27. Scusa

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CORRETTO

Dylan aspetta il momento perfetto per uscire da lì e correre come non abbiamo mai fatto in vita nostra.

<<Sarà facile aggirarlo, non mi ha mai beccato in questi anni e non sarà questo il giorno>>

<<Sei stato tu a fare tutti quegli scherzi?>>

<<Non ascoltavi le voci di corridoio? Ero sulla bocca di tutti>> svoltiamo l'angolo ma ci blocchiamo subito perché vediamo qualcuno passare.

<<Di là>> mi trascina con sé e i capelli tornano a scompigliarsi col vento.

Sento la stanchezza attaccarsi alle gambe, ai polmoni e al cuore. Ho bisogno di una pausa.

<<Fermati, ti prego, non ce la faccio più>>

<<Vieni, andiamo nei sotterranei>> scendiamo le scale mentre il bidello comincia a gridare per i corridoi in nostra ricerca. Scendiamo velocemente le scale, mentre Dylan cerca di risparmiare fiato che utilizzarlo per ridere.

Mi trascina in quei corridoi stretti che ci sono qua sotto e che portano alle tubature della scuola.

Si ferma all'improvviso, dietro ad un muro con delle crepe e delle piastrelle mezze penzolanti dal muro.

Mi poggio con i palmi delle mani sulle ginocchia, respirando affannosamente e riprendendo fiato allo stesso tempo.

<<Se vogliamo scappare sani e senza una sospensione, dobbiamo riprendere a correre>>

<<Si, ma dammi il tempo per recuperare fiato>> mi siedo a terra e chiudo gli occhi come se dovesse servire a recuperare velocemente.

Dylan rimane a controllare. Ma all'improvviso si sentono dei passi scendere le scale allarmandoci.

<<Alzati Bianca, dobbiamo andare>> mi aiuta ad alzarmi e torniamo a correre velocemente. Arriviamo ad una stanza, entriamo e poi Dylan chiude la porta con un cacciavite trovato su uno scaffale.

<<Perché siamo entrati qui?>>

<<Sta tranquilla, sono di tutto ma non un assassino>> si dirige verso il muro e scopre un cartello in cui è scritto "Attenzione". Mostra delle scale di ferro che portano da qualche parte.

<<E quelle dove portano?>>

<<Seguimi e lo scoprirai>> mi offre la mano mentre con l'altra rimane aggrappato alla scala.

<<Che misterioso>> lo sposto con con una spallata e un sorriso furbo in viso.

Comincio a salire, apro una botola alla fine ed esco fuori la testa.

<<La biblioteca?>>

<<Si, ma ti conviene sbrigarti se non vuoi che il bidello ci scopra>>

Continuo a salire finché non sono totalmente fuori e aspetto che lui mi segua. Mi guardo intorno sperando che non ci sia nessuno.

<<Come conosci tutti questi passaggi?>>

<<Diciamo che da qualche anno gironzolo per la scuola alla ricerca di un posto tranquillo tutto mio e questo è il risultato>> chiude la botola e comincia a correre di nuovo, dritto verso la porta che apre con una velocità e forza disarmante. Lo seguo a ruota e in poco tempo siamo fuori da quelle mura diverse dal solito e questo solo grazie a noi.

Una volta fuori e abbastanza lontano per essere visti e accusati, Dylan si ferma di colpo e scoppia a ridere come non l'avevo mai sentito fare. Ed è così contagiosa che non posso fare a meno di iniziare a ridere anche io. Per una volta sento di avere una sorta di complicità con lui ed è così bella la sensazione che comincio a cambiare idea su di lui.

Tu ed io... La nostra salvezzaWhere stories live. Discover now