Capitolo 2- Non mi lasciare!

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Elizabeth'pov

Ci stavamo inoltrando nel bosco, all'improvviso mi prese il polso destro, si mise davanti a me ed iniziò a camminare, ogni tanto si girava per vedere cosa stessi facendo. Non comprendevo cosa potessi fare oltre seguirlo, chissà cosa girava in quella testa coperta da quella assurda maschera blu, non avevo più un posto dove andare o fuggire, e men che meno sarei tornata in quell'orfanatrofio puzzolente.

Mi stava davanti probabilmente per non farmi cadere o per indicarmi la strada di "casa" sua, quando ad un tratto si girò e mi guardò, non vedevo esattamente dove puntassero gli occhi, non pensavo fossero quelle due pozze nere, non era possibile. Non era comprensibile per la mia mente umana, forse perché fin da piccola ero stato abituata che il bizzarro e il diverso erano cose da cui stare alla larga. Ma perché..?

«Come ti chiami?» Mi chiese con una voce fredda, sembrava l'inno di morte, non avevo mai sentito nessuno parlare così freddamente con me..

«Elizabeth» Risposi io ricambiando il tono della voce, ammettevo con tutta me stessa che un po' di paura l'avevo, ma era soffocata dalla voglia di cambiare aria, di cambiare vita, ma era impossibile non trattenere quelle strane emozioni. Avevo paura, e non sapere cosa mi sarebbe successo mi metteva ancora più paura.

Ricordai in breve le notizie sui giornali e in televisione riguardanti un ragazzo che gli assomigliava e i suoi strani amici, non che ci credessi dato che le notizie sulle loro comparse cambiavano ogni giorno. Ma era qui di fronte a me.

Mi guardai intorno, distese di abeti, pini e faggi si richiudevano sul piccolo sentiero principale, girò a destra così uscendo dalla strada. Ancora più alberi avvolgevano la foresta appesantendo l'aria, nella direzione in cui ci stavamo dirigendo lentamente gli abeti divennero più malinconici e di fretta l'atmosfera generale sotto i miei occhi divenne più magica, le piccole lucciole presenti attorno ai cespugli svolazzavano di qua e di là per l'intero prato, sorrisi alla visione di tanta bellezza. Non ero mai stata in un bosco, avevo passato la mia vita chiusa in un orfanotrofio e mi sembrava assurdo..

Mi sembrava di essere libera per la prima volta dopo anni, non ci credevo nemmeno io, non mi pareva vero quello che stavo provando in quel momento, l'adrenalina che scorreva nelle mie vene si fece sentire sempre di più fino a strapparmi una leggera risatina che venne soffocata all'improvviso sguardo il ragazzo si girò.

Jack'pov

Sospirai amaramente e continuai a camminare mentre lei si guardava in giro, notai anche io le piccole lucciole illuminare fiocamente i suoi capelli rosso sangue, mi fermai di scatto appena sentii la sua risatina e mi girai verso di lei. La guardai e sorrisi da dietro le maschera vedendola così preoccupata della mia reazione improvvisa.

Mi accorsi ancora più compiaciuto del suo sguardo incuriosito dal mio comportamento, alzai la mano in aria facendo appoggiare una piccola lucciola sul mio palmo, afferrai poi il suo polso e ci appoggiai sopra il piccolo insetto luminoso. Ed Elizabeth sorrise lievemente per poi far volare via la lucciola.

Era così bella che mi persi completamente ad osservare le sue lente azioni, come se le sue braccia fossero collegate da lunghi fili dorati che la tenevano salda alla realtà, si muoveva con cautela cercando di non spaventare le altre lucciole intorno a lei. Le stesse le facevano brillare i lunghi capelli rossi, le grandi mani che parevano la muovessero la facevano apparire come una ballerina, sembrava danzasse ad ogni movimento fatto con cautela, la sua delicatezza mi lasció di stucco, non avevo mai visto tanta bellezza in una persona quanto in lei, mi resi conto poco dopo che stava solo osservando degli insetti e che nessun sottile filo la faceva ballare per me, anche se lo sembrava..

Scrollai bruscamente la testa riportandomi alla normalità, averla guardata così tanto non mi rendeva sicuramente migliore, avevo paura che una persona come me le potesse prosciugare quella bellezza.

Feci qualche passo indietro e la guardai come se fosse l'ultima volta in cui potevo osservare il suo viso, avevo paura di tutto quello che sarebbe potuto succedere tra di noi, talmente tanta paura che in quel momento preferivo morire piuttosto che rubarle ancora tempo, ma fu proprio lei a guardarmi con tristezza, come se non volesse andare via da lì.

