Cap.14

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Pov Bizio

"Ermal,te devo fa senti' na cosa"

"Cosa?"

"Vié"

Ci vestiamo e vado nella stanza degli strumenti. Mi metto al piano e inizio a suonare e cantare.

"Tu portami via
Dalle ostilitá dei giorni che verranno
Dai riflessi del passato perché torneranno
Dai sospiri lunghi per tradire
Il panico che provoca l'ipocondria...
Tu portami via
Dalla convinzione di non esere abbastanza Forte
Quando cado contro un mostro piú
Grande di me
Consapevole che a volte basta prendere la vita
Cosí com'è
Cosí com'è
Imprevedibile
Portami via dai momenti
Da questi anni invadenti...
Da ogni angolo di tempo dove io
Non trovo piú energia
Amore mio
Portami via"

Pov Ermal

Dopo aver saputo ció che ha passato, capisco al volo il significato di questa canzone, è cosí bella, tanto che quasi non mi accorgo di star piangendo.

"Bizio..."

Sussurro, ma lui non mi sente, è troppo concentrato a esibirsi, ci sta mettendo tutto se setesso, tutta la sua anima, tutti i suoi sentimenti...

"Tu portami via
Quando torna la paura
E non so piú reagire
Dai rimorsi degli errori che continuo a fare
Mentre lotto a denti stretti
Nascondendo l'amarezza dentro
Una bugia
Tu portami via
Se c'è un muro troppo alto
Per vedere il mio domani
E mi trovi li ai suoi piedi con la testa fra le Mani
Se fra tante vie d'uscita
Mi domando quella giusta
Chissá dov'è
Chissá dov'è
È imprevedibile
Portami via dai momenti
Dal tutto il vuoto che senti
Dove niente potrá farci piú del male Ovunque sia...
Amore mio portami via..."

Pov Bizio

Il testo originale dice "DOVE NIENTE POTRÁ FARMI PIÚ DEL MALE"  ma ho preferito dire FARCI perché Ermal ha sofferto molto, anche se questa canzone l'ho scritta tanti anni fa, gliela dedico, lui sente un vuoto, la mancanza di una figura paterna.

"Tuuu...
Tu sai comprendere
Questo silenzio che determina
Il confine fra i miei dubbi
E la realtá
Da qui all'eternitá
Tu non ti arrendere
Portami via dai momenti
Da questi anni violenti
Da ogni angolo di tempo
Dove io non trovo piú energia...
Amore mio
Portami via..."

Finito. Mi giro e lo trovo mentre piange. Gli asciugo le lacrime con i pollici.

"Ehi ricciolé che hai?"

Non risponde. Solamente mi abbraccia e mette la testa tra l'incavo del mio collo e la spalla. Finisce di piangere e mi bacia.

"Mo famme sentí quarcosa tu"

"Ok..."

Metamoro:solo professoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora