Mecredi 23:30

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AXEL
Ci avevo  messo un'ora a trovarlo, era alla petite ceinture, il posto che aveva dato vita al nostro amore, il luogo dove ci eravamo trovati, persi e ritrovati sul set e nella realtà.
Ci erano voluti giorni prima di metabolizzare ciò che era successo con Manon, ma ora che eravamo finalmente insieme, felici, sapevo che questa cosa non  avrebbe mai potuto separarci.
....
Le prime  settimane del nostro  rapporto dopo la convalescenza di Maxence in ospedale erano state esattamente come me le avevo  sempre immaginate: andavamo insieme dappertutto, io lo avevo presentato ai miei  amici come il mio ragazzo e lui anche, avevamo parlato con le nostre famiglie e tutto procedeva perfettamente.

Quella sera...

Ho visto il passato di Maxence attraverso i suoi occhi, quindi so perfettamente dove cercarlo. Corro a perdifiato, con i polmoni che bruciano, ma quando svolto l'angolo vedo il cancello aperto e niente più conta per me. Un uomo dalla statura imponente con il cappuccio tirato sulla testa sta rannicchiato a terra proprio come nella scena tra Lucas e Eliott.
Il mio cuore prende il volo per la felicità. Senza pensare né pormi domande, mi precipito verso di lui. Non so come sia possibile, ma il nostro amore non conosce confini.
Mi dà la schiena, quindi non sa cosa sta per capitargli, ma il rumore dei miei passi lo avverte della mia presenza. Quando si volta sorpreso, mi getto tra le sue braccia e mi aggrappo a lui. Non sono mai stato così bene, sono in paradiso.

MAXENCE
I primi giorni Axel prese molto male il litigio con Manon. C'era da aspettarselo. Sapeva di non avere colpa, ma non aveva la certezza che le cose fossero davvero come aveva detto lei.
Alla fine, però, la sofferenza lasciò il posto all'indifferenza.
Comunque aveva ancora me.
Noi..

Oggi

È incredibile come basti il suo profumo a riportare a galla tanti ricordi.
Senza dire una parola, mi stringe a sé cingendomi la vita. I nostri cuori battono l'uno contro l'altro. Potrei rimanere così per sempre.
«Ehm... ciao.»
«Ciao!» Premo la guancia contro il suo petto.
«Non vorrei sembrarti scortese ma... ci conosciamo?»
Era sempre così cretino ma mi faceva sentire come se non avessi bisogno di nient'altro al mondo.
Spalanco gli occhi. Tutto preso dall'eccitazione, del giochetto che si stava inventando in questo momento. Mi stacco da lui, scostandomi i capelli dal viso. E mentre io fisso intensamente i suoi occhi, lui mi solleva il mento con due dita e mentre  studia il mio viso, io potrei perdermi nella  profondità del suo sguardo. Mi accarezza la fronte, la guancia, le labbra con un dito, e io lo lascio fare.
«Ti chiedo scusa», mi dice con un sorriso. «Non volevo davvero che succedesse tutto questo.»
«Ma no, sono io che devo chiederti scusa. Ho agito d'istinto.»
« Lo so bene» risponde.
Ride, un suono che conosco molto bene.
Ci fissiamo, entrambi incantati dall'elettricità tra noi.
«Mi chiamo Maxence.» Gli tendo la mano
Lui la prende. «Ciao, sono Axel.»
Continuiamo a stringerci la mano per un intero minuto.
«Be', posso baciarti e ricominciare da qui?» gli propongo.
« volentieri grazie». Risponde lui ridendo.
Appoggia le labbra alle mie e mi bacia con passione, ho lo stomaco in subbuglio come non mi era successo nemmeno la prima volta che avevamo fatto l'amore. E quasi senza accorgermene gli sfilo la T-shirt e la getto  sul pavimento. Lui praticamente mi strappa i pantaloni di dosso. Non aspetto nemmeno un minuto prima di togliermi tutti i vestiti. Poi è lui a spogliarsi. Sale sopra di me, gonfiando i bicipiti e i muscoli del petto prendendomi in giro.
È bellissimo in ogni curva del corpo sembra scolpito. La sua bocca ha fame della mia, del mio collo, del mio mento, finché non trova le mie labbra e le bacia con desiderio. Gli accarezzo i capelli e quando scendo con la mano verso il basso e afferro il suo sesso già duro lo sento gemere.
«Ti voglio dentro di me, Maxence». Sussurra
È un momento perfetto.
Struscia i suoi fianchi potenti contro i miei e intreccia le sue dita intorno alla mia mano che tiene stretto il suo membro. Stava ansimando  e rovesciò la testa all'indietro quando lo penetrai. Chiusi gli occhi, lui era completamente inerme. E mi sfuggì un gemito non appena mi accolse. Un gemito di puro piacere.
Mi sussurra qualcosa sulla pelle, mentre fa  scivolare la lingua nella mia bocca, mentre io affondo sempre di più.
«Non voglio perderti» dice mordendosi  il labbro inferiore.
A queste parole avrei voluto piangere. E, dentro di me, piangevo. Ma erano lacrime di gioia.
Allacciai le gambe intorno alla sua vita e mi spinsi di più contro di lui, volevo che mi sentisse  fino in fondo.
«Non ti lascerò mai più» dissi.
«Promettilo» disse lui.
Lo guardai negli occhi e vidi che erano pieni di lacrime; l'espressione del suo volto era intensissima. In quel momento capii che se lo avessi lasciato  lo avrei ucciso. Avrei ucciso me stesso.
«Te lo prometto. Non ti lascerò mai.»
«Giuralo sulla tua vita» mi ordinò e affondai  così forte dentro di lui che entrambi eravamo senza fiato. Mi tremavano le gambe, lo stomaco mi andava su e giù per le ondate di piacere. Lui continuava a fissarmi negli occhi.
«Sì, te lo giuro sulla mia vita!» esclamai. Credevo fermamente a ogni parola.
E mentre divorava  la mia bocca e facemmo l'amore  come non avevamo mai fatto. Le dita, premute contro il muro alle mie spalle, cominciarono a farmi male e avevo le gambe così deboli che quasi non riuscivo a sollevarle. E quando venne  tremava così tanto che lo abbracciai, leccando il sudore che gli scendeva lungo le tempie.
Dopo pochi minuti era pronto di nuovo, e questa volta facemmo l'amore lentamente, finché non godetti anch'io.

