On se voit en retrant

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Ciao a tutti!

Non sono solita fare delle note prima di una storia, ma volevo farvi un po' di avvertimenti prima di lasciarvi alla lettura. Per prima cosa, vi dico che inizialmente questa storia doveva essere una one shot. Come vedrete è ambientata dopo il ritorno di Axel da New York, non l'ho mai postata per vari motivi. Poi in questi giorni ho letto un tweet a proposito di Axel che ha detto ad una ragazza che lui e Maxence vivono nello stesso palazzo, e non sono riuscita a tenere a freno la mia immaginazione, e dato che questa os si avvicinava molto alla mia idea ho deciso di lasciarvela come primo capitolo.

Quello che leggerete ovviamente non ha lo scopo di offendere nessuno o di fare insinuazioni, è tutto frutto della mia immaginazione e ho deciso di scriverla per gioco.

Secondo avvertimento: contiene scene di sesso esplicite, già da questo primo capitolo. Si tratta comunque di una storia romantica, angst, ma le scene di sesso saranno presenti soprattutto nella prima parte della storia. Se la cosa vi da fastidio in qualche modo non proseguite con la lettura, per favore.

Non ho altro da dirvi per ora, spero davvero di non urtare la sensibilità di nessuno! Vi ripeto, se non vi piace la ship o vi da fastidio, non leggete. Se invece come me non vedevate l'ora che qualcuno postasse una storia su questa ship, be', allora siete nel posto giusto ahahah e nulla, non ho altro da dirvi. Buona lettura!








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I love you Axel.

Moi aussi. On se voit en retrant.

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Axel non riesce a pensare ad altro quando il suo aereo atterra a Parigi in piena notte. Ha avuto un sorriso felice sulle labbra per tutto il volo, o meglio, per tutto il giorno, da quando mentre si precipitava in aeroporto per tornare a casa Maxence ha fatto partire una diretta in cui scartava i soliti regali che gli arrivano dai fan. Si è armato di cuffie quando ha capito che sarebbe durata un bel po' e con la valigia in pugno nell'altra mano, si è diretto verso l'aeroporto con la voce del suo collega nelle orecchie. Ha cercato di resistere, di non commentare, perché porca miseria era a New York e sembra da folli quello che sta facendo. Seguire una sua diretta anche in quel momento che avrebbe dovuto avere la testa da tutt'altra parte. Ed è riuscito a resistere anche quando Maxence ha detto qualcosa su di lui, quando scartando un regalo ha visto due magliette destinate ad entrambi e ha detto: "Oh, questa è per Axel. Ora è a New York, spero che le cose stiano andando bene lì" con un sospiro appena udibile e rassegnato perché saranno almeno dieci giorni che non si sentono. Poi non ce l'ha fatta, quando Maxence ha cominciato a sfogliare con fare nostalgico un regalo che ritraeva i disegni di Eliott a Lucas, non ha resistito. Ha commentato chiedendogli come al solito di denudarsi, oramai questa esclamazione è il suo saluto e lo ha visto aprirsi in un sorriso, urlare il suo nome e dirgli che ha delle cose da dargli. Tutto ciò parlando in inglese, perché poco prima una fan gli aveva chiesto di parlare in inglese così che potessero capire tutti, ed è proprio in inglese che a un certo punto a Maxence gli è sfuggita quella frase che lo ha fatto bloccare per strada, con la valigia ancora in pugno e il cellulare mezzo scarico stretto nella mano: "I love you, Axel". E a quel punto il commento è stato inevitabile: Anche io. Ci vediamo appena torno.

Sono le due di notte passate quando Axel arriva a Parigi. Sette ore di volo, il fuso orario che gli fa girare la testa, ma il pensiero di rivedere Maxence dopo quasi due settimane che gli toglie il fiato. Prende un taxi notturno e all'autista comunica l'indirizzo del suo collega, che poi è anche il suo indirizzo perché qualche mese fa si è traferito nel suo stesso palazzo, ma non è a casa propria che vuole tornare. Vede un gruppo di ragazzi che stanno rientrando ora dopo una serata in discoteca che gli lasciano il portone aperto, così non perde neanche tempo a cercare le chiavi nello zaino. Si trascina dietro la valigia per le scale ed è quasi senza fiato quando arriva davanti alla sua porta e bussa al campanello. I due minuti che Maxence ci impiega ad aprirgli la porta durano un'eternità, ma quando se lo ritrova davanti realizza che sarebbe valsa la pena aspettare lì sullo zerbino anche tutto il tempo del mondo.

Pas peur Where stories live. Discover now