capitolo 68

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Guardo l'orologio sul display del forno, sono le sei e mezza del mattino, più di due ore che non smette di piangere.

Provo ad allontanarmi, per andare a prendergli una coperta, non smette di tremare.

Ma come mi muovo, mi blocca.

Non l'ho mai visto in questo stato. Non riesco a capire cosa devo fare, come devo comportarmi, se parlare o stare zitta, se abbracciarlo o stargli a debita distanza. Il mio sguardo cade ancora sul pensile della cucina distrutto e un brivido mi percuote dentro.

- Anastasia. - Mi sussurra, con un filo di voce, cercando di far cessare il pianto, - quando è.. successo..? al ritorno da Yale vero? -

Mi limito ad annuire con la testa.

- Mi hai fatto passare l'inferno, Non m hai rivolto la parola per due cazzo di anni. Hai distutto la nostra famiglia, mi hai chiesto la separazione, perchè non riuscivi a superare quello che ti avevo fatto, per salvarti LA VITA.. e tu.. tu rimani inc.. non riesco neanche a dirlo.. Dio!! - respira rumorosamente- senza neanche dirmelo, te ne sei sbarazzata come se fosse stata spazzatura? come se fosse stato un fardello di cui volevi levarti il peso? Come? come hai potuto? Quando l'hai scoperto?-

- l'ho scoperto praticamente subito Christian. Avevo in programma degli esami del sangue di routine, per controllare i marcatori tumorali, appena ho letto i valori del progesterone e dell'estriolo, mi è suonato un campanello d'allarme. Poco dopo, ho saputo con certezza di essere incinta.-

- perchè non mi hai detto nulla? - mi dice, lasciandosi andare per terra con le gambe

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- perchè non mi hai detto nulla? - mi dice, lasciandosi andare per terra con le gambe.

- perchè mi avresti impedito di farlo, mi avresti impedito di lasciarti e saremmo entrambi rimasti bloccati in un matrimonio che non aveva più senso per nessuno dei due. Non mi sono riconosciuta in quella decisione. Io che avrei sacrificato la mia vita pur di portare a termine quella gravidanza... Eppure, ero arrivata al punto forse di odiarti così tanto, che non volevo avere dentro di me nulla che ti appartenesse. -

A quelle mie ultime parole, mi guarda sconvolto. Come se gli avessero detto la cosa più assurda e dolorosa, della sua vita. La sua espressione è così piena di dolore, come se fosse stato pieno di ferite, e io gli stessi buttando il sale addosso...

- Mi hai trattato come un mostro, mi hai schifato, mi hai escluso dalla tua vita, dalla tua malattia, dal tuo percorso di guarigione. Mi hai allontanato dal tuo cuore per aver fatto, ciò che tu hai fatto senza nessun motivo?? Non credo di riconoscerti. Non credo di averti mai conosciuta.. non puoi essere tu.. -

- Lo so, hai ragione..- dico, con un filo di voce, tenendo la testa bassa.

- Cristo Anastasia!!! è solo quello che sai dire??? due anni prima saresti morta per dare alla luce nostro figlio, e due anni dopo te ne sbarazzi, andando in una clinica, da sola, senza aver detto nulla a nessuno? Mi sembra di immaginarti, con un sacco della spazzatura, che da sola ti incammini a buttare, senza guardarti indietro. Senza tentennare... Non riesco a guardari in faccia.. Io.. io.. non ci riesco. E' troppo.-

Provo ad avvicinarmi, lo vedo che sta ancora tremando.. Di punto in bianco mi prende il viso tra le sue mani. Mi guarda con quei meravigliosi occhi grigi cosi tristi, ormai gonfissimi e rossi. Prende fiato, non riesce a parlare subito, fa dei respiri lunghi e forzati e dopodichè mi dice quelle parole, quelle parole così strazianti, che sapevo, prima o poi, che mi avrebbe detto:

- Anastasia. Avrei preferito che mi avessi tradito con un altro uomo. Con qualsiasi altro uomo. Mi sarei incazzato, avrei spaccato la faccia a lui, avrei probabilmente disintegrato mezza casa, pur di non spaccare la faccia pure a te. Ti avrei allontanata, ti avrei evitata, ti avrei odiata.. o cielo se ti avrei odiata. Eppure, dentro di me, avrei trovato la forza di superarlo.
Ma questo tipo di tradimento, va ben oltre qualsiasi cosa io possa comprendere.. Questo tradimento è stato peggio, peggio di qualsiasi cosa io possa anche solo immaginare..Questo tipo di tradimento, è stato.. è stato...

ma non riesce a concludere la frase, perchè le lacrime ricominciano a scendere sul suo viso in maniera copiosa, continuando a stringermi la mano, fissandomi gli anelli, che porto sull'anulare sinistro.

- Questa, indicandomi l'anello nuziale, è il caso che tu te la tolga. - Mi dice in maniera glaciale, Asciugandosi le lacrime ed alzandosi in piedi, lasciando la stanza.

Mi accascio per terra, Rimanendo seduta ancora li, su quel pavimento freddo, Non emettendo un fiato.

Poco dopo, sento il rumore dell'acqua della doccia. Mi rannicchio, abbracciando le ginocchia contro il petto.. Non riesco a muovermi.

Cinque minuti dopo, riesco a trovare la forza di alzarmi in piedi. Con l'aiuto del sapone, mi sfilo sia l'anello di fidanzamento, che la fede dal dito e la lascio sopra il piano della cucina.
Con un biglietto:

'Ti ho perso per sempre, lo stesso giorno in cui ti avevo ritrovato, in tutti i miei ricordi.
Non ci sarà ora, in cui cesserà il mio rimorso, come non ci sarà ora in cui cesserò di amarti.
Eternamente tua,
Ana.'

Riempio un borsone veloce, con le prime cose che mi capitano, ed esco velocemente da quella casa

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Riempio un borsone veloce, con le prime cose che mi capitano, ed esco velocemente da quella casa.

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