Prologo

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Il campo di battaglia era in fermento. Gli uomini si stavano fronteggiando con ferocia e violenza, cercando di uccidere ogni avversario che ostacolava la loro avanzata, riempiendo l'aria con grida di guerra agghiaccianti.

Il sangue di entrambi gli schieramenti ricopriva il manto erboso, tingendo di un macabro cremisi le nostre rigogliose colline, disseminando il paesaggio con i cadaveri dei caduti.

Re Cedric stava combattendo poco più avanti, con una spietatezza che non gli apparteneva. Ma, da buon sovrano, era pronto a dare tutto se stesso per proteggere le sue terre, il suo popolo e il suo castello.

Re Walker, il sovrano dello stato adiacente al nostro, gli aveva dichiarato guerra con troppa leggerezza. Sicuramente aveva immaginato di poter vincere senza troppi problemi, ma non aveva fatto bene i suoi conti.

Impugnai saldamente l'elsa della mia fedele spada e la feci roteare sopra la testa, caricando un nemico che mi stava correndo incontro. Quello stupido era convinto di potermi battere!

Mi abbassai all'ultimo istante, calando la lama con brutalità e gli tranciai una gamba, facendolo rovinare a terra in un urlo di dolore, che si unì ai suoni dello scontro.

Gli conficcai la lama nel petto e posi fine alla sua vita, voltandomi per cercare il prossimo idiota pronto a sfidare la sorte.

Ma i miei occhi attenti videro il mio Re in difficoltà e mi sforzai di mantenere il sangue freddo mentre accorrevo in suo soccorso.

L'avversario lo attaccò con fervore, riuscì a ferirlo a una coscia e a farlo cadere in ginocchio. Nell'azione Cedric perse la propria arma e smisi completamente di respirare quando il nemico provò ad approfittare di quell'occasione per trafiggerlo.

«No!» gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.

Attirai l'attenzione di entrambi, guadagnando secondi preziosi che mi permisero di parare il fendente del guerriero.

Cedric strisciò sul terreno per farsi da parte e recuperare la propria arma, mentre io mi avventavo contro l'avversario con rabbia.

Le nostre lame cozzarono tra loro, stridendo al minimo contatto, e ogni mio attacco venne prontamente schermato con maestria, ma la mia forza non era paragonabile a quella dell'uomo che avevo dinnanzi. E, molto probabilmente, a quella di nessun altro.

Ero alto, più possente di qualunque guerriero presente sul campo e più brutale dello stesso Toutatis, il terribile Dio della guerra. Non per niente mi ero guadagnato il soprannome di Heartless, il Senza Cuore.

Lo attaccai con tutta la forza che possedevo e la sua spada volò lontano, scomparendo in mezzo al caos della battaglia.

Rimasto disarmato si voltò, cercando di fuggire, ma non gliene diedi il tempo. Affondai la lama nella sua schiena, sentendo le sue ossa rompersi e un rantolo fuoriuscire dalle sue labbra.

Lo guardai cadere a terra e mi voltai alla ricerca del mio sovrano. Non era dove l'avevo visto l'ultima volta e mi allarmai. Era mio compito vegliare sulla sua vita, per questo gli avevo espressamente chiesto di restarmi vicino durante la lotta, ma era fin troppo facile perdersi in quella confusione.

Dovevo trovarlo, dannazione!

Controllai attentamente il campo finché, finalmente, lo vidi. Era alla mia sinistra; per fortuna aveva recuperato la daga, ma stava combattendo contro Re Walker in persona.

Cedric era abile come spadaccino, sapeva difendersi e attaccare, ma era giovane e impaziente, caratteristiche che potevano fargli commettere facilmente un passo falso.

HeartlessWhere stories live. Discover now