Capitolo 1

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Tre anni dopo la morte di Nicholas.

Un suono fastidioso fa capolino alle mie orecchie e mi costringe a svegliarmi, è la sveglia. Apro gli occhi in cerca del cellulare, lo afferro e disattivo l'allarme. Mi metto seduta sul letto e osservo la stanza dove mi trovo. È una semplice camera d'albergo, con un letto matrimoniale, un armadietto sul lato destro con affianco una finestra, un comodino sulla parete sinistra e uno specchio accanto. Di fronte a me sono collocate due porte, una è quella del bagno e l'altra è la porta per uscire. Ho richiesto la più semplice in assoluto e mi è stato detto che hanno fatto fatica ad accontentarmi. È una delle strutture più rinomate e cercano di offrire il massimo alla clientela, mentre io voglio il minimo indispensabile e al tempo stesso alloggiare in questo posto. Essendo la mia famiglia conosciuta dai proprietari mi trattano veramente bene e mi accontentano sempre.

Decido di alzarmi e mi affaccio alla finestra. Di fronte a me si presenta il più grande anfiteatro del mondo, il Colosseo. Adoro osservare Roma da questa prospettiva e amo questa città.

Ho insistito a partecipare a questa riunione proprio oggi perché volevo avere la mente occupata, così da non pensare anche se in realtà ci penso.

Diamine se ci penso!

Ogni giorno è nella mia testa questa maledetta data, mi ha portato via la parte migliore di me.

Noto una coppia che passeggia felice, mano nella mano, una lacrima inizia a rigarmi il viso e inevitabilmente la mente fa appello ai ricordi. È sempre così.

Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e decido di chiudermi in bagno per prepararmi.

Dopo venti minuti sono pronta per la mia missione.

In realtà non devo fare molta strada, perché la riunione si terrà in questa struttura, due piani sopra alla mia stanza. Questa è stata un'altra delle mie richieste, in quanto ritardataria cronica e questa parte di me non è cambiata per niente.
Esco dalla stanza e noto la gonna del mio tailleur ritirata troppo in su sulle cosce, così me la sistemo, forse ho esagerato con l'abbigliamento un po' troppo appariscente.

Arrivata in sala riunioni noto l'assenza di soggetti femminili.

«signori buongiorno, sono Lola Parodi e rappresento la "Only Nicole"» affermo in tono deciso.
Ammetto che mi piace la nuova immagine professionale che mi sono creata. Mio padre sostiene che io sia un'ottima donna d'affari e mi ha quasi convinta, per questo penso che il contratto di oggi andrà a buon fine, deve essere così, non sopporto le sconfitte. Una volta ho fallito, quando ho perso Nicholas ed ho giurato che non succederà mai più.

Gli occhi addosso di questi morti di figa mi stanno irritando parecchio. Mentre spiego il progetto e gli obiettivi dell'azienda noto che mi fissano come se non avessero mai visto un'essere femminile in vita loro.

Finita la presentazione il risultato è più che positivo, approvano il nostro progetto o meglio, il mio, e di conseguenza si passa alle firme dell'accordo.

Quando sto per uscire il responsabile della società, nuova partner, un bel ragazzo devo ammettere, capelli neri e occhi verdi, ha un'aria familiare, mi afferra la mano che scosto in maniera brusca.

«non si permetta di toccarmi mai più» annuncio a denti stretti.

«s-scusa, cioè mi scusi..» inizia a balbettare «scusa Lola, non volevo spaventarti.» Gli lancio un'occhiata omicida. Odio che dei sconosciuti mi diano del tu.

«sono Lucas, ti ricordi di me? È da un po' che ci siamo persi di vista, esattamente dal tuo diciottesimo compleanno.» Osservo meglio il ragazzo. Spalanco gli occhi.

«Lucas? Lucas Carboni?» annuisce in silenzio. Un tempo era il mio migliore amico, dopo l'America ho perso i contatti con tutti, ma con lui è accaduto molto prima.

