Capitolo 2

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Hogwarts, 1 Settembre 1976.
Sirius Black era, stranamente, da solo. Tutta la scuola era a cena, quindi era abbastanza ovvio che non ci fosse anima viva (e neanche morta) per i corridoi del castello. Ma il pollo era finito, ed essendo il pollo estremamente necessario per il suo stomaco, Sirius aveva sentito il bisogno di andarlo a chiedere direttamente nelle cucine. E questa era un'ottima ragione per non essere in Sala Grande ad abbuffarsi.
-Sirius-.
Una voce familiare fece fermare di colpo il ragazzo, che si voltò lentamente. Per un attimo, gli sembró di specchiarsi. Poi il ragazzo che l'aveva chiamato fece un passo verso di lui.
-Regulus-.
-Avevi promesso, Sir.-
Il piú grande dei fratelli Black perse un battito. Aveva promesso.

Grimmauld Place 12, Luglio 1971.
-Reg! Reg! È arrivata, è arrivata!- un ragazzino dai capelli spettinati e neri corse per il corridoio della casa scura e macabra, fino ad arrivare ad una porta -Regulus, aprimi! Dai, voglio leggerla insieme a te!-.
La porta si aprì lentamente, mostrando un ragazzino che si distingueva dal primo solo per l'altezza e per la forma degli occhi. Il più grande si fiondó dentro la stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Poi, si buttó sul letto del fratello -Hai visto, Reg? Mi è arrivata, finalmente!- disse, sfoggiando un sorriso che andava da orecchio a orecchio e sventolando la lettera che aveva in mano. Tuttavia, il più piccolo non sembrava molto allegro.
-Forse non hai capito, Reg. LA LETTERA PER HOGWARTS!- ribadì il primogenito, osservando lo sguardo del fratellino.
-Ho capito, Sir. E sono contento per te.- il ragazzino sforzó un sorriso -Ma non potresti chiedere a Silente se puoi iniziare insieme a me, l'anno prossimo?- concluse, con il viso che si rattristava ad ogni parola. Sirius sgranò gli occhi per un attimo, poi si ricompose -Lo vorrei tanto. Ma lo sai che non posso stare in questa casa un anno di più. Non lo sopporterei, e non lo sopporterebbero neanche loro.-.
Regulus era felice per il fratello, certo. Ma non voleva che se ne andasse.
-Non voglio restare solo, Sir. Non penso di poter resistere. Non penso di riuscire a sentire mamma che dice cose cattive ogni volta che puó e non penso di riuscire a percorre i corridoi silenziosi di questa orrenda casa senza avere paura. Non senza di te. Io non- gli occhi del bambino si fecero lucidi e una lacrima gli rigò la guancia, interrompendolo.
Sirius odiava il contatto fisico. L'aveva sempre odiato. Ma non voleva restare impotente a guardare la tristezza di suo fratello, quindi si alzò e lo abbracció. Lo tenne stretto fino a che non sentì più le lacrime di Regulus bagnargli il collo, e solo allora parlò -Non sarai mai solo, fratellino.-.
Il minore dei Black tirò su col naso e si staccò dall'abbraccio, guardando negli occhi suo fratello. Due paia di occhi grigi come il cielo in tempesta e freddi come l'aria in inverno si incrociarono, scrutando l'uno dentro all'altro.
-E poi, l'anno prossimo verrai ad Hogwarts anche tu.- disse Sirius, tentando di consolare il fratello.
-E se... e se veniamo smistati in due case diverse? Poi ci sfideremo a quidditch, saremo uno contro l'altro, tu avrai dei nuovi amici...- Regulus deglutì rumorosamente.
-Non ti abbandonerò mai, Regulus. Sarai per sempre mio fratello.-
-Me lo prometti?-
-Te lo prometto.-

Hogwarts, 1 Settembre 1976.
Una persona orribile. Tremenda, disgustosa, orrenda. Così si sentiva Sirius Black. Aveva promesso a suo fratello che sarebbero rimasti sempre insieme, e invece se ne era andato. Era andato a vivere da James. Non sapeva cosa dire, quindi rimase in silenzio, lo sguardo fisso negli occhi di Regulus.
-Reg.-
-Non dirmi altre bugie, ti prego.-
-Reg, io...-
-Per favore, Sirius.-
-Non ho scuse, Regulus. Non avrei dovuto abbandonarti. Ma loro...loro mi avrebbero ucciso.-
-Sono i nostri genitori.-
-Hanno usato "Crucio".-
Il minore dei Black spalancò gli occhi, congelandosi di colpo.
-Non potevo restare, Reg. Avrebbero fatto del male anche a te. Ti avrebbero punito anche solo perchè mi parlavi. E non lo potevo sopportare.-
Silenzio.
-Per favore, Regulus, dì qualcosa.-
-Ti ho portato questa.- disse, spezzando il suo silenzio e porgendo un ciondolo argentato a Sirius. Il grifondoro lo osservò un attimo, poi lo ridiede al fratello -Tienilo tu. L'hai sempre tenuto, fin da quando siamo piccoli.-.
Regulus riprese la collana e se la mise al collo, il ciondolo con incise le lettere "S" e "B" che batteva sul petto. Poi, si avvicinò ancora al fratello e si buttò fra le sue braccia -Ti voglio bene.- disse semplicemente. Sirius fece solo in tempo a sussurrare un -Anch'io.- che il serpeverde si era staccato dall'abbraccio e se ne era andato.

•••

Sirius era tornato in Sala Grande senza pollo. Questa era strano, perchè da che James ne avesse memoria, Sirius Black non aveva mai rinunciato al suo pollo. Tuttavia, il Potter si limitò a rivolgere un occhiata interrogativa all'amico, per poi tornare al suo piatto.
-Sirius, mi passeresti l'olio?-
-No, Sirius. Non il succo di zucca, l'olio. Sai, quello giallo e unto.-
Remus riuscì finalmente a condire l'insalata, unica cosa salutare in mezzo a quelle leccornie.
-Sai, Rem, dovrebbe essere illegale mangiare insalata quando si hanno davanti delle lasagne.- affermò convinto Peter, indicando la teglia fumante davanti a Lupin.
-Ha ragione- si intromise James.
-Vi da così fastidio che io mangi quello che voglio?- Remus alzò un sopracciglio.
-Sì.-
Il ragazzo sbuffò, poi si mise in bocca un pomodoro. La sua forchetta stava per tornare ad infilzare la verdura, quando il piatto fu spinto via e si andò a schiantare contro qualcuno, strisciando sul tavolo.
-Mi volete spiegare, Santo Godric, chi è che mangia l'insalata quando ci sono le lasagne?! E mi volete spiegare chi ci mette così tanto aceto?! E MI VOLETE SPIEGARE PERCHÈ QUESTA INSALATA MI SI È APPENA SCHIANTATA ADDOSSO?!-
La Sala Grande ammutolì, pronta a godersi lo spettacolo.
-Beh, vedi Evans, tecnicamente...-
-Tecnicamente un corno, Potter. Perché cavolo mi avete appena spinto una ciotola di insalata addosso?!-
-Perché Remus la voleva mangiare.-
-E il povero Remus non può mangiare quello che vuole?-
-Potrebbe, ma noi non accettiamo che venga mangiata la verdura quando ci sono le lasagne.-
-Avresti potuto anche evitare di buttarmela addosso, allora.-
-Avrei potuto.-
Lily Evans smise per un attimo di togliersi l'insalata dai vestiti, guardando Potter con cattiveria. Poi, con un colpo secco della bacchetta della rossa, un'intera bottiglia di aceto si rovesciò sui capelli del malandrino.
-Avrei potuto usare l'acqua, Potter.-
-Ok, ok. Abbiamo capito: sapete coniugare il condizionale.- Marlene interruppe la conversazione, annoiata -James, dati un po' di contegno o non rimorchierai mai. Lily, hai una bacchetta magica, usala. L'aceto non andrà via dalla camicia solo perché lo stai guardando male. Black, quel sorrisetto non aiuta a farti sembrare brillante. Lupin, mangia le lasagne.-
Gli studenti tornarono ai loro piatti delusi e il silenzio sparì in un attimo.
Remus si servì sconsolato una porzione di lasagne, rinunciando definitivamente alla sua salutare insalata.
-I miei capelli sono pieni di aceto.- brontolò James.
-Almeno ora hanno un motivo per essere indecenti.- affermò la McKinnon.
-Ricordo che i tuoi capelli, Lene, sono stati blu per un'estate intera.-
-È stato un errore.-
-La McKinnon aveva i capelli blu?- Sirius si intrufolò nel discorso con un sorrisetto stampato in volto.
-Si era fatta lo skatush, una roba babbana, l'estate prima di venire ad Hogwarts.- spiegó il Potter
-Si chiama shatush, James.-
-Vabbè, era brutto lo stesso.-
-Ricordami perché ci siamo sedute qua, Lils?- chiese la moretta alla sua migliore amica, seduta di fronte a lei.
-Sfortunatamente erano gli unici posti liberi. Chissà perchè.- rispose la rossa.
-Non penso ti dispiaccia, Evans.-
-Oh, mi dispiace eccome.-
-Beh, potevi pensarci prima di arrivare in ritardo il primo giorno, Prefetto.-
Il Potter ghignò, fiero della sua risposta, poi si girò a parlare con i suoi amici.
-Lo odio.-
-Dai, Lils. A volte è simpatico.- Marlene osservò un attimo il suo migliore amico, poi tornò a mangiare.
Lily decise di lasciar perdere e si concentrò anche lei sul cibo, decisa a non farsi scappare l'ultimo panino che stava indifeso sul vassoio.



//Sì, questo capitolo è più corto dell'altro e sì, fanno entrambi un pochino schifo, ma spero di evolvere meglio la storia più avanti.

In foto Marlene.//

Memento mori||BlackinnonWhere stories live. Discover now