«Non avrai paura, vero?» Chiesi ancora incantato dalla scena, ero come avvolto da un manto di calore che si espandeva lungo il mio corpo e mi faceva sentire bene quando la osservavo di nascosto.

Strabuzzò gli occhi e mi guardò sorpresa.

«Paura è una parolina, mi sto cagando addosso dall'ansia.» Disse lei sarcasticamente, la sua reazione era così inaspettata che scoppiai a ridere nel bosco, la mia risata era nascosta dalla maschera e quindi la faceva sembrare ancora più cupa di quanto già non fosse, e lei ridacchiò dolcemente seguendo me.

Ripresi a camminare lentamente, notai poco dopo che eravamo quasi arrivati di fronte alla casa che a quest'ora si mimetizzava con il colore scuro della notte.

Cosa penseranno di lei? Cosa diranno di me? Cosa dirò a Slenderman per farmi credere?

Mille domande di quel tipo tormentavano la mia povera e stanca testa, anche se in realtà non mi interessava degli altri, ovviamente avrei dovuto tenerla al più sicuro possibile dagli altri ma quello era il passo successivo, ora mi interessava solo della opinione di Slenderman.

Si fermò, facendo fermare anche me.

Mi girai nuovamente verso di lei e sussurrai un semplicissimo «perchè?»

Mi guardò e sussurrò a sua volta prendendomi in giro: «stavi finendo contro la porta.»

Guardai davanti a me e vidi il maniero, un sospiro amareggiato fuoriuscì dalle mie labbra, la sentii scoppiare a ridere, la sua risata era parecchio strana ma non era sicuramente non contagiosa, infatti cercai di trattenere le risate, ma ridacchiai anche io.

Ma dove avevo la testa? La conoscevo forse da mezz'ora e già mi stava facendo stare meglio, il buon umore che emenava la sua presenza era qualcosa di fin troppo prezioso da poter distruggere, non volevo allontanarla per nessuna ragione al mondo. Un senso di protezione mi pervase quello che era il mio cuore, una cosa che pensavo che non battesse più da anni.

«Elizabeth, promettimi che appena apriró la porta non avrai paura. Non devi spaventarti in alcun modo, anche se in quella casa pullulano serial killer, non devi preoccuparti, ti chiedo solo di fidarti di me anche se sembra difficile dopo ciò che ho appena detto. Fingi di essere sotto il mio controllo per un po'. Capito?» Dissi io in modo molto autoritario, o così pensavo fosse ma non lo era affatto dato lo sguardo della rossa che mi sorrise annuendo.

«Si..» Rispose lei con un leggero sussurro, guardò a terra mentre lentamente mi avvicinavo a lei.

Sicuramente se fossi nella sua situazione una leggera ansia l'avrei anche io, ma ripensando a come sono stupidi i miei compagni, potrebbe facilmente scambiarli per dei bambini troppo cresciuti.

Mi appoggiai alla sua fronte, le lasciai andare il polso delicatamente, mentre portavo la mano ad afferrarle una ciocca di capelli annusandoli, sapevano di una leggera punta di miele e mandorla, la guardai e sussurrai in modo estremamente dolce: «Elizabeth, non mi lasciare.»

Mi guardò e abbozzò un sorriso che sciolse quello che era rimasto del mio cuore, e lentamente dopo anni lo sentii battere all'impazzata mentre il mio respiro accelerò insieme al mio battito cardiaco.

Aprii lentamente la porta, e per fortuna non c'era nessuno, le strinsi il polso nuovamente con una dolcezza estrema e sorrisi sotto la maschera, soddisfatto del fatto che nessuno fosse intono a noi.

Ma mi sbagliai, infatti in pochi secondi di fronte a me si materializzò Ben che mi sorrise, era uno dei miei migliori amici e gli spettinai debolmente i capelli ridacchiando..

Feci entrare Elizabeth e chiusi subito la porta dietro di me. Lei guardò incuriosita il biondo di fronte a sé ma in pochi secondi si nascose dietro la mia figura quasi impaurita. Magari le facevano impressione le tracce di sangue che volevano dagli occhi di Ben.. Eppure, guardai i suoi occhi brillare, luccicavano di gioia, potevo notare con stupore che stava assaporando già una nuova vita.

Possiamo definirlo amore? [Eyeless Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora