhi, che veloci e affamati scorrevano tra le pagine ingiallite del libro, continuavano a gridare che lei di storie non voleva più leggerne. Non voleva più vederne alla televisione ne negli occhi delle persone. Di storie d'amore lei voleva viverne.





Ed è per questo che fu sorprendentemente felice quando alla porta il fioraio, che lavorava a pochi passi dal suo appartamento, reggeva con difficoltà un enorme mazzo di fiori. Colorati, tra margherite, rose, girasoli, nessun bigliettino accompagnava quello splendido regalo. Stranita e meravigliata, Liz non riusciva ad immaginare chi potesse averli mandati. Posizionati al centro della tavola, il suo sguardo continuava a spostarsi in continuazione nella loro direzione, chiedendo di tanto in tanto agli invitati se fosse tra loro la persona da ringraziare.





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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14, 2019 ⏰

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