~ Solo quando avrò l'onore di perire per amore ~
• Un'esistenza come un assioma,senza dover essere giudicata,una vita monotona ma da cui resto abbagliata • π
- Anita, studentessa slovena la cui esistenza è perennemente segnata dall'oppressione...
° Avanzo ottenendo un passo rapido, ma ancora intralciato dall'angoscia. Il mio respiro si affanna ed i piedi indolenziti penetrano durante la corsa all'interno dei solchi presenti nell'asfalto. Le sinuose gocce d'acqua scendono con fare inizialmente inoperoso, per poi mutare in vivido. Focalizzo l'immagine addolorata di Emilie, i suoi gonfi bulbi che scrutano la mia indesiderata e disprezzata presenza. Non avrei voluto scaturire tanto astio nei miei confronti, ma Colton ne ha avuta l'abilità e molteplici possibilità. La fiducia donata, le parole tenere e reali, i comportamenti apparentemente spontanei , il fiore dolce e tinto di bianco. Menzogne. Il suo carattere manipolatore mi sorprende nuovamente e solo ora constato la mia ingenuità e la poca intuizione. Nuovamente le lacrime si mimetizzano con l'acqua piovana per poi bagnare l'abito ed inumidire la capigliatura. Il dolore al polso si intensifica procedendo senza alcuna meta, l'adrenalina ha svolto il suo benevolo compito, ma ora spetta alla realtà punirmi severamente. Tampono la lieve ferita con il palmo della mano opposta e procedo aumentano il passo, lasciando che l'acqua "anneghi" il pianto soffocato. Il livido di Emilie mi scuote ancora. Realizzo il momento cruciale, la scoperta di un segreto quasi inviolabile e comprendo i sentimenti altrui. Cosa un individuo provi nell'essere tradito e ferito barbaramente. Colton ha ingannato entrambe, per poi lasciare che la maschera apparentemente innocente e pura, ma meschina e menzognera. Come ho potuto essere nuovamente vittima del mietitore provetto, tendendo come una corda di violino un ignota trappola. Vittima. Sono un'ignobile vittima. L'incoerenza mi assale e rimurgino ogni azione ed errore passato. L'eleganza dell'abito si dissolve e quest'ultimo si appesantisce, colmo di acqua. Tasto le sue rifiniture sciupate e sfregiate, distogliendo un tassello di vetro. Il pensiero attanagliante riguarda Emilie. Il suo volto deturpato, l'angoscia in forma concreta e la violenza, la violenza inaudita trasmessa da quella canaglia di Colton. Provo disgusto e disonore al pensiero della nottata felice e restauratrice del rapporto delicato trascorsa assieme. Sono amareggiata. Intravedo l' edificio in costruzione. A passo felpato faccio irruzione nell'edificio. L'odore pungente di vernice ed umido mi nausea per poi allettarmi alla vista dei dipinti. Lo sconforto mi assale e divora. Mi accascio a terra contro la parete. Il suolo malcurato ed ancora trasandato mi fanno sorridere. " Non sentitevi soli fanciulli, sono proprio come voi " emano un grido mascherando il dolore nascosto mentre la pioggia battente continua imperterrita il suo viaggio. Sfioro il pavimento delicatamente e scorgo le assi ancora poco stabili, coperte da uno strato biancastro di vernice viscosa e fresca. Sono avvilita. Il mio corpo non è in grado di produrre nuove azioni se non scaturire in un pianto flebile. Addento l'indice per non cospargere le grida di prostrazione. Il fiato coperto dall'acqua a dalla temperatura fredda nel luogo si condensa e la presenza di Nereida, abbattuta e preoccupata mi alletta. Si avvicina scuotendo la mia gracile forma per poi premere le dita sul polso dolente. " Potrebbe scaturire in un' infezione Anita, è necessario un soccorso immediato " afferma mentre il mio sguardo impassibile e tetro incontra il suo. La sua presenza diviene più apprezzata ma le mie corde vocali affermano il contrario, involontariamente. << Vattene, Nereida >> aggiungo sicura e con un tono acidulo. Ella rimane sorpresa ma non si sconforta, invitandomi nuovamente ad alzarmi. Il movimento fluido della mia mano strabilia entrambe. Il palmo trova contatto con la sua guancia per poi ritrarsi. Nereida mi osserva mentre la lucidità nei suoi occhi aumenta. Il suo respiro diviene più pacato e l'espressione nonostante l'accaduto rimane mansueta.
° Nereida estrae con cura i frammenti di vetro rimanenti all'interno della ferita, apertasi a causa dei movimenti bruschi. L'ago in seguito penetra nella pelle tonica fino a schiudere il solco e comprimere i punti con una garza. L' abitacolo di Nereida è accogliente ed a tratti angusto. La fragranza di salvia mi inebria. Le poso una mano sulla guancia rossiccia, imbarazzata. " Perdonami, non riesco a comprendere il perché " aggiungo mentre le lacrime percorrono il mento. Lo stato di profondo avvilimento non contagia Nereida, che accenna un lieve sorriso, intimorita dal battito imperterrito della pioggia. << Emilie >> affermo distratta e preoccupata. " Non preoccuparti, è rinvenuta pochi minuti prima di perdere le tue tracce " aggiunge sollevata. Sorrido ed una lacrima salmastra mi bagna il labbro superiore. " Sono desolata, avrei dovuto informarvi " << Non è necessario avere rimorsi Anita, Colton ha sfruttato entrambe, deve pagare una multa salata per questo >> " Mi sento partecipe dei crimini commessi da quel maiale, Dio Santo ! " Sbotto piangente. Ella asciuga le lacrime con un fazzoletto di stoffa per poi avvolgere il mio corpo in un abbraccio. " Non tenere ciò che non ha compiuto, Anita " Arrossisco alquanto incredula ed incagliata dalla solarità di Nereida. Mi chino bruscamente sulla moquette ed attendo che il vomito fuoriesca, invano. Nereida raccoglie i miei capelli per poi alzarmi delicatamente e stendermi sul sofà, nel caldo e profumato salotto, decorato da vegetali ignoti alla mia conoscienza. Scorgo le fioche luci di Lubiana per poi attendere l'appesantimento delle palpebre. Intravedo Nereida inserire in un bicchiere colmo d ' acqua, una compressa, che si dissolve con lentezza. Me lo porge con un sorriso per poi prendere posto accanto a me ed attendere che il sonno ci travolga. Non riesco a metabolizzare la serata rivoltante e pungente. Il pensiero della preoccupazione di Evinka riguardo la mia scomparsa si smaterializza, come la materia che compone la compressa, avvolta dal liquido. Sfrutto il comodo suolo lasciando che la stanchezza mi culli. Il vuoto che mi pervadeva si disgrega ed i lamenti cessano in breve tempo , la presenza di Nereida non mi opprime, né mi urta.
° A me beato sembra come un dio l'uomo che siede a te dinnanzi, ed ode da vicino le tue dolci parole ed il tuo dolce riso amoroso.
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• Buongiorno a tutti wattpadders ! 🔏 Spero che il racconto sino ad ora sia stato di vostro gradimento...sempre se avrete voglia potrete lasciare qualche breve commento per riflessioni anche negative sul mio linguaggio! ⛏️ Scrivete chi ritenete sia il vostro personaggio preferito e chi detestate! 📚 Thanks a lot! 🍀... Bye......Leo 😉