500 milioni di sonagli

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"Guarderai le stelle, la notte. È troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova la mia stella. È meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora, tutte le stelle, ti piacerà guardarle. Tutte saranno tue amiche. E poi ti voglio fare un regalo: gli uomini hanno delle stelle che non sono le stelle: per gli uni, quelle che viaggiano, le stelle sono solo delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu avrai delle stelle che nessuno ha. Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere! E quando ti sarai consolato, perché ci si consola sempre, sarai contento di avermi conosciuto. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra e i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: "Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!" e ti crederanno pazzo. Sarà bello, sai. Anch'io guarderò le stelle. Sarà talmente divertente! Avrai cinquecento milioni di sonagli!

È là, lasciami fare un passo da solo.

Sai, è il mio fiore e io ne sono responsabile. È talmente debole e talmente ingenuo. Ha quattro spine da niente per proteggersi dal mondo".

Non ci fu che un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile per un istante. Non gridò. Cadde dolcemente come un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia".

- Il Piccolo Principe













"Axel? Ti giuro che se è uno dei tuoi soliti scherzi ti ammazzo."

Axel scoppia a ridere, rischiando di inciampare nei suoi stessi piedi mentre cerca di tenere le mani ben piantate sugli occhi del suo ragazzo. Non è facile camminare in questo modo e questa è circa la sesta volta nel raggio di dieci metri che rischiano di cadere uno sull'altro. "Sssh, non pensarci. Stai zitto. Anzi, parliamo. Hai visto che fa freddo stamattina? Certo che fa freddo per essere maggio, no?"

"Certo che fa freddo, sono le sette del mattino" sbotta Maxence, posando le mani sulle sue in un disperato tentativo di aggrapparsi a qualcosa. "Dai Axel, per favore. Senza offesa ma sei basso e non è facile camminare con te che mi tiri all'indietro - "

Non riesce a concludere la frase, perché Axel gli da una ginocchiata nel sedere per farlo stare zitto. "Brutto deficiente di merda, sono basso? Io? Ammetti piuttosto di essere uno spilungone del cazzo. Io sono un essere umano, non come te che sembri un palo della luce - "

"Axel" protesta debolmente Maxence. "Ti prego, dimmi che siamo arrivati. Mi fa male la schiena."

"Sì, sì, siamo arrivati. Solo qualche altro passo, ecco, vai, un altro ancora - perfetto. Fermo qui. Fermo ti ho detto!"

"Ti sto odiando, te lo giuro."

Axel gli toglie le mani e Maxence riapre finalmente gli occhi. Ci mette un po' ad abituarsi di nuovo alla luce, poi quando lo fa realizza del punto in cui si trovano. Sono alla Petite Ceinture, dove Eliott e Lucas si sono scambiati il loro primo bacio dieci anni fa. Qui ci sono tornati già qualche mese fa, quando ha fatto lui una sorpresa ad Axel, quindi non capisce il motivo di così tanto mistero. "Axel, è sempre una bellissima emozione tornare qui, ma non - "

"E dai, stai zitto" continua Axel, parandosi davanti a lui e stringendogli le mani. Non sembra farlo di proposito, eppure gliele stringe proprio come accadde tanti anni fa. Negli occhi ha un bagliore insolito, un sorriso elettrizzato gli spunta sul viso e Maxence decide finalmente di tacere perché è evidente che ha qualcosa da dirgli. "Okay, ho ricevuto una notizia bellissima e volevo che tu fossi il primo a saperlo. E ti ho portato proprio qui perché - perché sì, okay? Perché questo è uno dei nostri posti, ed è stato così importante, è qui che è cominciato tutto. E lo so che in questo periodo ci sono così tante cose in ballo, il tour teatrale sta per finire ma Le Petit Prince sta riscuotendo così tanto successo, lo sai. Probabilmente dovremmo girare l'Europa e non - non abbandonerò questa cosa, te lo giuro, posso fare tutto e - "

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