Capitolo 23 - Erosione

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27 Dicembre

Ore: 0:22

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Quando Agathe riaprì gli occhi, sentì tutto il suo corpo rilassato e riposato, seppur completamente indolenzita da un persistente torpore, che le aveva provocato un fastidioso formicolio alle gambe a alle braccia..

La stanza in cui si trovava era sterile, dalle mura bianchissime, che odorava di laccatura di mobili nuovi. Agathe era distesa su un letto anch'esso dalle lenzuola bianchissime e la prima cosa con la quale i suoi occhi entrarono in contatto furono i neon sulla soffitta. Al suo fianco c'era una giovane ragazza vestita con indosso un camice da laboratorio, stava esaminando i suoi parametri vitali tramite un tablet.

"Oh! Sei sveglia" Esclamò lei con un sorriso.

Aveva la voce squillante e allegra, il suo viso era tondo e il suo sorriso era dolce e gentile. Portava i capelli castali legati a chignon e un paio di occhiali da vista.

"Dove sono? Le chiese Agathe. "Non riesco a muovervi...".

La ragazza fece un grosso sospirò "Hanno di nuovo esagerato con il narcotizzante. Ti chiedo scusa, questo luogo si trova in un luogo segreto e quindi agli sconosciuti viene somministrato un sonnifero prima di entrare. Andrebbe cambiata la formula però, credo che ci puoi atterrare un elefante con una singola siringa".

Agathe si guardò attorno e poi fissò la ragazza, non aveva mai visto un luogo tanto pulito e ordinato in vita sua, tutto sembrava esageratamente perfetto e pulito.

"Sei al sicuro adesso" le sorrise la ragazza "Rimani qui ok? Vado a chiamare il superiore".

La porta della stanza si spalancò in automatico e la ragazza buffamente o forse goffamente, iniziò a correre verso destra in tutta fretta. Agathe con grande fatica riuscì a mettersi seduta, ma il solo gesto le fece girare la testa. Era ancora in convalescenza ed era difficile per lei muovere gli arti, che sembravano dei pezzi di cemento.

Pochi minuti dopo, la ragazza tornò accompagnata da un uomo di sessant'anni. Alto, capelli bianchissimi, barba curata dallo sguardo sguardo calmo e pacato. Aveva l'aspetto di uno scienziato, o forse di un famoso dottore.

"Ben svegliata Agathe, ti chiedo scusa per averti portata qui in questo modo. Ci vorrà un po', ma stai smaltendo il sonnifero rapidamente" Disse lui placido.

"Chi sei? Dove mi trovo?" Chiese debolmente la ragazza reggendosi il capo.

L'uomo si girò verso la collega e le fece un sorriso. "Puoi lasciarci da soli?".

"O-oh! Certo! T-torno a lavoro!" Fece un rapido inchino e uscì senza battere ciglio.

Il dottore si mise seduto dov'era prima la ragazza e guardò Agathe con sguardo sereno.

"In questo momento ti trovi in un laboratorio segreto, a diverse decine di chilometri sotto terra, proprio sotto le fondamenta di Seattle. Per quanto riguarda il mio nome, io sono Alistair Kuzek, ma puoi chiamarmi semplicemente Nox".

"Nox... eri tu al telefono!" Esclamò Agathe.

"Esatto".

"Quindi sei tu..." Agathe mutò lo sguardo in uno colmo di astio e rancore "Hai ucciso tu i miei compagni. Sei tu il leader del Sindacato non è così? Sei tu la mente dietro Cicada 3301".

L'uomo si rattristò. "Il tuo odio nei miei confronti è più che lecito, ma ci sono cose che ancora non conosci Agathe, verità che né te, né tanto meno la Liber Primus è a conoscenza. Quando conoscerai queste verità, non credo ci potrà essere spazio per l'odio nel tuo cuore".

NastrondWhere stories live. Discover now