𝒈𝒊𝒈𝒍𝒊

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A distanza di una settimana – sì, era di nuovo giovedì – ripensavo ancora spesso alla discussione che avevo avuto con Chaeyoung e che era durata più di quanto avrei immaginato. Mi aveva riempito di domande e stranamente ero riuscito a tenerle testa, ma avevo finito col rimanere senza cena e il mio stomaco aveva brontolato fino al mattino successivo perché non ero dell'umore giusto per prepararmi qualcosa da mangiare. Il suo broncio arrabbiato lungo metri e metri me l'ero dovuto sorbire per i due giorni successivi, ma alla fine ci eravamo riappacificati con la promessa che l'avrei portata fuori a cena sabato.

Feci il mio ingresso all'interno del negozio di Taehyung e la scena che mi accolse non fu di gradimento per i miei occhi: un ragazzo dai capelli rossi era seduto dietro il bancone insieme a Taehyung ed entrambi stavano parlando allegramente. Nessuno dei due sembrò fare caso al cliente – io – che era appena entrato e non riuscii a spiegarmi per quale motivo la cosa mi infastidì. Fui costretto ad attirare la loro attenzione con un colpo di tosse e finalmente si voltarono.

Taehyung sembrò sorpreso di vedermi, probabilmente perché quel giorno avevo sbrigato in fretta il mio lavoro in ufficio ed ero riuscito a uscire qualche minuto prima. «Oh, eccoti!» Mi disse con un sorriso che io non riuscii a ricambiare sul momento. Per quanto Taehyung splendesse di una bellezza ultraterrena che catturava ogni volta i miei occhi, quest'ultimi non riuscirono ad abbandonare la figura del ragazzo in piedi accanto a lui. «Questo è Hoseok, un mio compagno di danza.» Me lo presentò come se mi importasse davvero conoscerlo.

«Ciao! È un piacere conoscerti, sono un amico di Taehyung!» La sua allegria doveva essere di sicuro contagiosa per i suoi amici, ma a me non fece che sortire l'effetto opposto: mi irritai ulteriormente. Per quale motivo non volevo che stesse così vicino a Taehyung? Come se avesse ascoltato i miei pensieri, si allontanò dal corpo del fioraio e si avvicinò a me, tendendo un braccio nella mia direzione.

Fui costretto a stringere la sua mano – era sudata – e scuotergliela a mo' di saluto, prima di interrompere quel contatto fisico. «Jeongguk,» e non riuscii a ricambiare quella frase di circostanza, ché la gelosia in quel momento non mi permise di trovare altrettanto piacevole fare la sua conoscenza. Piuttosto, trovai utile aggiungere qualcosa altro: «Anch'io sono un amico di Taehyung.» E l'arroganza intrisa nel mio tono fece sorprendere anche me stesso.

«Davvero siete amici?» Il cosiddetto Hoseok sembrò seriamente sorpreso dalle mie parole, tanto che si voltò verso Taehyung per averne la conferma. Quest'ultimo annuì lentamente e provò ad aggiungere qualcosa a sua volta, ma l'esuberanza di Hoseok non gli lasciò aprir bocca. «E non l'hai invitato al nostro saggio di danza?» Taehyung scosse la testa, adesso leggermente in imbarazzo, e il ragazzo dai capelli rossi si rivolse di nuovo a me. «Devi assolutamente venire, non puoi perderti uno spettacolo del genere.» Si riferisce a Taehyung?

Rimasi sorpreso da quell'invito. Sapevo che la scuola di danza di Taehyung stesse organizzando un saggio di fine anno accademico, lui stesso me ne aveva parlato più di una volta e con un certo entusiasmo, ma mai mi aveva chiesto se mi andasse di venire a vederlo. «Se Taehyung vuole.» Non avrei fatto nulla contro il suo volere e il fatto che non fosse stato lui ad avanzare quell'invito mi lasciò pensare che magari non volesse mostrarmi la sua danza.

Lo vidi esitare prima di annuire, avanzando di qualche passo per raggiungere me ed Hoseok davanti il bancone. «Certo che voglio!» Non capii se fosse semplicemente stato colto alla sprovvista e avesse detto di sì per non darmi una brutta impressione, o se realmente avesse piacere nel trovarmi seduto tra gli spettatori del saggio. Nessuno dei due disse altro, calò un silenzio che diventò imbarazzante sin dai primi istanti.

Mi mossi a disagio sulla mattonella del negozio, Taehyung si guardò intorno fingendo di dover cercare qualcosa e Hoseok finalmente aprì quella sua boccaccia per dire qualcosa di utile. «Adesso devo andare. Ci vediamo domani a lezione, Taehyung!» Accompagnò quel suo saluto verbale con un abbraccio e fui costretto a distogliere lo sguardo per non farmi scaldare nuovamente dalla gelosia. «E noi ci vediamo sabato sera!» Salutò anche me con un abbraccio, che trovai fin troppo appiccicoso, e solo allora uscì dal negozio.

LILIESWhere stories live. Discover now