AXEL
5:00

Restammo a letto tutto il tempo avvolti nelle lenzuola, braccia e gambe intrecciate, senza parlare. Lui giocava con i miei capelli, io con la testa appoggiata contro il suo petto caldo e muscoloso.
Mi accorsi – era difficile non farlo – di un aspetto di Maxence che non immaginavo, e che mi stupì: ogni volta che facevamo sesso era diverso, il suo sentimento era diverso. A volte era aggressivo, altre dolce, ma era come se mi nascondesse sempre qualcosa. Ero stata con diverse  persone, ma nessuno era come lui. Il sesso con lui non era mai uguale. Lui era concentrato, determinato, meticoloso ed esperto. Ogni volta che cominciavamo a toccarci mi chiedevo come si sarebbe comportato. E solo il pensiero bastava a eccitarmi. Talvolta era una sensazione quasi spaventosa, ma in senso buono. Finalmente non mi sentivo sbagliato. Non mi vergognavo. Al contrario, con lui mi sentivo quasi completamente me stesso. Ma solo quasi. Non ero ancora pronto a svelargli una cosa.
Avevo paura che mi avrebbe guardato con occhi diversi.
Perché la verità è che ero dipendente dal sesso.
Volevo farlo in continuazione. In ogni modo. Prima di Maxence, dopo essere stato a letto con qualcuno, non mi vergognavo. Non ho mai provato un grande desiderio per le ragazze con cui sono stato. Perché in realtà volevo  soltanto Maxence.
E ora che ce l'avevo, e che mi restituiva questo piacere sessuale così intenso, mi girava la testa per tutte le possibilità inesplorate.
Io e lui eravamo più simili di quanto avessimo mai pensato.
Anche se ancora non conoscevo le risposte a tutto, pensai che la vita non poteva essere più bella di così. Il nostro amore era completo e assoluto, stavamo finalmente vivendo il nostro sogno. C'era ancora tantissimo da fare, avevamo moltissime cose da scoprire insieme e avevamo tutta la vita per farlo.

«Hai promesso» sussurrai
Sollevai il capo e lo guardai. «Sì» disse, e lo baciai sulle labbra.
Lui rispose al mio bacio, ma nei miei occhi c'era un'espressione preoccupata che non mi  abbandonava.
«Non andrò da nessuna parte» mi rassicurò.
«Ho vissuto per troppo tempo senza di te, avrei soltanto voluto accorgermene prima di amarti.» disse
Sorrisi  debolmente e con un dito mi spostai  una ciocca di capelli che mi era scesa davanti al viso. «Sono contento che tu mi abbia dato la possibilità di amarti a mia volta.» dissi , e lui mi baciò sul naso.
«Be', se tu non mi avessi detto che
anche tu lo eri probabilmente non l'avrei fatto.» sorrise, «Ti ho sempre trovato bellissimo» disse, baciandomi sui capelli.
Ero in paradiso. Eravamo in paradiso.
Mentre restiamo abbracciati a letto e non ci sono parole per descrivere quello che sta accadendo tra noi perché quello che abbiamo adesso, e quello che abbiamo passato per trovarci a vicenda, è al di là delle parole.  Con quello che provo per quest'uomo potrei riempire interi volumi. Sì, potrei scrivere la storia di due che, battendosi  contro ogni probabilità e contro le avversità della vita, hanno trovato l'amore, in questa vita e forse anche nell'altra.

Polaris Where stories live. Discover now