Capitolo 4 - Sangue e Leggende

58 7 0
                                    

Math si trovava effettivamente davanti alla tavola calda; era in sosta, le ruote che sfioravano il bordo del marciapiede e il motore acceso.

"Come diavolo facevi a sapere che ero qui ?!"

Lexie aveva cercato di risultare irritata ed era sinceramente scioccata. 

"Non abbiamo tempo per queste cose, sbrigati, dobbiamo andare !" 

Ebbe appena il tempo di salire e chiudere lo sportello: Math ripartì molto velocemente, sgommando un po'. Durante tutto il tragitto rimasero in silenzio. Lexie rinunciò al tentativo di estorcergli una spiegazione. L'aveva forse spiata per tutto il tempo ? Come avrebbe potuto, se aveva delle commissioni da svolgere ? A meno che fosse tutto solo una bugia ... C'era Jeremy dietro ? L'apprensione lo aveva spinto a una cosa simile ? Le ipotesi che aveva in mente sembravano una più improbabile dell'altra. Come se non bastasse ciò che gli amici di Phil le avevano riferito sui Denvers l'aveva turbata, per quanto le costasse ammetterlo.

Giunsero a destinazione molto in fretta. Troppo in fretta. Con suo grande stupore non attraversarono l'immenso cancello, ma proseguirono a destra, su una strada fangosa e leggermente dissestata.  Lexie non ci mise molto a capire che l'emergenza di cui aveva parlato Jeremy era bella grossa: c'erano mezzi della polizia locale tutt'intorno ai terreni che circondavano la proprietà, camionette della polizia scientifica e un'ambulanza. Ma cosa è successo?! Math fermò bruscamente il pick-up, slacciò con foga la cintura di sicurezza e uscì, Lexie gli correva dietro tenendo il passo. Un gruppo di agenti tentò di bloccarli, ma lui con parole non esattamente gentili li persuase a farli passare perché era casa loro e spiegò chi fossero. Con riluttanza quelli sollevarono la striscia gialla che delimitava il perimetro d'indagine e proseguirono. Trovarono Jeremy e Sal a qualche metro dall'orlo della scarpata che avevano di fianco, raggiungibile da una pedana di terra compatta che saliva verso l'alto. Non erano soli. Con loro c'era una donna in divisa. Quando furono sufficientemente vicini Lexie notò che appuntata al petto aveva una stella dorata: era lo sceriffo. 

 - Credo che la famiglia sia al completo, ora. - disse, vedendoli arrivare. 

 Jeremy allungò il braccio e cinse le spalle di Math, visibilmente nervoso. Lexie invece fu accolta dalle delicate carezze sulla schiena di Sal, il quale abbozzò un sorriso.

- Nick, Xavi e Pete ? - chiese.

- Sono rimasti a Stone Hall, a tenere d'occhio la casa- rispose Jeremy, in tono cupo. I suoi occhi si erano fatti nuovamente scuri. Anche lui come suo figlio era inquieto. Come biasimarlo? Era di  certo successo qualcosa di terribile, ma Lexie non sapeva ancora cosa. 

- Non ricordo di averla vista, l'ultima volta.

- Le chiedo scusa, sceriffo, questa situazione ci ha destabilizzati; lei è Alexandra, è arrivata solo ieri, da Richmond. Io e sua madre eravamo molto legati da ragazzi e ora che se ne è andata l'ha affidata a me. 

- Capisco. Mi dispiace averti conosciuta in queste circostanze, ma ... benvenuta a Bear Hill, cara. Sono Caroline. Caroline Morgan. 

Aveva denti bianchissimi che facevano contrasto coi suoi splendidi capelli lunghi e ramati, legati da un semplice elastico nero. Lexie tentò con scarsi risultati di sorriderle. 

- Che cosa è successo... ? - osò chiedere.

Gli adulti si scambiarono occhiate preoccupate, non sicuri su cosa dire.

- Sarebbe meglio se rientrassi, piccola. - parlò Sal, senza nemmeno guardarla. - Math, potresti ...? 

Credette di sentire gli alberi - quegli stessi alberi che l'avevano tanto terrorizzata il pomeriggio precedente - bisbigliare tra loro, concitati. Improvvisamente percepì un forte odore, che fino a un secondo prima sembrava non esserci. Come in trance, Lexie seguì quella traccia per qualche metro. Poi lo vide. Un corpo, circondato da transenne, che stava venendo analizzato da persone vestite con tute bianche. Un cadavere. Era quasi completamente intatto, eccezion fatta per il collo, che era stato squarciato completamente, e per la mandibola, quasi staccata di netto. Solo in un secondo momento osservò più attentamente il resto: la camicia, imbrattata di sangue, un paio di baffi brizzolati e uno stomaco alquanto prominente. O mio Dio ... Dovette lottare per far sì che le patatine che aveva mangiato rimanessero nello stomaco. Jeremy e gli altri l'avevano raggiunta, a passo svelto. 

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora