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Mentre siamo in macchina Jason non fiata. Corre ad una velocità che supera i 120 km orari e sono costretta a mantenermi allo sportello per la paura. Vorrei urlargli di andare più piano ma ci ripenso sapendo quant'è nervoso.
Sfrecciamo per le strade di San Francisco non rispettando neanche un semaforo e per poco non buttiamo per l'aria una vecchietta che attraversa la strada. Stringe il volato con così tanta forza che le nocche gli diventano bianche e la vena sul collo pulsa. Cosa gli avranno detto al telefono dal renderlo così nervoso?
Arrivati a destinazione, Jason non mi da neanche il tempo di slacciare la cintura che ha già sbattuto la portiera.
Esco dalla macchina e in quel momento arrivano anche altre due macchine.

"È stato difficile starvi dietro"ride Pollo. Con lui scende Lady Lov e dall'altra macchina compaiono le figure di Scott e Alya.
Si lanciano una strana occhiata, lei gli sorride timidamente mentre lui le rivolge un sorriso sfacciato.
Da quando sono così ...complici?
"Ma che gli è preso?"chiede retoricamente Lady lov guardando Jason entrare in casa.

Alzo le spalle, incerta su cosa rispondere. Lo raggiungiamo anche noi e solo in quel momento mi rendo conto della bellezza della villetta. È a due piani, un po' come quella di Jason, e intorno è tutto verde, curato nei minimi dettagli.
Nessuno sospetterebbe mai che in quella abitino dei gangster.
Appena entrati, il calore ci avvolge e sospiro di sollievo. Gli altri seguono i miei gesti e buttano i cappotti sul divano per poi dirigersi in un'altra stanza. Mi affretto a raggiungerli e mi blocco sorpresa quando vedo Dylan che è appoggiato al tavolo. Di fianco a lui c'è Jason che ha un'aria costantemente incazzata e dall'altro lato, sempre di fianco a Dylan, ci sono due ragazzi. La ragazza è bionda, molto appariscente e con un sorriso stampato in faccia. L'altro ragazzo invece sembra essere meno loquace e mi ricorda vagamente Dylan.

La bionda, di cui non so ancora il nome, mangia con gli occhi Jason e ogni tanto gli lancia occhiate lascive ma Jason sembra non considerarla minimamente. Quando entro nella stanza mi rivolge subito uno sguardo e fa segno di mettermi vicino a lui.
Un senso di soddisfazione si propaga nel mio cuore notando il fastidio della bionda nel vedere che Jason rivolge tutte le attenzioni a me.

"Allora cos'è successo?"il primo a parlare è Jason, che domanda al ragazzo silenzioso.
"L'altra volta ci hai detto di entrare nel server della clinica e controllare le telecamere. Abbiamo trovato il vostro inseguimento" a rispondergli però è Dylan, che sembra infastidito dal tono di Jason.
"E quindi?"gli chiede Jason scocciato.
"C'erano i loro furgoni parcheggiati fuori la clinica e siamo riusciti a risalire al numero di targa e guarda" dice l'altro ragazzo indicando il computer davanti a se.

Tutti noi ci avviciniamo cercando di capire cosa ci sia scritto. Il numero della targa corrisponde ad un nome.
Andrew J. Style.

"Il nome è falso, ma qui ci riporta il giorno e dove ha comprato le auto" dice la bionda.
"Dove l'ha comprata ?" Chiede Pollo avvicinandosi al computer.
"Le macchine sono state comprate in una concessionaria di Los Angeles"risponde Dylan.

"Forse qualcuno ha saputo di Baby"ipotizza Alya rivolgendomi un piccolo sorriso.
"Qualche altra gang?" dice la bionda.
"Forse sperano di avere un riscatto e ridarla ai Rollster"dice Jason massaggiandosi il mento.
"Tutto per colpa tua"ringhia Lady Lov, puntandomi il dito contro.
Abbasso lo sguardo, colpevole.

So di essere un peso per loro, ma per quanto mi faccia male ammetterlo, oltre a loro non ho niente e nessuno.
Alya e Pollo si sono dimostrati grandi amici, mi strappano sempre un sorriso e cercano di aiutarmi in ogni modo.
Jason, per quanto antipatico e scontroso sia, sta mettendo tutto se stesso per trovare la mia famiglia.

"L'unica cosa che hai fatto da quando sei arrivata qui, è stata quella di causarci problemi. Se arrivassimo ad uno scontro, potrebbe morire qualcuno di noi. Per anni siamo riusciti a mantenere la pace, adesso arrivi tu e tutto va all'aria. Per cosa poi? Per trovare la tua stupida famiglia? Probabilmente non ti vogliono o non ti avrebbero lasciato marcire per quattro anni in quella cella" urla con disprezzo.

E qualcosa dentro di me si rompe.

"Sta zitta Cristal"la minaccia con lo sguardo Pollo. Non ho mai visto Pollo arrabbiato, ma non sembra essere un bello spettacolo.
"Non chiamarmi Cristal, io sono Lady Lov"sbotta acidamente.
"Cristal ti conviene starti zitta o ti giuro che ti.."la avverte Jason ma lei lo interrompe.
"Cosa Jason? Cosa fai? Mh? Non puoi buttarmi fuori dalla squadra, so cose che farebbero finire tutti voi in galera!"urla ancora, innervosita.
Mi mordo il labbro e sento in senso di colpa opprimermi il petto.
Se solo non fossi qui, loro non litigherebbero.

"Io non mi riferivo al cacciarti via"risponde a tono basso Jason. È inquietante e ogni tanto indurisce la mascella, segno di nervosismo.
Lady Lov spalanca la bocca sconvolta. Jason l'ha appena minacciata di ucciderla?
"Bene, scopati la troietta, ma poi quando avrai bisogno di me, io non ci sarò!"sbraita e poi va via.
Sentiamo i suoi tacchi sbattere sul parquet e la porta sbattere violentemente.

"Io..mi dispiace"dico in un sussurro. Ovunque vada creo casini. Mi scendono alcune lacrime, ma le asciugo subito.
Jason mi guarda solo ma non dice nulla e questo un po' mi ferisce. Vorrei capire cosa gli passa per la testa.
Dylan si avvicina a me e mi tocca la spalla.
"Non ti disperare Baby, Lady Lov impazzisce quando non è al centro dell'attenzione"sghignazza, strappando una risata a tutti. La sua mano continua ad accarezzarmi e la cosa mi mette a disagio.
Jason guarda la sua mano scorrere sulla mia spalla e poi ci guarda malissimo.

"Le botte che hai preso ieri non ti hanno chiarito che non devi toccarla?" gli chiede con rabbia Jason.
Ci risiamo.

"Smetterò di toccarla solo quando lei vorrà"gli risponde a tono Dylan. Jason lo guarda dall'alto al basso, afferrando il doppio senso,indurisce le spalle e si avvicina minacciosamente a lui.
Gli poggio le mani sul petto, allontanandolo da Dylan, almeno ci provo. Lui non si sposta di un millimetro e se gli sguardi potessero uccidere, Dylan si ritroverebbe due metri sotto terra.

"Jason smettila e anche tu Dylan"dico a due ragazzi, ma loro continuano a lanciarsi occhiatacce.
"Dylan per favore lasciami"chiedo gentilmente, sperando che mi ascolti. Dylan mi sorride e mi lascia la spalla. Sento Jason rilassarsi e distogliere lo sguardo, staccandosi da me.

"Andiamo, dobbiamo metterci in viaggio"dice Scott, tentando di spezzare la tensione che si era creata in quella cucina.

Jason senza dire niente, si alza ed esce.

BABYWhere stories live. Discover now