Capitolo 12 - Incubi e buio

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Erano le dieci e mezza ed erano tutti riuniti attorno al grande tavolo della cucina. Tutti. Tranne Jeremy. Non c'era traccia nemmeno di Math. 

È strano, non è da lui, pensava Lexie mentre metteva in tavola piattini, tazze e posate. Neanche Math è un dormiglione, perché non sono ancora scesi?

- Forse dovremmo andare a chiamarli... - trovò il coraggio di dire lei, ma Sal ai fornelli scosse la testa. 

- No piccola, fidati. È tutto a posto. Mangeranno più tardi. 

Sembravano tutti piuttosto tranquilli a riguardo. Lei era l'unica ad aver osservato la loro assenza, nessun altro aveva sollevato l'argomento. Era successo già altre volte che Jeremy arrivasse in leggero ritardo per la colazione, ma non aveva mai tardato così tanto. Finirono tutti di mangiare, chiacchierando come se nulla fosse per poi andare ognuno per la propria strada. Pete andò a lavoro, Nick a fare jogging in giro per la proprietà, Xavi alle prove di musica e Lexie giù in biblioteca a fare i compiti per la scuola e a studiare le leggi dei licantropi, gli alberi genealogici e ogni tipo di documento utile che ci fosse. 


Sal saliva le scale tenendo un vassoio con gli avanzi della colazione tra le mani, diretto al primo piano. Arrivato sulla soglia della stanza di Jeremy percepì un odore familiare. Quando aprì la porta trovò l'amico ancora avvolto nelle lenzuola che dormiva placidamente e ai piedi del letto c'era Math in forma di lupo, col muso poggiato sulle zampe anteriori incrociate e gli occhi semichiusi. Forse fu il profumo del cibo a svegliarlo: mosse le orecchie e alzò la testa per poi fissare Sal, fermo ad appena un metro da lui. Fece un enorme sbadiglio mettendo in bella mostra le zanne, poi si alzò lentamente sulle zampe e guaì un po'. 

- Hai vegliato su di lui per tutto il tempo, non è così? - chiese Sal, guardandolo con un briciolo di tenerezza nello sguardo. Per tutta risposta Math fece vibrare le orecchie. Gli avvicino tre strisce di bacon fritte e un grosso pezzo di salsiccia che andarono a finire in un baleno nello stomaco del giovane lupo. - Torna in camera tua, ritrasformati e dormi un po'. Penserò io a lui, ora. - 

Math uscì a passi lenti e arrivato di fronte alla sua porta si alzò con difficoltà su due zampe e abbassò la maniglia per poi intrufolarsi dallo spiraglio e sparire. 

Sal dopo aver poggiato il vassoio sulla scrivania scansò le tende con delicatezza e aprì le finestre.

- Buongiorno.

Jeremy aprì un occhio alla volta e si girò in direzione della finestra.

- Buongiorno. - biascicò. - Quanto... quanto ho dormito?

- Non ne ho idea, ma forse non abbastanza a giudicare dalla tua faccia.

Jeremy riuscì ad abbozzare un sorriso e si mise a sedere con le gambe ancora coperte dalle lenzuola. 

- È successo di nuovo, vero? 

Istintivamente incurvò le spalle e si strinse le braccia. - Sì. - disse a fatica. - Non accadeva da un po'. 

- Anche ora che è fuori dalla tua vita riesce a farti del male.

- Perché sono io a permetterlo. Ripensare alla Caccia di quindici anni fa ha risvegliato qualcosa che cercavo di seppellire da anni, ma Lexie doveva sapere, non potevo starmene in silenzio.

- Sicuro di stare bene? 

- Non è la prima volta, me la caverò.- Jeremy si sistemò i capelli scompigliati con un gesto deciso delle mani; i suoi occhi di smeraldo che rilucevano al sole osservavano un punto indefinito, fuori dalla finestra, all'orizzonte. 

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora