Capitolo 2

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Erica

«Buona giornata, mie splendide donne. Ci vediamo stasera! » Andrea dà un bacio tenero a Clarissa e uno più intenso alla sottoscritta.
«Ciao amore. A stasera» lo saluto prima di vedere che esca dalla porta di casa per recarsi in ospedale.
Io e Clari proseguiamo con la colazione, dopodiché saliamo a lavare i denti, indossiamo le giacche e poi filiamo a bordo della mia auto.

Quando arriviamo fuori l’istituto scolastico, faccio scendere Clarissa e la accompagno verso l’entrata.
«Ciao angioletto mio, ci vediamo più tardi» la stringo a me e bacio sulla guancia.
«Ciao mami. Buon lavoro!»
È sempre un’emozione sentirmi chiamare così. Il cuore mi scoppia nel petto ed è una sensazione bellissima.
«Grazie, tesoro. Buona giornata anche a te!» mi dà un bacio appiccicoso e la seguo con lo sguardo fino a quando i miei occhi non la scorgono più. Mi volto e torno alla mia auto, salgo e parto in direzione della mia azienda. Mi sembra ancora di sognare.
Un desiderio che avevo custodito nel cassetto e che chissà quando lo avrei riaperto se non fosse stato per un uomo meraviglioso dagli occhi profondi e intensi.
Grazie a lui ho potuto mettere su, con tanta fatica ma determinazione, l’azienda che porta il mio nome come marchio di fabbrica “Erica Borrelli”.
Sono una disegnatrice emergente, una stilista alle prime armi e so che attorno a me vagano nomi importanti, dalle firme prestigiose che sono conosciute in tutto il mondo e poi ci sono quelle meno note ma comunque di talento.
Io ho appena cominciato, la strada sarà lunga e per me è solo uno stimolo. Non mi scoraggia. Metto in atto gli anni di studio, continuo a fare ricerche, mi tengo sempre aggiornata e cerco l’ispirazione giusta.
Mentre i lavori procedevano all’interno del padiglione che Andrea mi ha donato per il mio compleanno, giorno che resterà per sempre memorabile, ho aperto un sito web attraverso il quale cercavo collaboratori che mi avrebbero affiancato in quest’avventura.
Mi sono messa in contatto con delle mie compagne di corso e loro sono state ben liete di seguirmi. Ho trovato sarte bravissime e posso dire di avere al mio fianco uno staff di persone valide e di talento.

Lascio l’auto nel parcheggio e vado ad aprire.
Tra pochi minuti arriveranno tutti. Spingo l’imponente porta d’acciaio e vetro, disattivo l’allarme e accendo le luci, anche se c’è il sole. Per quel che mi riguarda la luce non è mai abbastanza nel mio lavoro. Così è possibile scovare ogni minimo errore.
Mi incammino lungo il corridoio passando tra i vari stand, laboratori e arrivo al mio ufficio. Anche questa è casa mia. Ho investito tanto in questo progetto e spero di raccogliere frutti significativi, lo devo a molte persone.
Chiudo la porta alle mie spalle e poso la borsa sulla scrivania sommersa di figli, matite e tutto l’occorrente utile per realizzare i bozzetti.
In un angolo di questa stanza ci sono due manichini sui quali drappeggiano due abiti che stanno prendendo forma.
È da qualche settimana che siamo in fermento, poiché ho intenzione di presentare la mia linea, la prima a dire il vero. Sono agitatissima e ogni volta che ci penso mi tremano le gambe.
A luglio, alla Mostra d’Oltremare di Napoli, si terranno tre serate dedicate alla moda e mi sono iscritta anch’io.
Lavoriamo tutti quanti senza sosta perché desideriamo fare bella figura, farci conoscere, metterci in mostra e salire il primo gradino di una lunga scalinata. Ma non abbiamo paura. E se qualche volta mi assale un pizzico di timore, mi basta essere avvolta dal calore del mio amore, lui sa sempre come consolarmi.
Andrea e Clarissa sono le mie fonti d’ispirazione. Mi occorre pensare a loro e ogni cosa si sistema. Ho scelto di cimentarmi sullo stile eleganza donna e bambina.
Quindi, mi occupo di creare abiti da cerimonia e adatti a qualsiasi occasione in cui una donna, principalmente, vuol sentirsi galante e raffinata. Lo amo in particolar modo e voglio proseguire su questo campo.

Giro la poltrona e mi siedo. Riapro l’album da disegno e ricontrollo i miei bozzetti. Attuo delle modifiche a un figurino, ripresento lo stesso capo con altri colori per valutare l’effetto migliore. Dai corridoi giungono voci e movimenti, segno che la mia squadra si sta riunendo per cominciare a lavorare. Tra pochi istanti andrò a salutare tutti. Qualcuno mi batte in anticipo.
«Erica, buongiorno!» la testa ricciolina bionda di Luisa fa capolino dalla porta. Lei è una disegnatrice come me e le sue idee mi sono di grande aiuto. Viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda, il più delle volte. Apprezzo e stimo il suo operato.
«Buongiorno Luisa, vieni» entra reggendo il plico di fogli sui quali ha lavorato. Si siede di fronte e mi mostra i progetti che sino a venerdì abbiamo studiato assieme. Li passo in rassegna e resto soddisfatta.
«Vanno benissimo, forse di quest’ultimo cambierei il colore e pensavo anche alla lunghezza del pantalone, mi piacerebbe lungo alla caviglia» espongo la mia idea.

Forse sei tuWhere stories live. Discover now