Sendai's city

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RAY'S POV

«AHI!»

Il vagone fermandosi del tutto, ci fa fare un balzo più forte degli altri, procurandomi un dolore al sedere e svegliandomi. Al contrario, Zack sta dormendo profondamente.

«Zack forza! Il vagone è fermo!» gli scuoto la spalla con forza.

«Ho capito, ho capito, ma piantala di urlare!» si stiracchia i muscoli.

Ci alziamo per dirigerci verso lo spiraglio di luce del vagone, ma poggiando il piede destro a terra scivolo, cadendo di sedere.

«Ma che cos'è?» dico guardando sotto la scarpa, notando ciò che mi ha fatta scivolare, ovvero del liquido bianco familiare.

«Sapessi Ray, sapessi.» ridacchia, confondendomi ancora di più.

Zack mi aiuta ad alzarmi per poi sporgersi verso lo spiraglio, facendo uscire solo la testa. Controlla la situazione e mi fa cenno di poter uscire. Una volta fuori, ci guardiamo intorno, è mattina. Ci sono molti altri vagoni disposti in file e due uomini con la divisa in lontananza, sicuramente lavoreranno qui.

«Andiamo, non perdiamo tempo.» dice Zack.

Senza farci vedere, iniziamo a camminare tra i vagoni, cercando la fine di quel posto.

«Guarda Zack! Dei palazzi!» indico davanti a noi.

Fa una faccia sorpresa e finalmente, usciamo da quel posto.

«Okay, ora raggiungiamo quella città, sembra vicina.»

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«Leggi tu Ray.»

Annuisco e leggo il cartellone davanti a noi.

«Sendai.»

«Quindi siamo ancora in Giappone?» domanda.

«Si, non credo che un vagone possa volare.»

«Ahah, molto divertente. Non sfottermi.» fa una pausa «Ma almeno siamo lontani da Tokyo?»

«Un bel po'.»

Detto ciò, ci avviamo dentro la città, rimanendo sbalorditi dalla sua grandezza. Cerchiamo di passare inosservati, anche se siamo fuori Tokyo meglio essere prudenti. Zack da un po' nell'occhio: ha la mano sinistra in tasca, le bende un po' sporche di sangue, così come i vestiti, il viso corrucciato e la falce. Onestamente come potrebbe passare inosservato? Così decidiamo di camminare sfruttando più vicoli possibili, per non incontrare molta gente.

«Tieni, metti questa.» dico passandogli una maglietta, presa dallo zaino.

«Huh?»

«Sei sporco di sangue, almeno questa è pulita.»

«Tsk.» la prende in mano.

«Zack... Io dovrei andare in bagno.»

«È così urgente?»

«Anche troppo.» ammetto.

«Va bene, vediamo dove possiamo andare.»

Usciamo da un vicolo ed entriamo dentro un negozio con un profumo buonissimo di dolci, ho già l'acquolina in bocca, non mangiamo da un giorno. Zack si sta per avvicinare ad una donna che serve caffè al bancone, ma io lo fermo.

«Meglio se ci vado io, ti ricordo che hai del sangue addosso.»

Raggiungo la donna e mi schiarisco la voce.

• [ ꅐ꒐꓄ꁝ ꌦꄲ꒤ ] • Angels of Death •Where stories live. Discover now