Ottimo! Bella figura che ho fatto.

«ma cosa hai combinato? E quanto sei cambiato?» Domando sorpresa.

«guarda te quanto sei splendida, sempre più bella.» Arrossisco al suo complimento, non mi piacciono per niente gli elogi. Distolgo lo sguardo dal suo e mi accorgo che tutti gli altri presenti stanno osservando noi.

«senti, ti va un caffè?» gli chiedo con l'intento di allontanarmi da questo posto.

«certo! È esattamente quello che volevo chiederti. Non ti ho detto nulla prima perché volevo fosse una scelta libera, quella di fare affari con noi, è stato cosi anche per i miei soci, loro non sapevano nulla della mia conoscenza, lo puoi dedurre dai loro volti sconvolti.» Accenna un sorriso osservando i suoi colleghi.

Usciamo dalla sala riunioni e anche dall'hotel. Ci ho passato troppo tempo lì dentro.

Una volta fuori dalla struttura alzo la testa verso il cielo e riempio i polmoni d'aria, è diventato un vizio guardare verso lo spazio come se cercassi il sostegno di Nicholas.

«è una bellissima giornata oggi, non trovi?» la voce di Lucas mi riporta alla realtà. Annuisco in risposta alla sua domanda.

«andiamo! Ti porto dove fanno il caffè migliore del posto» aggiunge.

Lo seguo in silenzio. Arriviamo al bar e ci accomodiamo in un angolo appartato.

«allora cosa mi racconti? Sei da tanto a Roma?» Inizio io con le domando così evito che mi faccia l'interrogatorio sulla mia vita. Non mi va di parlare di me stessa.

Dopo un'ora per un caffè realizziamo di come è volato il tempo. Ha parlato prevalentemente Lucas. Ho scoperto che il mio destino è legato alla sua vita più di quanto pensassi. Dopo il mio diciottesimo lui si è trasferito a Roma, in quanto amava la fotografia, come Nicolò, ed è riuscito ad affermarsi in quel ramo.

Nicolò ha avuto la possibilità lavorativa grazie a lui. Non me lo ha mai detto. Ammetto che Nico era geloso di Lucas, infatti i nostri rapporti si erano incrinati anche a causa sua. Ovviamente in quanto ambizioso non si è limitato alla fotografia, ma ha anche lanciato una linea di abbigliamento che da oggi si è associata alla mia nuova creazione.

Per quanto gli esseri umani abbiano provato a dividere le nostre strade, il destino le ha riunite. Prima di mettermi con Nicolò, lui era il mio migliore amico, il mio mondo ruotava intorno a lui e a Luna. Oggi ho scoperto che loro due sono ancora amici e che Luna gli ha sempre riportato ogni avvenimento della mia vita.

«quindi domani mattina riparti?» mi domanda mentre stiamo per salutarci.

«sì, devo tornare a casa» confermo.

«ci rivedremo a Genova» aggiungo mentre ci abbracciamo.

Ritorno in camera a preparare la valigia, domani mattina ho il volo.

Non vedo l'ora di ritornare a casa e riabbracciare la ragione della mia vita.

Angolo autrice:
Ciao a tutti miei cari lettori. Se siete qui è perché avete letto "Tu sei il mio infinito", almeno lo spero 😬, e non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza.
La nuova avventura di Lola è appena iniziata, spero vi stia piacendo e che continuerà a essere di vostro interesse.
Ho deciso di aggiornare ogni mercoledì, per ora che non ho scritto molto, appena vedo che ho abbastanza materiale cercherò di fare due aggiornamenti a settimana.
Cosa ne pensate della nuova versione di Lola?
Vi è piaciuto il capitolo?
Grazie per il vostro tempo.
Al prossimo capitolo.
😘

© Noi siamo L'INFINITODove le storie prendono vita. Scoprilo ora