Sono passati due mesi da quel giorno, due. fottuti. mesi.
In questi due mesi la situazione è andata sempre peggio, Emma e Marta sono dovute partire, torneranno fra 4 mesi.. ci sentiamo ancora certo, ma non è uguale, fino alla prima settimana tutto fu calmo.. dopo peggiorò tutto quando mio padre decide di parlarmi, eravamo nel salotto, eravamo io, Edward mia madre e mio padre. Quest'ultimo cominciò a parlare, riassumendo tutto mi disse, "sei depressa".
Forse aveva ragione, non uscivo più di casa, non parlavo più con nessuno, stavo sempre in camera e raramente andavo a scuola. La maggior parte delle volte litigavo con mio fratello. Ora la situazione non è cambiata di molto.. senti bussare la porta..ormai non mi lasciano più in pace
Papà:tesoro, domani ho un giorno di ferie, andremo a Dallas.. conoscerai delle persone
R:no papà, non voglio venire
Papà: è per lavoro
R:non eri in ferie?
Papà: si, le ho prese apposta
R: d'accordo (dissi solo per non farmi più assillare)
Sono seduta alla finestra, credo di avere sonno.. ormai riposo tutto il giorno, non lo capisco nemmeno io.. domani sarà una lunga giornata.
Drin Drin
Mi sveglio, controvoglia mi alzo e mi faccio una doccia veloce. Mi asciugo i capelli e mi vesto.. metto qualcosa di più elegante o i miei genitori romperanno tutto il tempo.. mi trucco abbondantemente, il mio viso non è il massimo da guardare in questi giorni, mi piastro i capelli, prendo il cellulare e scendo
Mamma: sei bellissima tesoro
R:sisì (dico annoiata e poco convinta)
Papà:perfetto possiamo andare
Saliamo in macchina, Dallas non è molto lontano da qui, circa una mezz'oretta. Arriviamo e subito i miei presentano me e Edward alla famiglia
Papà:salve Dickens, loro sono i miei figli, Edward e Rosalba
Ci danno la mano e anche loro presentano il figlio
Dickens:Lui e mio figlio, Jacob
Mamma:bene ragazzi, andate a fare una passeggiata, non vorremmo annoiarvi con le cose di lavoro
Alla fine Edward rimase, invece io e il ragazzo decidemmo di fare una passeggiata
J:quanti anni hai?
R:16
J:io 14
Beh, sembrava più grande
J:vieni ti faccio vedere un posto
Era la scogliera più alta che avessi mai visto,il cielo non era uno dei migliori e il mare agitato.. Sembrava di essere in una tempesta <<sta attenta>>.
Sentii nuovamente quella voce quando Jacob mi fece saltare nello scoglio più basso <<non ti mettere nei guai, lo hai promesso>>
Ma alla fine, perché dovrei continuare a mantenere la promessa? Si lui lo ha fatto ma, se ne è andato, non posso mantenere qualcosa a qualcuno che non c'è. Decisi di ritentare.. decisi di continuare a saltare
J:forse e meglio fermarci..
R:sotto c'è l'ultimo scoglio
J:è pericoloso saltare in quello.. siamo in un punto sempre più alto rispetto a quello.. sono più metri rispetto agli altri..
Non mi interessava, io volevo saltare.. volevo saltare lo stesso. Sentii un ruggito, come quello che fece mio fratello quando si arrabbiò con lui.. <<non farlo>> <<fermati>> disse la voce, ne ero sicura.. era lui, lo sentivo vicino.. anche se non lo era.
Sentirlo arrabbiato fa un po' paura.. ma alla fine, non dovevo rispettare più la promessa no?
Guardo giù.. è tutta una questione di secondi.. io salto e Jacob dietro urla di non farlo.. io che arrivo allo scoglio... Credo di essermi rotta un braccio, ma è stato bello! Ho sentito l'adrenalina scorrermi nelle vene. Dopo sento Jacob urlarmi di restare lì.. dove crede che possa andare?
—
E:Ros, Rosalba. Svegliati
Apro gli occhi, credo di aver perso i sensi..
E:finalmente.. mi dici cosa ti è saltato in mente??
Mi guardo attorno.. sono in un ospedale.. mio fratello è evidentemente arrabbiato.. R:che ci faccio qui? Sto bene (dico provando ad alzarmi)
E:ferma, hai bisogno di riposo.. non è cosa da tutti i giorni rompersi un braccio e slogarsi la caviglia
R:sto bene..
