Risate lontane, come fruscio di foglie secche sollevate da un impetuoso vento estivo che bussa alle porta di un temporale imminente.
Echi di voci femminili che si mescolano a confuse parole con timbrica maschile, taluna baritonale taluna appartenente a chi forse non ci dovrebbe neanche essere, qui, data la sonorità ancora acerba di quella giovane voce.
Stessa routine ogni sera. Ed è l'odore quello che ti riporta al presente, che disfa la coltre di nebbia artificiale che avvolge la tua mente assente, alimentata da sensazioni ed emozioni quasi oniriche: la dimensione in cui mi rifugio da ormai troppo tempo per capire se il momento che sto vivendo sia reale o frutto dell'ennesima coccola della roba.
So di avere un sorriso da ebete stampato in viso e so che probabilmente il mio compagno, quello che da qualche sera mi offre bevute, fumo e compagnia di ogni genere è messo peggio di me, questa sera.
Sento il suo respiro solleticarmi il collo e le fresche labbra sfiorarmi la pelle delicata della clavicola, ogni qual volta devia la respirazione alla bocca.
- Tommy, hey. Ho finito la birra, baby-
Mugola qualcosa e inclino la testa per scoraggiare quella bocca che inconsciamente solletica le mie terminazioni nervose.
- Hey - gli dico sollevandogli il viso magro con la mano e incontro il suo sguardo perso rifrangere contro il mio.
- Se rimaniamo ancora qui, in questo maledetto locale, rischiamo di addormentarci - risponde tornando su con la schiena e infilando le mani nelle tasche del giacchino di pelle consumato.
So cosa cerca. Lo fanno tutti quando si rendono conto che la serata è in procinto di concludersi nel peggiore dei modi, svenendo su una delle superficie a disposizione.
- Ho finito la coca, tesoro. Ne hai un po'?-
Scuoto il capo, non ho neanche la forza di dar fiato alle corde vocali, figurarsi cercare nella borsa. E così, con la sola voglia di lasciarmi cullare e trasportare nella mia personale dimensione del benessere più totale, mi lasciò scivolare con i gomiti lungo la superficie appiccicosa e calda del legno grezzo che riveste il tavolo e chiudo gli occhi mentre alcol e fumo lavorano in simultanea per regalarmi uno dei migliori viaggio degli ultimi giorni.
- Ragazzi, noi andiamo a casa di Steve. C'è una festa, lá, alla quale non possiamo non mancare. Forza, alzate il culo e seguitemi; non attendo oltre-
Non voglio andare, voglio solo godermi il mio viaggio, io mio riposo e io momento di libertà, ma Tommy mi afferra per il braccio e mi sprona ad alzarmi facendomi capire che la serata non è finita. Non ancora, almeno non lì.
- Maledetto Sixx- brontolo ricevendo in risposta un bacio umido che so non essere di Tommy. Spingo via Nikki ridacchiando, ma il
bisogno di rimettermi in piedi e in forze è talmente forte da attrarlo nuovamente a me, contro il mio fianco.- Hai della coca?- gli chiedo all'orecchio, sfiorandogli volutamente il lobo con le labbra. Sò che era l'unico modo per convincerlo a cederne un po'.
- E va bene, ingorda- e con occhio rapace lo osservo frugare nella tasca ed estrarre un piccolo cono in argento, stretto e lungo. Mi prende la mano e, svitatolo, me ne versa una piccola quantità sul dorso che porto avida alla narice.
Neanche devo attendere chissà quanto che lo sento esplodere in me: un fuoco impetuoso che arde nutrendosi della stanchezza.
Sono pronta. O almeno lo sarò a breve.
Mi chiamo Mia Rodriguez, ho 20 anni e sono quella che molti definiscono una Groupie, anche se io, una Groupie non mi sento. Perché? Perché non passo la mia vita a lasciarmi fottere da tutte le rockstar del momento. Diciamo che sono una ragazza che tende ad affezionarsi alle persone in generale e alla band che scelgo in particolare. E ho votato la mia vita ai Mötley Crüe, a quel quartetto di scapestrati musicisti, passando da una mano all'altra senza pormi limiti ne gelosie. Io sono di tutti loro, appartengo a ognuno di loro in modo differente.
Sono l'amante e la compagna di baldoria di Tommy Lee, batterista fuori di testa che, un giorno sì e l'altro anche, dice di volermi sottrarre ai compagni e colleghi di lavoro e tenermi solo per lui. Dolce Tommy, se solo sapesse la riluttanza a dare e avere l'esclusiva di coppia.
Sono l'amante e a volte confidente di Vince Neil, la sua musa e la sua amica. Un corpo da possedere e una testa da rispettare. E sono sempre lì, dietro le quinte dei loro concerti ad attenderlo dopo che ha scaldato il pubblico con il suo carisma. Ma sono quella che chiamano Groupie e se lui trova un'altra ragazza, allora busso alla porta del primo libero che incontro.
Mick Mars.
Nikki Sixx.
Il primo ha sempre con sé ottima vodka e dove c'è la vodka ci sono io. Un tempo pensavo di non stargli simpatica, invece con il tempo ho capito che quel chitarrista è così, come lo si vede dall'esterno: di poche e pesate parole, sfuggente e sulle sue, ma con un amore smodato verso la musica e la chitarra.
Nikki. Beh lui ha sempre dell'ottima roba con sé e conosce gente, tanta gente (anche se più delle volte vuole solo starsene da solo) la quale a sua volta conosce altra gente e passare una serata con lui è come essere su di un fottuto rollercoster alimentato ad adrenalina.
E l'adrenalina è quella che stasera Nikki promette di darci.
Una brevissima storia pensata inizialmente per essere di tre capitoli dove la protagonista e narratrice è Mia, una giovane Groupie amante dei Motley.
Siamo nel 1987, nella Los Angeles del rock, tra i locali della Sunset Strip.
Ripubblico l'intera storia, revisionata è terminata.
Spero possa piacervi.