14.Far scattare una molla.•

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Qualcuno bussa alla porta facendomi alzare di scatto gli occhi dal libro che stavo leggendo
"Avanti" dico con voce abbastanza alta in modo da farmi sentire da chiunque ci sia lì fuori, la porta si apre e Cameron fa il suo ingresso lentamente, si guarda un paio di volte intorno come per voler controllare che tutto sia regole per poi chiuderla con delicatezza quasi studiata.
Sono passati un paio di giorni da quello strano avvenimento in cucina, non si è più aperta bocca sull'accaduto e nessuno dei due sembra averne intenzione.
Quegli strani attacchi non sono più avvenuti e finché continua così va bene.
Sembra andare a periodi comunque
Ho cercato di non isolarmi più di tanto soprattutto per capire cosa sta effettivamente succedendo intorno a me, tuttavia sembra che in questi giorni nessuno abbia intenzione di uscire oppure fare qualcosa di sospetto.
È tutto calmo e tranquillo

"Ciao" mi saluta Cameron avvicinandosi al letto, chiudo il libro intuendo che non riuscirò a tornare alla lettura prima di sta sera.
È venuto a chiamarmi.
"Ciao" rispondo guardandolo negli occhi, la sua espressione sembra leggermente turbata e non fa altro che guardarsi intorno.
Questo non è un buon segno

"Sono venuto perché... dovresti venire di sotto. Ti dobbiamo parlare di una cosa." Dice infatti massaggiandosi il retro del collo con fare nervoso
Devono parlarmi...
Non so se interpretarla come una buona notizia oppure no ma comunque annuisco sentendo la curiosità avere la meglio su qualsiasi tipo di buon senso, non potrei fare nulla di diverso comunque...
Appoggio il libro sulla scrivania strisciando un paio di volte verso il bordo del letto prima di appoggiare i piedi sul pavimento, infilo le scarpe tirandomi su e stirandomi il maglione che indosso pronta ad uscire.
Cameron tuttavia mi blocca poggiando una mano sulla mia spalla; non è una prese aggressiva ma è un chiaro invito a non muovermi.
Lo guardò con le sopracciglia corrugate
"Ricordi quello che ti ho detto l'altro giorno?" Mi chiede con voce bassa e controllata, faccio un attimo mente locale
"Intendi cosa mi hai detto su quella strana sensazione? Non è più tornata a proposito" rispondo e-
Okay
Era arrivato il momento di parlarne?
Era per quello che mi volevano di sotto?
"Si esatto, tu... devi continuare così okay? Qualsiasi cosa ti chiedano gli altri.. te non dire nulla, va bene?" Continua guardandomi estremamente serio facendomi aggrottare le sopracciglia
Cosa vuol dire?
"Va bene ma-" provò a dire ma mi interrompe bruscamente
"Scarlet sono serio. Non devi farne parola chiaro?" Ripete con tono decisamente più duro rispetto a prima, mi ammutolisco limitandomi ad annuire anche se ancora estremamente confusa.
Cameron studia il mio volto senza disturbarsi troppo prima di rilasciare un sospiro che suona proprio come estremamente esausto, poi senza preavviso sento le sue braccia circondarmi i fianchi e stringermi a sè con abbastanza forza, una sua mano si posiziona sul retro mia testa.
I movimenti sono praticamente impercettibili ma mi sembra di sentirlo lasciare delle leggere carezze
"Mi dispiace" sussurra talmente piano che per un attimo mi sembra di averlo solo sognato

"Per cosa?" Sussurro a mia volta rimanendo immobile tra le sue braccia leggermente timorosa della risposta
Perché dovrebbe dispiacergli?
Si stacca però rimandando comunque vicino e mi guarda negli occhi e sembrano... così dispiaciuti
Mi sembra di sentire ancora quella sensazione di bruciore, non quella fastidiosa, un tepore piacevole che si propaga per tutto il corpo
Aspetto la risposta che però non arriva, al contrario; dopo qualche altro secondo distoglie lo sguardo e sembra portarsi via anche quella bella sensazione quando si allontana definitivamente
"Non dire nulla." Dice solamente prima di avanzare verso la porta ed uscire senza aspettare oppure assicurarsi che io lo segua.
Rimango un attimo ferma non riuscendo ben a capite se sono sulla sua stessa lunghezza d'onda.
Eppure non credo di esserlo, lui sa molte più cose di me e sebbene si comporti in modo affidabile sono certa che quel mi dispiace significa qualcosa che mi è sfuggito e che ancora mi sfugge.
Per un attimo tutto si va ottavato, non ci sono rumori attorno a me e mi sembra di essere completamente isolata da tutto il resto.
Dovrei preoccuparmi?
Noto la luce sopra di me lampeggiare un paio di volte e la cosa mi fa tornare di scatto alla realtà, la luce non lampeggia più.
La fissò per qualche altro secondo leggermente stralunata prima di scuotere la testa ed avviarmi verso la porta ancora mezza spalancata, la chiudo alle mie spalle trovandomi nel corridoio completamente deserto.
"Mi dispiace"
Che cosa vuol dire?

Qualcosa di specialeWhere stories live. Discover now