Capitolo 5

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Vidi la sua sicurezza, avuta nei primi momenti di combattimento, scemare lentamente, ora avevo io la situazione in pugno.

Tolsi le manette che avevo nascosto sapientemente nella mia armatura e gliele agganciai velocemente ai polsi.

«Hai voglia di fare giochetti strani eh?» disse lei con uno sguardo malizioso, cogliendomi di sorpresa.

La guardai per un secondo interdetta.

«L'unico giochetto strano che potrai fare da ora in poi sarà giocare a tris con te stessa in prigione, e ora cammina» le dissi cercando di ricompormi.

Lei obbedì, non prima di avermi rivolto uno sguardo di sfida, alzando il sopracciglio... valli a capire i figli di Ade.

Decisi di far cadere qualche goccia di pioggia, giusto per evitare che l'incendio causato dal lancio dei miei fulmini si espandesse. Percorremmo così l'intero bosco seguendo il sentiero per raggiungere il Campo Base.

«E tu sei?» chiese la prigioniera rompendo il silenzio.

«Come prego?» risposi non capendo il significato di quella domanda.

«Il tuo nome. Qual è il tuo nome?»

«Ah, mi chiamo Daphne. E tu saresti?»

«Layla» rispose secca.

Layla...bellezza della notte. E anche principessa delle tenebre. Però, azzeccato come nome.

Proseguimmo il resto del cammino in silenzio.

La scortai fin sull'Olimpo, era tradizione che quando un nemico veniva catturato, la sorte di quest'ultimo veniva decisa da Ares e da Zeus in persona.

«Padre, vi ho portato una prigioniera»

«Bene bene, chi abbiamo qui? Una lurida figlia di Ade presumo» disse il mio fratellastro guardando Layla con faccia schifata.

Il Dio della Guerra non era di certo conosciuto per il suo carattere pacifico, per fortuna la mia prigioniera non alimentò la scintilla appena lanciatale da Ares e si limitò a guardarlo fisso, senza nessuna espressione.

«Lo sai? Quelli come te dovrebbero solamente marcire nelle segrete a vita, non avete il diritto di vivere, né tanto meno di esistere sulla faccia della terra. Sai, quelli come te io li farei fuori appena vengono al mondo» continuò.

«Calma figliolo, tieni a freno la lingua» disse mio padre. «Bene signorina, dicci che cosa speravi di trovare intrufolandoti così di soppiatto nei nostri boschi?»

Ma Layla tacque, non smettendo mai di fissare né mio padre, né il mio fratellastro.

«Allora?» tuonò Zeus iniziando a perdere la pazienza.

Se c'era una cosa che conoscevo di mio padre, era il fatto che, per quanto irascibile e severo potesse essere, non era mai impulsivo come il mio fratellastro Ares, ponderava molto attentamente le sue decisioni.

«Dovremmo decapitarla all'istante padre» suggerì Ares urlando infuriato.

Zeus squadrò da capo a piedi il nemico e pronunciò la sua sentenza finale:

«Domani mattina si deciderà della tua sorte, principessa dei Morti, nel frattempo Daphne, scortala nella sua cella e fa in modo che non scappi»

«Ma papà...» sentii protestare Ares ma non ci fu più nulla da fare, Zeus aveva deciso ed era scomparso come sempre in una nuvola di luce, portandosi via anche suo figlio.

Io guardai sottecchi la mia prigioniera e tutto ciò che ebbi in cambio fu un suo sorriso strafottente. Se avessi potuto l'avrei uccisa con le mie mani.

«Cammina» dissi strattonandola per poi sbatterla in cella. «Divertiti ora»



ANANKE - Il Destino dell' Olimpo [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora