TWO

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Era così, ancora assopita sul letto. Si girava su un fianco, poi sull'altro. Sentiva che qualcosa non andava ma di aprire gli occhi proprio non voleva. A furia di rigirarsi cadde dal letto in un tonfo sordo. Si lasciò uscire un gemito e fu costretta ad alzarsi.

Si diede un'occhiatina veloce allo specchio, aveva indosso la tuta ed i capelli le ricadevano disordinati sulle spalle. Emise un lungo sospiro e andò di sotto.

Trovò Haylie in cucina che trafficava con la faccia immersa nel frigo.

"Dovresti comprare qualcosa di sano ogni tanto," disse tirando fuori confezioni di budino al cioccolato e merendine di vario genere "queste ti finiscono dritte sul sedere mia cara."

Non che lei non lo sapesse, ma cosa poteva farci? A lei mangiare piaceva, forse non lo faceva sempre per golosità, ma la sensazione di scacciare via il vuoto con il dolce sapore di cioccolato era diventata un'abitudine talvolta gradevole per le papille gustative, un po' meno per il resto del suo corpo.

"Se non ti va bene quello che mangio, vai a svuotare il tuo, di frigo" disse con un ghigno acido.

Non voleva essere rude con Haylie, semplicemente non le piaceva il fatto che ribadisse la sua relazione complicata col cibo. Perché lei non aveva di questi problemi, lei aveva deciso di mettersi a dieta e aveva già perso con facilità cinque chili. Già solo con quelli, il fisico le era cambiato parecchio.

Forse quello che Reece provava nei confronti di Haylie, era invidia.

Un'invidia di quelle che nascondono ammirazione e non odio.

Perché lei, si, ammirava parecchio Haylie.

Era una ragazza molto forte, da quel che si ricordava, non l'aveva mai vista piangere, forse solo un paio di volte. Si era sempre impegnata nello studio, e aveva questa dote artistica innata che anche Reece avrebbe voluto possedere. Era estroversa e stava simpatica alla maggior parte delle persone, e ne conosceva altrettante.

In confronto a lei, Reece si sentiva un puntino minuscolo su un'immensa tela bianca; Haylie invece, era il disegno, l'armonia dei colori, era la tempera sul pennello, era i tratti sinuosi. In poche parole era l'intera opera compiuta.

"Io lo sto dicendo per te."

"Lo so, scusa" concluse in fretta. In altri casi avrebbe continuato la discussione, ma era stanca e non le andava di alzare la voce, soprattutto in quel periodo in cui percepiva una strana tensione tra loro due, probabilmente frutto della sua stanchezza.

Andò al piano di sopra a prendere il portatile ed aprì ogni social network a cui era iscritta per dare un'occhiata alla situazione. Fece scorrere la rotellina del mouse un paio di volte per ognuno e poi richiuse di fretta tutte le finestre.

D'improvviso la parete davanti a lei era diventata interessante. Le foto appese sulla lastra di sughero erano infilzate da puntine colorate. Si rincorrevano l'un l'altra sovrapponendosi, scavalcandosi, lasciando che gli occhi riportassero alla mente quei momenti felici.

"Qual buon vento la porta qui, signorina Walker?"disse Ashton sorridendo.

"Oh, per caso si è dimenticato del nostro accordo, signor Irwin?"

Reece lo guardò per un istante alzando le sopracciglia in segno di sfida. In quel momento cercò di cogliere ogni minimo gesto del ragazzo. I jeans stretti, la felpa bordeaux aperta con le maniche arrotolate fino al gomito, la maglia grigia sotto, un po' aderente, che ai suoi occhi lo rendeva terribilmente sexy. Era appoggiato allo stipite della porta con un braccio alzato per reggersi e con l'altra intenta a spostarsi un ciuffo di capelli dalla fronte.

Certo che non se ne era dimenticato. Era un patto di sangue sigillato molto tempo prima che nessuno dei due osava sciogliere. Avevano solo nove anni quando si promisero che, una volta al mese, a turno, avrebbero costruito un fortino di coperte e cuscini in salotto. Poi avrebbero fatto merenda, avrebbero guardato un film, giocato ai videogame e mangiato pizza a volontà.

Reece entrò fiondandosi sul pavimento, immergendosi nei cuscini e le coperte che Ashton aveva preparato. Si tolse le scarpe gettandole al di là del divano, si mise comoda e aspettò che lui tornasse con i pop corn.

"Ashton."

"Si?"chiese lui una volta al suo fianco.

"Se me ne andassi, piangeresti?"

"Come ti salta in mente questo?" disse. Ashton avanzò per stringerla in un abbraccio. Reece si lasciò circondare dalle sue braccia, avvolgendo le proprie dietro alla schiena di lui. Si fece cullare per qualche secondo sperando che non finisse mai.

"Se te ne andassi, io verrei con te."

La risposta le lasciò un retrogusto amaro. Non ci avrebbe pensato ancora a lungo perchè in quell'istante sentì che quello non le bastava più. Sentì che voleva poterlo stringere e sentirlo solo suo. Voleva sentire il suo profumo inebriarle le narici. Voleva lui.

Perché lui c'era, ci sarebbe stato, gliel'aveva promesso.

E perché infondo sperava che anche lui, avesse voglia di lei, delle sue carezze, del suo amore.

"C'è qualcosa che non va Ree?"

Haylie era comparsa dietro la porta per dirle che tornava a casa e l'aveva trovata seduta sulla sedia girevole con la testa fra le mani.

"No Hay, è tutto a posto."

"Sembri persa."

Era indecisa se riprendere il discorso o no, alla fine lo fece: "Mi sono persa dal momento in cui ho deciso di entrare nella sua vita, capisci? E' come se sapessi la strada giusta da prendere, ma giro di proposito al bivio sbagliato."

Haylie alzò gli occhi al cielo.

"Non hai qualcosa di diverso di cui parlare?"

Reece si girò guardandola in viso sorpresa "Che vuoi dire?"

"Che voglio dire?" domandò alzando la voce "Che parli sempre di lui, parli sempre dei tuoi problemi. Dovresti cambiare un tantino argomento se no finirai con l'inciampare sui tuoi stessi piedi. Pensa a qualcos'altro."

"Non.. non ci riesco."

"Oh, diamine, mi fai incazzare quando dici così! Non è vero che non ci riesci, è che non vuoi. Ti piace restare qui a fare la depressa tutto il tempo per caso? Evidentemente trovi piacere nel distruggerti da sola."

Reece non riuscì a rispondere, Haylie era già uscita di casa sbattendo la porta.

Forse Hay aveva ragione. Forse si impuntava su ciò che le faceva male perché la sicurezza del dolore era paradossalmente piacevole.

Un peso le avvolse lo stomaco. In quei pochi istanti di sfogo, aveva percepito ancora quell'aria tesa.

Adesso era certa che qualcosa tra loro era cambiato.

Terrible things || A.I. (COMPLETA)Where stories live. Discover now