E:vedremo cosa dice il medico (dice vedendolo entrare)
Dott:la ragazza è stata davvero coraggiosa a saltare.. non si è fatta nulla in confronto a quello che poteva accadere.. la dimetteremo oggi stesso.. potete venire a firmare (dice indicando i miei genitori)
Papà:ci hai fatto preoccupare.. quel ragazzo che era con te è rimasto sotto shock
R:non volevo..
I miei genitori escono dalla stanza, lasciandomi sotto lo sguardo infuriato di mio fratello che mi brucia la pelle.
E:che diavolo ti è saltato in mente?? Mi hai fatto morire
R:non puoi (puntualizzo)
E:in senso metaforico...
R:senti aiutami, dobbiamo andare
Usciamo dall'ospedale e fuori vediamo Jacob venirci in contro
J:come stai?
R:bene, sta tranquillo
J:sei ridotta male
R:non proprio
Arriviamo in casa e i miei genitori come sempre tornano a lavoro..
E:ti accompagno su, ti toglieranno il gesso fra qualche giorno.. una rottura poco grave.. ti rimetterai presto.. la gamba fra qualche giorno guarirà.. non fare sforzi
R:non ho più 5 anni
E:ti ci comporti però
Esce dalla stanza e sento la sua voce <<te lo avevo detto>>
—
I giorni passavano lenti.. alla fine la gamba è tornata normale e mi hanno appena tolto il gesso.. adesso posso muovermi senza che nessuno si preoccupi
—
È vero che di notte tutto torna.. potrai essere felice davanti agli altri.. ma di notte, di notte tornano tutti quei pensieri tristi.. torna il suo volto.. torna quell'insicurezza, con la paura di dimenticare il suo volto.. non va bene.. un mese in più.. 3 mesi.. questo mese è stato difficile.. volevo dimenticare tutto, il giorno felice davanti a tutti.. la notte insonne e a piangere. La situazione è diventata soffocante..tutti sospettano presto un cedimento.. piano piano sto cercando di convincerli.. non voglio che soffrano... Non voglio che soffrano per me..me ne andrò piano piano..non darò fastidio a nessuno..Mi alzo dal letto e vado in bagno.. prendo quella, quella cosa che avevo provato a usare ma non avevo avuto il coraggio
Mi siedo in un angolo del mio bagno e avvicino la lametta alla mia pelle cominciano i primi tagli e sento sempre la sua voce più arrabbiata <<non farlo>> <<non fare cazzate>> fino al ringhio più arrabbiato che avessi mai sentito
R:se ci tenessi davvero a me saresti tornato (sussurro, come se potesse sentirmi)
—
Suona la sveglia ma la spengo.. mi preparo e nello zaino metto un quaderno e il portacolori.. esco e saluto tutti.. pensano voglia andare a scuola.. non è così..
Cammino da un ora, voglio andare a Port Angeles.. credo di essere arrivata, mi siedo sullo scoglio e prendo il quaderno e la penna... Inizio a scrivere
"Mamma e Papà,
scusate se non sono la figlia perfetta, scusate se vi sto dando questo dolore, ma sarebbe stato peggiore vedermi ogni giorno.. scusatemi tanto se sono vostra figlia, scusatemi tanto se non riuscite ad essere orgogliosi di me, scusatemi anche per questo gesto.. sappiate che vi voglio bene. Perdonatemi."
"Edward,
scusami se non ho fatto quello che volevi, se ti ho detto tante cattiverie, scusami se ti ho fatto male.. scusami se non avrai più una sorella, scusami se non sei fiero di me, scusami se non sono più la sorella che ero prima, scusami. Scusami se ti lascio solo, scusami ma non riuscivo più a vivere..anche in parte per colpa tua..spero che capirai...ti voglio bene fratello mio, ti voglio tanto bene"
Piego questa lettera, ormai le lacrime non si contano più.. lascio lo zaino nella baia e salgo nello scoglio più alto.. guardo giù <<fermati!!>>
R:Addio Daniel (urlo)
Mi butto.. questione di pochi secondi.. vengo sballottata dalle onde.. sono violente come se la rabbia di quella voce si fosse trasformata nelle onde..SPAZIO AUTRICE
Non servono commenti..!-'me'

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Twilight (Rivisitation)
Historia Corta- Corro nell'oscurità che mi opprime, sento la pioggia battere forte sul terreno, i miei stivali sono ormai unti di fango, vorrei solo sparire! Questo mondo non fa per me, o meglio essere quello che sono non fa per me, se dovesse succedermi qualcosa...