Born to be yours

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(xiuchen)

Jongdae stava tornando a casa quando, passando davanti alla casa di Minseok, suo amico, decise di deviare per salutarlo.
Arrivato davanti a casa sua bussò, ma nessuno rispose, pensò che non vi fosse in casa e fece per andarsene quando la madre di Minseok arrivò.
«Jongdae!» Esclamò la donna. «Scusa se non ti ho sentito, ma stavo sistemando il fienile se cerchi Minseok è in camera sua.»
«Non si preoccupi sono appena arrivato. Grazie e buon lavoro signora Kim.» Rispose Jongdae.
«Grazie caro.» Stava per andarsene quando lo richiamò. «Ah, Jongdae! Minseok sta studiando con Luhan per... non ricordo. Beh per qualcosa di scuola.»
Jongdae rise. «Grazie signora Kim.»

Entrato in casa Jongdae tolse le scarpe, appoggiò la giacca e si diresse verso il piano superiore, dove era situata la camera dell'amico.
Salite le scale si avviò verso la stanza di Minseok e, con la mano sulla maniglia della porta, si fermò.

«Minseok.» Sentì la voce di Luhan parlare con tono serio.
«Si?» Chiese Minseok.
«Aish è difficile da dire.» Parlò ancora Luhan, Jongdae guardò dentro e lo vide grattarsi la testa imbarazzato. Ebbe paura in quel momento, Jongdae.
«Tutto ok Luhan?» Domandò preoccupato l'altro ragazzo.
«Minseok...» Iniziò Luhan. «Tu...mi...io...»
Non riuscendo a parlare Luhan agì. Portò la mano dietro al collo di Minseok, che lo guardava spaesato, e lo baciò. Minseok rimase paralizzato, Luhan lo aveva appena baciato e lui non se lo aspettava minimamente. I suoi occhi spalancati erano fissi in quelli chiusi di Luhan, quando un qualcosa catturò la sua attenzione. Spostò lo sguardo dietro a Luhan e notò Jongdae.
Quest'ultimo lo guardava con gli occhi sgranati da cui scendevano copiose lacrime. Minseok si staccò subito da Luhan boccheggiando.
«Io...io...tu...» Minseok si fermò e dopo aver ripreso fiato parlò. «Perché?»
«Ti amo Minseok.» Confessò Luhan. «Me ne sono reso conto così all'improvviso.»

A Jongdae si spezzò, ancora di più, il cuore. Luhan era un gran figlio di puttana.
Non riuscendo a guardare loro due fare gli innamorati, scambiò un'ultima occhiata con Minseok e poi corse via. Fuori da quella casa che gli stava recando dolore e tristezza.
Fuori scoppiò un temporale.
Incurante della pioggia iniziò a correre lungo il viale di casa Kim, senza salutare la signora Kim che lo guardò preoccupata. Continuò a correre ormai bagnato fradicio e piangendo interrottamente.
«Dio! Perché?» Urlò in mezzo alla strada alzando il viso verso il cielo. «Fottuta puttana!»
Jongdae rimase lì, in quella deserta strada in balia delle emozioni, piangente e urlando insulti a Luhan fino a quando qualcuno non lo chiamò.

«Jongdae!» L'interpellato si girò verso la voce e notò Minseok correre verso di lui. Jongdae non voleva averci a che fare quindi riprese a correre verso casa con Minseok alle calcagna, che continuava a urlare il suo nome.
Ad un certo punto Jongdae scivolò sull'asfalto rompendosi i pantaloni e graffiandosi le ginocchia e le braccia. «Ahia!» Piagnucolò il ragazzo cercando di rimettersi in piedi ma fallendo miseramente. Si girò e notò che Minseok si stava facendo più vicino, allora si alzò stringendo i denti per il dolore e prese a zoppicare verso casa, più veloce che poteva.
«JONGDAE!» Urlò Minseok. «FERMATI!»
Jongdae non rispose aumentando, invece, la velocità sopportando il dolore alle ginocchia senza voltarsi indietro.

Intravide casa sua e cercò di andare ancora più veloce, ma inciampò nei suoi stessi piedi. Chiuse gli occhi pronto per un'altra caduta, ma qualcuno afferrò il suo braccio e la sua schiena si scontrò contro il petto di qualcuno. Un odore forte e mascolino gli invase le narici.
«Aish!» Disse Jongdae liberandosi dalla stretta di Minseok e girandosi verso di lui. «Cosa vuoi?» Domandò stizzito.
«Jongdae...» Sussurrò sorpreso Minseok.
«Cosa?» Domandò ancora. «Voglio solo andarmene a casa e non parlare con te!» Esclamò con tono velenoso.
Minseok sgranò gli occhi scioccato, Jongdae non gli aveva mai parlato così.
«Jongdae, prima sei scappato in lacrime da casa mia perché?» Chiese Minseok.
«Ti ho visto.» Sussurrò Jongdae abbassando lo sguardo.
«Come?» Domandò scettico il maggiore.
«Non sono uno stupido.» Disse Jongdae piantando i suoi occhi in quelli del ragazzo fronte a lui.
Jongdae alzò la testa verso il cielo e urlò: «Cazzo perché tutte a me?»
Riportò lo sguardo verso Minseok e iniziò il suo discorso, che aveva immaginato milioni di volte in situazioni diverse.
«Vi ho visti te e Luhan, quella troia!»
«Non è una troia.» Lo interrompe Minseok.
«Si che lo è! Lui lo sa che ti amo eppure ti ha baciato lo stesso. FANCULO! Quella lurida zoccola sa quanto cazzo ti amo!» Jongdae guardò negli occhi Minseok, ancora scioccato da quella rivelazione.
«Ti amo da così fottutamente tanto, cazzo! Non ho mai conosciuto nessuno fino a quando ho conosciuto te. Tu sei stato come un miracolo per me, che mi sono arreso centinaia di volte. Tu mi hai sostenuto quando la mia famiglia ha scoperto che sono omosessuale. Tu sei il mio posto sicuro.» Si asciugò gli occhi dalle lacrime e dalla pioggia.
«E quando per la prima volta che ho incrociato il tuo sguardo, che ho visto il tuo sorriso ho capito. Che sono nato per essere tuo.» Jongdae prese le sue mani tra le proprie.
«E quando l'ho capito avevo così paura e mi domandavo: se lui lo scopre mi insulta e picchia come fa la mia famiglia? Perché se perdessi te, Minseok, perderei me stesso.» Jongdae lo guardò negli occhi aspettando una risposta che non arrivò. Quindi lasciò le sue mani, gli sorrise tristemente e si incamminò verso casa col cuore spezzato.

«Aspetta Jongdae!» Esclamò Minseok correndo dietro al ragazzo. Lo afferrò per il braccio e lo fece girare verso di sé guardandolo negli occhi. Afferrò il viso del minore e avvicinandosi appoggiò dolcemente le labbra sulle sue. Jongdae sgranò gli occhi sorpreso, per poi chiuderli e portare le mani sulle spalle di Minseok.
Il loro primo bacio iniziò come dolce trasformandosi, poi, in uno più vorace e passionale. Si divoravano le labbra a vicenda come se non avessero tempo da perdere.
Si staccarono con le labbra gonfie d'amore e cuori traboccanti di sentimenti.
«Ti amo.» Ripeté per la milionesima volta quel giorno Jongdae.
Minseok sorrise radioso. «Ti amo anche io.»
Le loro labbra si rincontrarono, ancora, sotto quel cielo piangente.

'ㅅ'

𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗵𝗼𝘁 ᵉˣᵒWhere stories live. Discover now