«𝚂𝚒𝚕𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘. 𝙸𝚕 𝚟𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊𝚟𝚎𝚛𝚊» ; XXIX

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"Silenzio. Queste sensazioni
Fiamme vive che dal cuore sprigionano,
No, silenzio.
Non dirlo,
Non fiatare;
Ascoltalo:
È il ruggito del cuore.
Alzai i ponti, costruisci le sbarre
Che nessuno entri nel mio nuovo giaciglio di mondo
Silenzio. Ascolto le tue parole
E ricordo il vento di primavera"

Il primo giorno Chaeyeong non s'era fatta vedere, ma Taehyung non aveva dato cenno di preoccupazione perché sapeva - questo mi aveva riferito - che sarebbe tornata a casa l'indomani

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Il primo giorno Chaeyeong non s'era fatta vedere, ma Taehyung non aveva dato cenno di preoccupazione perché sapeva - questo mi aveva riferito - che sarebbe tornata a casa l'indomani. Così avvenne, ma non fu la sola a tornare: ad accompagnarla non c'era stata la scorta, ma un uomo alto e molto muscoloso dallo sguardo duro e freddo. Quando entrò dentro il maniero, con quello sguardo era riuscito a spezzare in due il sorriso procuratomi da un'allegra Chaeyeong saltatami in braccio per la felicità di vedermi. Quell'uomo era spaventoso, e senza dire una parola sparì in un corridoio della casa. Mi aveva lasciato una strana sensazione al petto, una paura che si prova solitamente per qualcosa di estremamente ignoto e che sembra essere pericoloso. Eppure l'ignoto è ignoto e ciò che sembra può non essere, ma esiste qualcosa dentro ognuno di noi, simile a un sesto senso, che a volte va bene ascoltarlo, soprattutto quando scatta come un campanello d'allarme. Ma in quel momento a me non scattò, per quanta inquietudine quella presenza avesse potuto mettermi.
Taehyung era apparso alle mie spalle nel momento in cui quell'uomo se n'era andato, diede un bacio alla figlia e ci abbracciò insieme. In quell'attimo nel mio cuore era scoppiata una nuova fiamma, un sentimento appagante che sapeva di casa: quell'angolo sperduto del mondo tra le braccia di Taehyung e di Chaeyeong, per la prima volta mi aveva dato la sensazione di essere nel posto giusto; il mio luogo felice, il mio spazio di vita, quello che avevo sempre cercato come un vagabondo triste e sperduto adesso sapevo che era tra loro due ovunque noi fossimo. Ero felice e scoppiavo di energia se loro erano con me. E capii che non avrei mai più permesso a nessun altro di separarmici.
Quel pomeriggio io e Chaeyeong giocammo tantissimo insieme, e io mi sentii tornare alla stessa età sua, quando non avevo nessuno con cui giocare se non dei robot di plastica alti quanto mezzo avambraccio, e trenini e macchinine da disporre in fila. Mi ero fatto raccontare dove fosse stata il giorno prima, e lei mi aveva risposto che era stata da un'amica francese che non vedeva da tanto tempo. L'aveva voluta incontrare quasi disperatamente, non perché la nonna fosse cattiva o non le volesse bene - mi raccontava -, ma perché loro due non parlavano mai davvero. Chaeyeong e sua nonna, la madre di Taehyung. Il nonno non si era fatto mai vedere da quando Chaeyeong era stata portata lì a causa della malattia e dell'assenza di Taehyung, Sakura era venuta apposta per conoscere me, e quindi lei era rimasta sola con la nonna taciturna e austera per tutto il tempo.

- Un vero strazio. A volte non capisco a cosa pensi. Sapeva solo cucinarmi da mangiare, mandarmi a letto e stare attenta che non mi facessi male con qualcosa. Non parlava mai, poche volte mi sorrideva. Era abbastanza inquietante, lo sai? Tu e papà mi mancavate tantissimo, - Proseguì Chaeyeong mentre eravamo seduti a terra a costruire un castello di mattoncini giocattolo.

❝Il destino gioca d'azzardo❞Where stories live. Discover now