Prologo 1

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Mi chiamo Kevin e vivo nella periferia di Manhattan, sono una persona molto introspettiva e introversa, diciamo che non riesco a relazionarmi con facilità con le altre persone.

Ma crescendo è normale che ognuno cambi e che sviluppi dei propri interessi, chi per le auto, chi per la scrittura, chi per lo spirito da imprenditore ma c'è anche chi è portato per l'arte.

Arte... che parola meravigliosa, riesce a contenere in sé tante piccole sfaccettature che ci rappresentano; l'arte è in ognuno di noi, anche muovere un piede a tempo ascoltando una canzone oppure disegnare una cosa qualsiasi anche se il risultato non è dei migliori.

Ecco sin da bambino questo è stato il mio sogno... poter entrare in una accademia che riesca a farmi comprendere a pieno quale sia il mio potenziale e come sfruttarlo in toto.

Ma non sempre le cose vanno come ci aspettiamo, infatti in un certo periodo della mia vita qualcosa è cambiato consequenzialmente alla scomparsa di mia madre, lei era la prima a vedere in me qualcosa di speciale e ha sempre cercato di tirarlo fuori ma senza esito favorevole, raramente ci rendiamo conto che la soluzione l'abbiamo davanti agli occhi; mia madre da giovane era una promessa del violino, avreste dovuto sentire come lo suonava la notte per farmi addormentare da piccolo, così un giorno decisi di seguire le sue orme.

Le prime volte non seppi nemmeno come tenerlo in mano, non sapevo nemmeno come facesse ad uscire un'armonia talmente meravigliosa da un oggetto così piccolo, ma lo stavo sottovalutando, tutto ciò che so fare lo devo alle lezioni di mia madre, sembra impossibile ma lezione dopo lezione facevo dei miglioramenti invidiabili, però "ciò che piace all'uomo è solo un breve sogno"; di lì a poco mia madre si ammalò, inizialmente sembrava una semplice influenza però era molto più grave e questa malattia me la portò via in 1 anno.

Un anno davvero straziante, la vedevo, perdeva il suo sorriso giorno dopo giorno, lei cercava di non mostrarsi debole di fronte a me e mia sorella, però quando il dolore è forte, è difficile non mostrarsi debole alle emozioni.

Dopo la sua morte non ebbi più il coraggio di prendere nemmeno l'archetto, sia per timore di non esserne all'altezza sia per non rievocare brutti ricordi in mio padre e in mia sorella. 

Speravo con tutto me stesso che un giorno avrei avuto il coraggio di esternare i miei timori e pensieri alla mia famiglia cosicché potessi riprendere a suonare spensierato, ma preferii sopprimere quel desiderio silenziosamente... ma le cose che noi amiamo non posso rimanere soppresse per sempre, perché da un giorno all'altro ritornano, e vi giuro niente sarà come prima...


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