11: Hiccup

331 26 3
                                    

Non ho mai più scritto un biglietto ad Astrid, da quell'ultima volta.

Voleva sapere chi io fossi e la mia risposta era stata palesemente "no", non ero pronto. Oltre a quello cercai qualcosa da chiederle per mandare avanti la nostra routine di scambi: avevo tante di quelle cose da dirle ma sembrava che le parole mi morissero in testa.

E quindi, la mattina seguente non consegnai il biglietto. La vidi leggermente triste o preoccupata, non saprei dire. A detta di Skarakkio, è andata a controllare nell'armadietto ad ogni ora finché non si è rassegnata. Il biglietto non c'era.

Quella mattina fu la prima fra le tante, a dirla tutta.
Non ho più pensato di scriverle, ma non ho mai smesso di pensare a lei.

Si sono accumulati giorni, sono diventati settimane, l'ansia in me non vuole sparire. Mi sento inferiore per mostrarmi, specie ora dopo essere scappato da lei per quasi un mese.

Devo mettermi l'anima in pace e fare qualcosa, anche la minima, la più insignificante.

Mancano dieci minuti all'inizio delle lezioni ma sono già nella scuola, chiuso in uno dei bagni. Afferro la prima penna che mi capita a tiro e comincio a scrivere tenendo il foglio poggiato sul muro.

Sono ancora vivo... chi l'avrebbe mai detto.

Mi dispiace di essere sparito, non sapevo cosa risponderti né cosa chiederti, la tua domanda mi aveva lasciato di sasso.

Non me la sento di uscire allo scoperto, mi dispiace. Non me la sento nemmeno di scriverti se pensi che questa sia una presa in giro per te.

Sappi solo che non sarà un biglietto al giorno a fare la differenza.

Non ho mai smesso di pensarti a prescindere.

Il suono della campanella mi fa tornare dritto e metto tutto nello zaino, ma non vado in classe se prima non ho messo il biglietto nell'armadietto di Astrid.

Perdonami se sono un idiota, Astrid.

Non mi sento alla tua altezza.

~

~

Bᴜɴᴄʜᴇs ᴏғ Qᴜᴇsᴛɪᴏɴs  ||Hiccstrid||Where stories live. Discover now