demons

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Sarò capace di amare, al di sopra di tutte le delusioni.

Di asciugare le lacrime, anche quando sto ancora piangendo.

Di credere, anche quando sono stata discreditata.

Aleph, Paulo Coelho.

((ROBERT'S POV))

-May, ascoltami- la mia voce suonò terribilmente lontana e triste anche alle mie orecchie.

-Cosa vuoi, Robert?- disse la voce di May, mi sembrò che avesse lanciato un coltello contro il  mio cuore; i suoi capelli sembravano quasi verdi a causa delle luci a neon della casa di jamie.

-Ti amo, ti ho sempre amata. Ricordi la prima volta che ci incontrammo? Dissi una cosa stupida...- sorrisi al ricordo delle mie parole.

-Mi fai fare un giro?- disse May sorridendo, e in quel momento sentii il sangue salirmi alla guance.

-Già- dissi avvicinandomi a lei, portai una mano sulla sua guancia, sfiorandola. May si abbondonò solo un momento contro la mia mano, solo un secondo che riaccese la fiamma ardente nei miei occhi.

-Lo sai tu e lo so io, noi non possiamo stare insieme- disse poi facendo un passo indietro, qualunque cosa facessi sembrava sbagliata, stupida, insignificante.

-Non voglio saperlo, May. Non voglio saperne del sangue, delle famiglie, della legge- sussurrai serrando i pugni, le unghie grattavano la pelle.

-Bè, io sì. Stai certo, Robert, io non macchierò mai il nome della mia famiglia- disse lasciandomi senza fiato.

-Dicevi di amarmi- dissi a fatica guardadole gli occhi.

-E non sostengo il contrario, ma non posso- mi sembrò che avesse perso il controllo, per un momento.

-May, non importa se mi farai del male o se lo farà la tua famiglia. Vorrei solo che fossi mia, per un giorno o due e poi uccidimi; la mia vita non avrebbe senso senza di te. Io non esisterei veramente senza di te- dissi così dolcemente che rimasi piacevolmente sorpreso.

-Non puoi dire sul serio- si voltò ma prima che se ne andasse le presi il polso. La feci girare ed eravamo così vicini che sentii il calore del suo corpo esplodermi dentro le ossa.

-Sono serio- dissi stringendole il polso. May posò le sue labra sulle mie, gemetti per la sorpresa.

Le toccai la guancia e lei posò le sue mani sulle mie spalle, sentii il suo respiro pesante sulla pelle e portai le mie mani sui suoi fianchi. La baciai e la strinsi così forte che mi sembrò che il suo corpo combaciasse col mio, alla perfezione come quando due ombre si uniscono e non si distinguono i contorni che dovrebbero separare le due entità.

Le sue mani indugiavano sulla mia schiena e la spinsi contro il muro sentendo la sua sorpresa mentre dischiudeva le labbra.

-Sei così bella- dissi spostandole una ciocca di capelli dal volto.

-Ti amo- sussurrò dolcemente e ogni muscolo si contrasse, sentii il suo respiro caldo sulle labbra.

-Davvero?- chiesi sorridendo. Lei annuì e le mie labbra si posarono sulle sue, un dolce contatto breve e puro. Tirai il ciondolo di mia nonna fuori dalla tasca e sapendo quanto May amava le tradizioni mondane, mi inginocchiai. Lei sgranò gli occhi e mi ferì anche se non sapevo se fosse positiva o negativa la cosa.

-May Gray, vuoi sposarmi?- chiesi mentre qualcosa mi bruciava dentro. May portò una mano alla bocca.

-Questo è il ciondolo con cui mio nonno chiese la mano di mia nonna, e ora io sono qua...- prima che potessi terminare lei mi baciò.

-Al diavolo, Robert Collins, lo voglio- disse sorridendo, mi alzai e le sistemai il ciondolo al collo, il suo colore cambiò da rosso a verde come mia nonna mi raccontò.

-E' normale?- chiese May.

-Al diavolo, May Gray, certo che è normale- dissi imitando il suo tono di poco prima, lei rise e mi abbracciò come mai prima. Sentii il suo cuore battere come le ali di un colibrì e la strinsi a me, ancora di più. 

-Dici che è arrivato il trillo?- chiese toccando il ciondolo che stava palpitando.

-Sì- dissi con la voce bassa, quasi deluso.

-Bè, sarà meglio firmare la scomunica- disse sorridendo. Una volta che due entità di due gruppi differenti volevano sposarsi, veniva firmata una scomunica dopo il suono del trillo cioè l'avviso di richiesta di matrimonio. La scomuncica allontanava, per legge, le due entità dalle famiglie e ogni contatto era severamente vietato.

Sentii la sua mano prendere la mia mentre una pergamena iniziò a bruciare davanti a noi, fui il primo a firmare mentre il fuoco svaniva poi anche May firmò e la pergamena bruciò, ma entrambi sapevamo che veniva così depositata negli archivi del purgatorio.

-Anime purganti- sussurrai guardando May, lei rise.

-Starei anche all'inferno con te- sentii il cuore battere più forte, e la mia mano strinse quella di May, quasi sorpresa della mia reazione.

-Sollevando le anime del Purgatorio ci rendiamo debitore il Signore- dissi guardando i suoi occhi, amavo il fatto che ogni volta che cambiava colore dei capelli, gli occhi cambiassero; ora erano turchesi e sembravano del colore di un oceano congelato o in tempesta, una burrasca dove avrei voluto perdermi per sempre.

-Dovremmo tornare in cucina, Jamie e Silver ci aspettano- disse May sfiorando le mie labbra con le sue, un brivido percorse il mio corpo e lei lo notò.

Entrammo in cucina e sentii una vampata di gelo congelarmi la pelle, Silver era in ginocchio e Jamie era immobile; le lacrime della ragazza cadevano senza sosta e prima di vedere l'orribile spettacolo sotto ai suoi occhi mi chiesi come facesse ad avere così tante lacrime, così tanta sofferenza da portare in grembo. Poi capii tutto, capii perchè era vittima di così tanto dolore meschino. Quel dolore aveva un nome, il nome del mio migliore amico; Jamie.

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⏰ Last updated: Oct 13, 2014 ⏰

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