Capitolo 33

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Ivan's POV

Ride spensierata. E non a causa mia. Questo mi fa incazzare. Li sto fissando da tanto ormai, e sono più che sicuro che lui la stia mangiando con gli occhi. Basta osservare con quale malizia la guarda.

-Ivan, mi stai ascoltando?- Mi risveglia mio fratello.

-Che...?-

-Lo sapevo... chi guardi da mezz'ora?-

-Nessuno, perché?-

-Seh, come no... ti dà fastidio che Celeste stia con quello, eh?-

-No! Ma che dici?-

-Non mi fai fesso tanto facilmente...-

Non posso fare altro che asserire e abbassare la testa.

-Senti, io e Maya abbiamo capito che sta succedendo qualche cosa tra di voi... ed è inutile che neghi!-

Mi blocca prima che io possa replicare.

-Si vede da come la guardi che ti sei preso una sbandata enorme. Secondo me neanche lei è indifferente a questa 'cosa' (perché non so cosa ci sia tra voi), quindi io direi di buttarti, fratè!-

Rido mentalmente, perché lui non sa proprio niente.

Mi giro verso di lei e per poco non faccio cadere il bicchiere che ho in mano.

Lui... la sta toccando. Le sta accarezzando una guancia con il dorso della mano. No. Non posso sopportarlo.

Ma non posso intervenire. Io non sono nessuno.

Non ce la faccio. Devo fare qualcosa per impedire che succeda qualcosa tra quei due.

-Ivan, ti conviene sbrigarti se non vuoi che "qualcuno" te la rubi...-

Detto ciò, Francesco sparisce dal mio campo visivo. Adesso sono concentrato solo su Celeste e quello là.
Credo che tra poco il bicchiere si romperà, perché sto riversando tutta la mia rabbia su di esso.

Lo poso su un tavolo lì vicino e mi dirigo a grandi passi verso la scenetta orripilante che ho davanti ai miei occhi.

Celeste's POV

Non mi sento a mio agio con Giuseppe. No, affatto. Il suo tocco non è quello di Ivan. Sento la necessità di respingerlo.

-Giuseppe...- allontano la sua mano dal mio viso.

-È incredibile come tu sia diventata ancora più bella di prima...-

-Io... non credo che...-

Qualcuno vicino a noi si schiarisce la voce.

-Mi duole interrompere la vostra interessantissima conversazione...-

Quel tono altezzoso... IVAN.

-...ma, signorina Cielo, è richiesta la nostra presenza al tavolo dei familiari.-

Sorrido per il suo modo di parlare falsamente elegante, che usa quando è molto incazzato, ma non vuole darlo a vedere.

-Ma certo, messere.- Gli rispondo a tono accennando ad una riverenza.

Poi mi chino verso Giuseppe e gli lascio un bacio sulla guancia.

-Ci vediamo più tardi...-

Lui annuisce e io seguo Ivan.

-Dove mi sta portando, mio signore?-

Sembra scioccato per un istante dall'epiteto che ho utilizzato.

-In un posto.-

Ma dai (?)

Alzo gli occhi al cielo.

-Non mi dirai nient'altro, vero?-

-No.-

Fantastico.

Mi prende per mano e accelera il passo. Il mio cuore batte a mille al minuto.

Dei brividi percorrono tutto il mio corpo. Anche se non è affatto dolce, anzi è piuttosto rude... proprio come piace a me.

Lo seguo velocemente, per quello che mi consentono i miei dodici centimetri di tacco.

Arriviamo in un angolo del locale che non avevo mai notato: una specie di stanzino, ma più grande. Tipo un sottoscala, dove non passa mai nessuno.

Non ho il tempo di aprire bocca che mi ritrovo schiacciata tra il muro e lui.

Adesso l'eccitazione inizia a crescere. Si avventa con foga sulle mie labbra, per poi non trovare nessun impedimento. Il fatto è che lo voglio, lo voglio tantissimo.

Si stacca improvvisamente da me e sposta le sue labbra sul mio collo.

-Tu sei MIA. Non sopporto che qualcun altro ti tocchi...-

MIA. Questa parola suona così bene detta da lui...

-Sì- il mio sì è più un gemito che una risposta.

-Sì, cosa?...- mi sussurra nell'incavo del collo.

-Sì... sono tua. Non voglio essere di nessun altro...-

Mi guarda negli occhi. Porca troia quegli occhi...

Stavolta sono io che lo bacio, non resisto senza.

Niente ha più sensoWhere stories live. Discover now