Capitolo 6

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È di nuovo mattina.
Mamma e papà sono tornati dal lago, ma sono già al lavoro e hanno dato un passaggio a Thompson. A me toccano gli Stewart.

Esco di casa e subito Sawyer mi viene incontro, stringendo tra le dita un paio di chiavi di un'auto.
- Ciao Mavis, scusa ancora per ieri. Stai bene? - chiede premuroso.
- Si, tutto ok -
- Senti io e miei fratelli andiamo a scuola in macchina, vieni? -
- Emh... - esito a rispondere, non ho nessuna voglia di vedere Rockwell, ma accetto capendo che posso sfruttare la cosa a mio vantaggio.

Salgo sull'auto e mi siedo davanti, accanto a Sawyer che guiderà.
Dopo qualche minuto arriva Caspian, che mi saluta con un sorriso dolce; per ultimo sale Rockwell, senza dire una parola. A questo punto partiamo.

Durante il tragitto noto che Rockwell mi sta studiando dal riflesso dello specchietto, invece Caspian sta ascoltando la musica dal suo iPhone mentre guarda fuori dal finestrino.
Decido, ancora una volta stupidamente, di continuare con la mia "vendetta" nei confronti di Rockwell.

Mi avvicino leggermente a Sawyer che mi lancia un'occhiata complice mentre guida; appoggio la mia mano sulla sul suo ginocchio, poi la faccio strusciare lentamente verso la coscia.
A quel punto, mi spingo ancora un po' verso Sawyer ed inizio a baciargli sessualmente il collo; lui non può fare a meno di lasciarsi sfuggire vari gemiti.

Un po' delusa dal fatto che Rockwell si stia trattenendo dal fare una scenata di gelosia, decido di passare all'offensiva: la mia mano, che è appoggiata alla coscia di Sawyer, di colpo si sposta sul suo pacco, impedendogli di non gemere ancora più rumorosamente.

Sento Rockwell respirare profondamente, come se fosse molto nervoso e pochi secondi dopo siamo arrivati a scuola.

Mi allontano da Sawyer che sospira e butta la testa contro al sedile, stringendo ancora per qualche istante il volante.

Scendo dall'auto e, dopo essermi assicurata che i due fratelli abbiano preso strade diverse, entro nell'aula di arte assieme a Caspian.

[...]

È pomeriggio; sta piovendo e, tanto per cambiare, sono a casa da sola.
Prendo in mano un libro e credo di immergermi nella lettura ma niente da fare, non ci riesco. Sono troppo furiosa con me stessa, avrei dovuto tenermi alla larga da Rockwell.

Il campanello suona; vado ad aprire  con la consapevolezza che questo sarà fonte di altri possibili guai.

È Caspian, a quanto pare vuole parlarmi di una cosa; lui non sa nulla del triangolo che sta in piedi tra me ed i suoi fratelli, per cui non so davvero cosa voglia.

Ci sediamo sul divano.
- Sai Mavis, da quando mi sono trasferito qui sei l'unica persona con cui ho voglia di spendere il tempo -
- Che carino che sei, anch'io adoro stare con te - replico.

Non sto affatto mentendo, io e lui abbiamo 17 anni e sinceramente siamo in perfetta sintonia, non ho bisogno di indossare corazze quando sto con lui; poi, dicendola tutta, è bello da morire, il che non guasta.
Parliamo per ore, forse perché potremmo parlare di qualunque argomento senza stancarci.

Caspian torna a casa, e di nuovo sento il bisogno di ammazzare Rockwell.

Il campanello suona di nuovo; quando apro mi trovo di fronte uno dei più belli del mondo intero: uno Stewart.
- Rockwell, che diavolo fai qui? -
- Senti sta attenta a quello che fai -

Detto questo entra in casa e gira la chiave nella serratura per bloccare la porta.
- Riapri subito, è casa mia - gli ordino.
- Mi hai sentito, Mavis? -
- Si, e allora? Cosa non dovrei fare? -
- Sta lontana da mio fratello - la sua voce calda e profonda mi fa scorrere un brivido lungo la schiena.
- Perché? Geloso? - lo sfido.
- Mavis non farmi incazzare -
- Perché sennò che fai? -

Di colpo Rockwell mi afferrare per i fianchi e mi mette seduta sul tavolo; non ho nemmeno il tempo di reagire che mi ritrovo le sue labbra perfette sulle mie. Gli stringo le gambe attorno alla vita e gli levo la maglietta. Passo la mia mano sulla sua schiena scolpita mentre continuo a baciarlo.
Mi prende in braccio di nuovo e mi porta in camera da letto. Continua a baciarmi, ora sul collo: le sue labbra calde, quel velo di barba e i suoi occhi blu rendono il tutto ancora più eccitante.

[...]

Lui è steso accanto a me, sta fumando una sigaretta mentre scruta il soffitto.
- Ero quello che volevi? - chiede freddo.
- Che vuoi dire? -

Si alza ed inizia a rivestirsi.
- Volevi questo no? Che fossi geloso -
- Beh si, è normale -
- Perché è normale? Non stiamo insieme - domanda di nuovo freddo.
- Io credevo... -
- So cosa credevi, ti avevo avvertita -
- Ma che cazzo dici?! -
- Non sarò mai il tuo ragazzo, Mavis -
- Ti odio! Sei un idiota! Torna nel Bronx e muori da solo! -

Rockwell, ignorandomi, esce di casa.
Dio, come sono stupida! Ha ragione, mi ha dato quello che volevo, ma non posso fare a meno di odiarlo per questo; io volevo solo che mi amasse, perché forse, per quanto vorrei che non fosse così, io me ne sono innamorata.

Mi trascino di doccia per cercare di darmi un tono prima che Thompson e mamma e papà tornino a casa.

I Fratelli Stewart               #watty2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora